Il senso del male: i neocatecumenali ne hanno discusso a Chianciano

 di Marco Fè

Come ha fatto Hitler ad ingannare una nazione intera e coinvolgerla nella tragedia della Shoa? Come l’ uomo è giunto a scatenare due guerre mondiali e a fare del XX secolo l’epoca più bellicosa della storia? Come ha fatto l’uomo di oggi a giungere a questo collasso economico, politico e morale?

La convivenza d’inizio corso delle comunità neocatecumenali della Toscana orientale che si è svolta in questo mese di ottobre a Chianciano in due successive tornate, si è posta questi interrogativi ed è andata a ricercarne le cause immediate nella storia del pensiero degli ultimi secoli e quelle ultime nella Parola di Dio. Ne è scaturita una sintesi storico-filosofica piuttosto interessante secondo la quale le tragedie dell’ ultimo secolo sono frutto di una serie di allontanamenti dalla verità rivelata, nessuno dei quali, preso in se’, si presenta come male e quindi pericoloso, ma che, messi insieme, uno dopo l’altro, hanno costituito un contingente di pensiero devastante.

Nel XVI secolo Hobbes definì l’uomo come un animale isolato e assolutamente malvagio: “homo homini lupus”. Per la paura della morte gli uomini “lupi” decidono di mettersi d’accordo e fondano, tramite il contratto sociale, lo stato che ha un potere assoluto su ogni uomo.

Nel XVIII secolo Rousseau parte da un concetto opposto a quello di Hobbes dicendo che l’uomo nasce buono ed il male è nato con la proprietà privata. Elimina così il peccato originale e pone il male fuori dall’ uomo. Si insinua così l’idea che cambiando le strutture l’uomo diventerà buono.

Per l’ idealismo di Kant l’uomo non è il conoscitore della realtà ma il soggetto. Sulla sua scia si pone Hegel che porta l’idealismo kantiano alle sue estreme conseguenze e teorizza uno spirito assoluto che, tramite un processo dialettico, guida la storia verso una maggiore razionalità. Napoleone diventa l’incarnazione di questo spirito assoluto che canonizza tutti i dittatori.

Marx, agli inizi del XIX secolo, vede nel comunismo la sintesi finale dello spirito assoluto e nel “fare”, ovvero nel lavoro, la massima ed unica realizzazione dell’uomo. In questo contesto di pensiero c’è la costante di c

onsiderare la religione come nemico da eliminare perché immobilizza ed aliena l’uomo. Il Romanticismo metterà in evidenza il bisogno insopprimibile dell’uomo di infinito, di eterno, di assoluto, che rimane però immanente e si esprime nella volontà assoluta di Nietzsche che nega ogni fondamento oggettivo ai valori e teorizza il superuomo, estrema degenerazione dello spirito assoluto di Hegel. Da questo concetto ad Hitler il passo è breve.

In risposta a quest’analisi sull’evolversi del pensiero negli ultimi secoli e sulle sue tragiche ricadute nella storia degli uomini è stata proclamata la 2^ Lettera di San Paolo ai Tessalonicesi che parla dell’ anticristo che addita se stesso come Dio, ora facilmente riconoscibile in tristi personaggi storici di ieri e di oggi che hanno incarnato le menzogne piccole o grandi raccontate da alcuni filosofi. “Il mistero di iniquità è già in atto” dice S. Paolo e fa così la fotografia della situazione ma aggiunge anche “Dio vi ha scelti come primizia”. Gli scelti, gli “unti”, sono i cristiani che hanno la missione di essere “luce” che illumina e mette nella verità, “sale” che dà sapore e significato alle tragedie della storia e “lievito” che, insieme agli uomini di buona volontà, da dentro, fermenta la comunità umana. Missione della Chiesa hic et nunc.

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19 risposte a Il senso del male: i neocatecumenali ne hanno discusso a Chianciano

  1. carlo sacco scrive:

    Proprio Albert Einstein nel suo Testamento Spirituale dice: ”Non riesco ad immaginare un Dio che punisca o rimeriti gli oggetti della propria creazione… ”(da notare che tali oggetti sono gli uomini)Il giuochino che viene messo in atto funziona da sempre e si capisce bene che il merito od il demerito è fatto tutto a misura d’uomo… parto della sua mente,e su tale parto hanno speculato altri uomini che ti dicono come si dovrebbe pensare in modo da allontanare l’ansia del vivere….guarda caso la maggior parte delle volte funziona.Da secoli.Ma riguarda caso che la realtà è una e non ci possono essere due realtà(una per chi crede e l’altra per chi non crede).Basterebbe pensare che lo dicono altri uomini come noi e che fanno da tramite fra quello che dovrebbe essere l’essere supremo e gli uomini stessi,che si adattano a tale pensiero e trovano comodo credere perchè così funziona la mente umana.E’ che la mente umana è limitata per comprendere un concetto così alto e grande e quindi decide di credere,perchè in tale condizione vive meglio.Lecita cosa,scelta personale,ma non modifica nulla dell’esistente,modifica solo rispetto a se stessi.Ma da qui a farla divenire una verità generale ed oggettiva e valida per tutto e tutti ci corre non poco.

  2. ” … Per me, la parola Dio non è niente di più che un’espressione e un prodotto dell’umana debolezza, e la Bibbia è una collezione di onorevoli ma primitive leggende, che a dire il vero sono piuttosto infantili. Nessuna interpretazione, non importa quanto sottile, può farmi cambiare idea su questo. Per me la religione ebraica, come tutte le altre, è un’incarnazione delle superstizioni più infantili … ”

    http://it.m.wikipedia.org/wiki/Albert_Einstein

    Autogol, Lele! E, comunque, Einstein é stato uno scienziato. Forse il piú noto dei contemporanei. Ma non é la scienza fatta uomo.

    Per queste cose devi guardare altrove…

  3. Lele Battilana scrive:

    Da parte mia concludo con queste parole attribuite ad Alberto Einstein: ” La scienza, contrariamente ad una opinione diffusa, non elimina Dio.La fisica deve proporsi non solo di sapere com’e la natura, ma anche di sapere perche’ la natura e’ cosi’ e non in un’altra maniera, con l’intento di arrivare a capire se Dio avesse davanti a s’è altre scelte quando creo’ il mondo”. (The Advancement of Science, Cambridge University Press – New York 1986).

  4. No, Lele, scusa eh. Una cosa sono le deduzioni logiche fondate su illazioni, sui si dice e sulle lettere ai Tessalonicesi. Tutta un’altra le deduzioni logiche che scaturiscono da osservazioni provate e ripetibili, nonché in grado di prevedere aspetti della realtà. Quindi, sì: è così. Punto. Non aspettatevi di peggio, signori.

    Ti pare bruttino? A me pare bruttino costruire castelli basati completamente sul nulla. La quantità degli affiliati alla causa patetica è del tutto irrilevante ed è, casomai, un indice di quanto la nostra società sia tornata verso modelli incompatibili con la realtà delle cose.

    A meno che, ovviamente, non vogliamo sposare l’idea che la realtà è solo una proiezione della nostra mente…

  5. Lele Battilana scrive:

    Puo’ darsi che il problemino sia risolvibile con estrema facilita’ come sostieni tu. E non credo sia sostenibile che tutti quelli che non lo hanno capito sono solo degli stolti. Poi Gianpaolo, un modesto consiglio: e’ bruttino leggere ” le cosa stanno cosi’. Punto”. Non lo dice piu’ nemmeno il Papa.

  6. Sì, era appunto di quel problemino che stavo dicendo. E quello che intendevo dire è che ce lo creiamo da soli, per quel presuntuoso egocentrismo che da millenni c’impedisce di dare la giusta dimensione alla nostra esistenza.

    Scalfari c’ha preso, secondo me. Siamo figli delle stelle ed esistiamo perché le prime forme di vita dalle quali proveniamo hanno incorporato la necessità della continuazione. Punto. Non è che siamo qui per essere sottoposti a prove o soddisfare i capricci di Qualcuno.

    Ha copiato da Jacques Monod, Scalfari…

    Quindi tutte ‘ste pippe sul male per poi giungere alla conclusione che la soluzione l’avevano già ricevuta per posta i Tessalonicesi (eh?) e coinvolge Qualcuno, nella migliore delle ipotesi mi pare inutile.

    Mah. Se non altro ci avrà guadagnato qualche albergatore di Chianciano…

  7. Lele Battilana scrive:

    @ Gianpaolo. Intendo dire quel “problemino “che dall’homo sapiens in poi si pongono gli esseri umani (quale senso dare alla propria vita). Per esempio l’ateo Scalfari nell’ultimo libro sostiene che il senso della vita e’ la vita stessa. Altri sostengono che le probabilita’ che l’essere umano sia nato dal caos sono le stesse che avrebbe un aereo di uscire come risultato di un uragano che entra in un grande magazzino di ferri vecchi.Punti di vista che hanno tutti la stessa dignità. Per quanto riguarda il Papa in TV sono d’accordo con te.

  8. @ Lele. Che cosa intendi per “avere un senso”? Perché tanto poi la domanda è tutta qui. Oggi si riesce a vedere una certa qual “logica stringente” persino nei processi stocastici.

    Non è, piuttosto, che il problema vero è che molti nostri simili provano vertigine di fronte alla sola idea di un’esistenza vuota e mal sopportano la leggerezza dell’essere, tanto da sostituire dei quadri dipinti (degli artefatti!) a ciò che l’innata miopia dell’uomo impedisce di vedere distintamente?

    Maremma ladra. Ultimamente non c’è giorno che il telegiornale non parli e mostri qualche immagine del papa. Chi non crede si sarebbe anche un po’ rotto i coglioni, eh.

  9. carlo sacco scrive:

    Le certezze,e per giunta granitiche,sono-tanto per dirne una ma ci sarebbe dell’altro- quelle che hanno coloro che non mettono in dubbio che la vita possa continuare dopo la morte.Personalmente non appartengo a tale schiera,ciò non toglie che non mi chieda il perchè di molte cose anche di quelle di cui sono convinto.Sempre parlando di ”certezze” per quanto riguarda il Papa e le parole pronunciate da lui alle quali ho fatto riferimento nel mio intervento precedente, faccio notare che mi sono riferito ad un fatto preciso.Mi si risponda su quello e non genericamente,anche perchè anche col Papa precedente quando dicevo una cosa in maniera critica provocavo la stessa reazione, e mi sembra che un po’ di differenza fra questo ed il precedente ci sia.Spesso chi evoca la giustezza del dubbio-cosa che molti filosofi riconoscono ”sana”,dovrebbe avere anche la stessa nei confronti delle certezze granitiche…(mi riferisco a quella natura di bisogni umani che ho citato all’inizio,per meglio dire le cose che materialmente non esistono ma che la nostra mente fa esistere dietro sollecitazione).Un po’ di teoria del dubbio non credo che guasterebbe.

  10. Direi che la spiriualità non è un problema mi sembra leggermente fuori luogo, visto che tutte le sue varie interpretazioni derivano dalla sua presenza.
    Negando Dio, per esempio, si nega la presenza della spiritualità, cosi’ come la si nega se non accettiamo che altre
    società possano avere un qualcosa di differente dalla nostra forma di spiritualità, cioè la Religione Cattolica.
    Le vie del Signore ( Dio ), dopotutto, sono infinite.

  11. enzo sorbera scrive:

    Il problema non è la spiritualità, ma l’uso che se ne fa: quel Dio del Gott mit uns nazista era lo stesso di Jonas? Temo di si (visti gli esiti israeliani vs palestinesi). Il problema del male è la sua banalità – per parafrasare un’ebrea eminente -, tanto più doloroso e bestiale quanto più giustificato con l’alto, celeste motivo. E’ una cifra del potere; per questo è anche un’ideologia: non si contano i ladri che portano rosari allo specchietto dell’auto. L’altro aspetto è l’ansia di ricerca che l’assoluto motiva e fonda. Questo, forse, conviene non tralasciarlo.

  12. L’aspetto spirituale esiste, fin dai tempi dei tempi. Su questo, credo, non ci siano dubbi, quindi accettare la presenza di un qualcosa che noi chiamiamo spirituale è fondamentale, poi si può discuture su quale forma prende a seconda delle varie società , ma metterne in dubbio la presenza mi sembra eccessivo. In conclusione, dire che il mio Dio è meglio del tuo mi sembra fuori luogo, cosi’ come mi sembra fuori luogo negare l’esistenza dell’aspetto spirituale delle cose.Forse il riconoscere
    che c’è, per lo meno per quanto riguarda noi esseri umani, un qualcosa di etereo che non possiamo comprendere, potrebbe indirizzare i vari discorsi su un percorso più produttivo.

  13. Lele Battilana scrive:

    Per Luciano. Ti ringrazio perché’ non lo conosco. Per Carlo. Il tuo ragionamento mi sembra un po’ riduttivo. Norberto Bobbio, non proprio un clericale, sosteneva che la differenza non è tra credenti e non credenti, ma tra pensanti e non pensanti. Io credo che anche chi, come te, ha queste grandi certezze, debba confrontarsi con domande che non trovano facili risposte. Tutta la fatica che l’umanità’ ha fatto per arrivare ai giorni nostri ha un senso? E se un senso non ci fosse, ha senso che persone meravigliose abbiano donato la propria vita per assicurare la vita ad altri, magari sconosciuti? Qual’è il fondamento del senso morale? A mio avviso occorre curiosità’ e onesta’ intellettuale nel riconoscere che anche chi non la pensa come noi può’ fornirci risposte estremamente interessanti. Ed anche non riconoscere la novità’ di questo Papa mi sembra un limite,

  14. carlo sacco scrive:

    Dopo tutto questo dissertare sui massimi sistemi credo che ci sarebbe bisogno di richiamare all’attenzione dei credenti alla riflessione che tutto questo è parto dello stesso cervello che ha deciso di ”credere”. Sembrerebbe una cosa ovvia,ma è la nostra mente che si deve confrontare con una idea dalla stessa partorita.Avete mai pensato a questo? Spesso dentro di noi la prima cosa che succede è quella che si vadano a cercare altre vie di conferma e giustificazioni a quello che si crede.Questo funziona anche con i non credenti,ma in genere un po’ meno.Non so se ho reso l’idea di quello che volevo esprimere.E’ molto più facile quando si crede il giustificare certe cose che avvengono nel bene o nel male.E su questo non credo che alla fine ci sia un Dio buono o un Dio cattivo come si sente recitare dalla voce del Papa tutte quelle storielle-perchè storielle sono e non altro- che ”Dio ti vede”, che Dio ”è misericordioso”, che Dio vi osserva anche quando voi non lo sentite” e giù di lì….il più grande potere di autoconvincimento dell’uomo è la mente stessa dell’uomo.Questo è inequivocabile.Il vecchio Terzani diceva:”E’ la nostra mente che ci rende schiavi o ci libera”.

  15. pscattoni scrive:

    Anch’io confesso la mia inadeguatezza a trattare il tema. Una segnalazione a una voce di wikipedia sul problema del male in relazione alla Shoa però la faccio perché mi sembra ben strutturata:
    http://it.wikipedia.org/wiki/Teologia_dell%27Olocausto

  16. carlo sacco scrive:

    Non per prendere le veci di Marco Fè, ma chi l’ha detto che Dio è buono oppure no ?
    Risposta: Gli uomini. E forse ho già detto molto, quasi tutto…..

  17. luciano fiorani scrive:

    XLele. Se non l’hai letto ti consiglio un libriccino: Il concetto di dio dopo Auschwitz, di Hans Jonas-Edizioni Melampo.
    E’ di un ebreo ma credo sia calzante con l’argomento. In sostanza l’autore si chiede “quale dio ha permesso che ciò accadesse?”.
    Non certo il dio misericordioso nè quello onnipotente; quale allora?

  18. carlo sacco scrive:

    X Marco.Ci sarebbe da che dissentire sui capoversi citati,che presi ognuno per pro- rio conto rivelano una realtà vera ma anche frammentata,dove ad ogni capoverso si trova l’origine,la positività e la negatività.Il tutto però è sovrastato nella tua imposta-zione dalla priorità e dallo spirito dell’uomo del tendere all’immortalità ed alla spiritua- lità.Inizi con ”l’allontanamento dalla verità rivelata”quasi fossero parole scolpite su pietra,fonte anch’esse e comunque dell’interpretazione umana,dico umana e sottolineo umana,e per questo finita e limitata,passate al setaccio dei secoli nelle scritture religiose.Sai quanti adattamenti alla realtà hanno avuto le scritture di cui si parla? E l’adattamento alla realtà corrisponde sempre ad un bisogno di ogni singolo,catego- ria e gruppo per lottare per la sopravvivenza piegando a suo interesse le condizioni dove si trova ad esistere.E’ una condizione umana questa che è superata solo dalla fede,ma a questo punto questo significa che si parla della volontà e del bisogno di singoli individui che abbracciano condizioni per le quali alle cose per farle vere basta crederci e spesso tale abbraccio non dipende dalla loro libera scelta ma dall’azione consapevole di altri.Hic et hunc spesso non nascono per bontà verso il prossimo,tutt’altro,e se permetti sento il bisogno di giudicarle senza apparire superbo.

  19. Leggo da tempo con attenzione gli interventi di Marco Fe’. Con tutto il rispetto per l’incontro di Chianciano devo dire che manca nell’articolo come possa convivere il male non generato dall’uomo con la bonta’ di Dio. Le catastrofi naturali, i numerosi bambini malformati, insomma il dolore degli innocenti non dipende dagli uomini. Alcuni teologi parlano di un Dio che ha lasciato libero arbitrio anche alla natura. Altri, come Vito Mancuso, sostengono che Dio non e’ onnipotente. Mi piacerebbe conoscere la risposta di Marco FE’.

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