La campagna elettorale è alle sue ultime battute alle 24 di venerdì scatterà il silenzio elettorale e lunedì pomeriggio sapremo i risultati. Queste ultime ore ci riservano qualche sorpresa.
L’economista Zingales con molto fragore si dimette dal comitato di Oscar Giannino. Ha scoperto che Giannino ha mentito sui suoi titoli accademici. Non è laureato anche se almeno in un’occasione ha dichiarato di aver conseguito sia la laurea in scienze politiche che quella in economia.
Ma che male c’è a dire che non si è laureati? Errore grave. Rimane però il dubbio su Zingales che se ne accorge solo a pochi giorni dal voto. Molti si lamentano dell’azione a orologeria della magistratura. Ora ci sarebbero anche le rivelazione a orologeria.
La pensata più geniale l’ha pensata Berlusconi che ha inviato milioni di lettere con una grafica simile a quella delle comunicazioni dell’amministrazione del Tesoro che annuncia chela restituzione dell’IMU è lì che ci aspetta.
Molti hanno abboccato e qualcuno è già andato a riscuotere Sono già partite le denunce alla magistratura che ci dirà se è una truffa. Intanto, però, l’effetto l’ha già raggiunto e poi se il reato c’è si
vedrà. Certo non si rivoterà.
Poi c’è Beppe Grillo che ci vuole far credere che lui in televisione non ci va perché lui gli elettori li raggiunge nel web e nelle piazze. Per quanto affollati i suoi comizi non possono raggiungere più di un paio di milioni (ad essere ottimisti) di elettori. Il web raggiunge poco più del 50% della popolazione. Il suo blog una piccola frazione di quel 50%. In realtà è porprio pa televisione l’arma di Grillo. Nei telegiornali si trasmettono i passaggi più eclatanti dei comizi del tipo “ormai siete circondati, arrendetevi….” e così via. Gli spot sono buoni perché creati (anche se in poche ore o minuti) dai tecnici delle televisioni e mandati in onda nei prime time televisivi. Il vantaggio per Grillo è quello di una comunicazione unidirezionale, evita l’imbarazzo delle domande.
Poi c’è il centrosinistra che porta avanti una campagna tradizionale, ma assai moscia. Il PD è una delle poche forze con un’organizzazione territoriale, ma i circoli rimangono vuoti e le iniziative sono rare.
Sarei invece curioso di come la Lega, altro partito con un’organizzazione sul territorio, se la cava nelle sue valli con gli scandali a ripetizione che la travolgono.
Insomma tutto tranne che un confronto sui programmi e sulle idee. Da martedi vedremo come chi ha vinto intende far fronte alle promesse dei programmi elettorali.
11 risposte a Campagna elettorale: i tradizionalisti e gli “innovatori”