L’incendio dei nostri archivi si chiama incuria

di Nicola Nenci

 

La tragica vicenda della distruzione dei manoscritti di Timbuctu trattata in recente post su chiusiblog.it dovrebbe imporci delle riflessioni che riguardano la conservazione della memoria storica e del patrimonio culturale.

Questo problema travolge disgraziatamente tutti noi, perché in Italia è conservata una enorme fetta della produzione scritta che ci è giunta dal passato. Questa enorme mole di parole tracciate o stampate su carta si sta incenerendo a causa di un fuoco senza fiamme che si chiama incuria.

In parlamento è stata votata da poco una pasticciata legge che si aspettava da 10 anni, e che dovrebbe contribuire a disciplinare la professione del restauratore. La realtà, tuttavia, è che l’Italia butta soldi per aerei militari malfunzionanti e tangenti, mentre la vera ricchezza -utile al rilancio economico- viene stipata in archivi e biblioteche che, quando non sono depredate da funzionari ministeriali, stanno lentamente consumando il nostro patrimonio librario perché il sistema degli investimenti nel restauro e nella conservazione, in mano alle lobbies, andrebbe non solo finanziato adeguatamente, ma soprattutto riformato profondamente.

I restauratori del libro Italiani, nel frattempo, cosa fanno? Quelli più dotati emigrano all’estero, mentre gli altri hanno di fronte una vita di precarietà e disoccupazione. Ecco come anche noi dovremo fare a meno della storia.

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