A scuola, bambini che costruiscono robot

di Paolo Scattoni

Ho letto un articolo sull’Huffington Post edizione italiana che propsetta scenari interessanti per l’educazione primaria.

Si tratta del programma di robotica presso una scuola paritaria di Napoli che comprende scuola materna ed elementare. Sembra una boutade, ma un laureato con un dottorato di ricerca in filosofia è convinto di farcela. Si chiama Armando del Giudice e la passione per l’informatica e la robotica l’ha maturata come hobby.

Un tempo le scuole elementari e materne italiane veleggiavano ai primi posti nelle classifiche internazionali. Negli ultimi anni, purtroppo anche in quel settore, una volta era gestito con insegnanti diplomati e raramente laureati, sta incontrando invece grandi difficoltà.

Secondo del Giudice: “Se altri Paesi hanno ripreso a crescere e noi invece restiamo indietro è anche per colpa di un modello di scuola che ha la sua centralità nel docente e non nell’allievo, in modelli didattici bastati sull’indrottinamento e non sulla ricerca”.

Parole pesanti, ma una considerazione dovrà pur essere fatta di fornte a questo arretramento della qualità della nostra scuola. Non si tratta quindi dell’aggiornamento delle materie, quanto piuttosto della necessità di aggiornare le modalità della didattica.

Le nuove materie dovrebbero, secondo molti, non solo fornire solide basi sui tradizionali leggere, scrivere e far di conto, ma anche sullo sviluppo della creatività. Le nuove tecnologie possono aiutare in tutto questo. In fondo la Lego già da anni accompagna i classici mattoncini con semplici congegni per la robotica. Ma quanti insegnanti elementari e delle scuole materne lo sanno e li sanno usare?

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