Nel suo commento al post sul prossimo consiglio Luciano Fiorani scrive:
Certo è grottesco che alla presa di posizione delle opposizioni, che hanno minacciato di non partecipare alle riunioni, rilanciata e commentata dai media, non una parola sia stata pronunciata dalla maggioranza. Neppure un misero comunicato stampa. L’anti-politica ognuno può vederla dove crede ma non vederla in questa amministrazione è impossibile.
Condivido. Ma l’analisi va un po’ approfondita. Direi che oggi a Chiusi non c’è soltanto l’antipolitica del PD, ma anche la non politica di altri. Sono elementi che vanno analizzati insieme, altrimenti è difficile capire cosa stia succedendo.
Partiamo dall’antipolitica. La politica come processo in cui la polis, la città tutta è impegnata a contribuire alle decisioni è sicuramente negata dal modo in cui i partiti di maggioranza, e soprattutto il PD, che detiene le maggiori responsabilità del governo, è chiaramente distorta.
La vicenda del conferimento di una cittadinanza onoraria senza decisione formale è ad essere ottimisti un fatto di grande superficialità amministrativa.
Il silenzio da parte di chi quell’amministrazione ha espresso è antipolitica? Non c’è dubbio. L’antico adagio per cui “i panni sporchi si lavano in famiglia”, in questo caso non può essere applicato. L’amministrazione ha la sua autonomia, così come i partiti nei confronti dell’amministrazione. Un giudizio pubblico era dovuto. Personalmente, come iscritto al PD, l’ho sollecitato, ma per vari motivi non ho avuto alcuna risposta.
Può essere utile a questo punto ricordare alcuni passaggi degli ultimi anni. Dopo le polemiche all’interno del partito sulla candidatura a sindaco di Stefano Scaramelli, ci fu qualche mese dopo, in piena estate, il rinnovo delle cariche a seguito delle dimissioni del segretario dell’Unione comunale Paolo Giglioni. Con quella operazione, che non ho condiviso, si voleva garantire la continuità di linea, che era quella di Ceccobao e Giglioni. Scaramelli era allora molto allineato e coperto. Poi però è successo qualcosa: il sindaco ha sposato la linea Renzi. Nel partito la cosa è passata senza dibattito. Tutto normale. Questa divisione è stata molto chiara durante le primarie, ma nessuno ha voluto parlarne, neppure quando il comitato Renzi ha ringraziato SOLTANTO i suoi elettori. Commenti? Zero.
Oggi di fronte a una decisione non formalizzata come quella di un conferimento di una cittadinanza onoraria senza nessun passaggio formale, nessuno vuole prendere posizione e si tende a sdrammatizzare: “in fondo è soltanto una pergamena”.
Antipolitica? Si antipolitica.
Veniamo ora alla non politica dei consiglieri della Primavera. Ormai si è capito che le decisioni che emergono in Consiglio non hanno un supporto politico. C’è una tendenza ad andare a braccetto con qualche esponente della maggioranza (interlocutore privilegiato il capogruppo del centrosinistra Brilli) e anche quando si esprimono voti contrari rispetto alla maggioranza tutto si stempera.
Poco o niente viene riportato al dibattito generale. Personalmente ero rimasto favorevolmente colpito dalla partecipazione di un bel gruppo di giovani alla campagna elettorale della Primavera. Dove sono finiti? Mi permetto un’interpretazione: non sono coinvolti in alcun dibattito politico. Far coincidere l’azione amministrativa con quella politica (così come succede per il PD) ha spento l’entusiasmo.
Sull’azione della consigliera PdL Fiorini sorvolo. In questo caso una possibile giustificazione è quella del sostanziale isolamento in Consiglio. In ‘passato l’ho provato e so cosa significa.
Eppure proprio in questo periodo di crisi di tutto avremmo bisogno meno che il sonno della corretta politica.
4 risposte a A Chiusi fra antipolitica e non politica