La tragica vicenda della distruzione dei manoscritti di Timbuctu trattata in recente post su chiusiblog.it dovrebbe imporci delle riflessioni che riguardano la conservazione della memoria storica e del patrimonio culturale.
Questo problema travolge disgraziatamente tutti noi, perché in Italia è conservata una enorme fetta della produzione scritta che ci è giunta dal passato. Questa enorme mole di parole tracciate o stampate su carta si sta incenerendo a causa di un fuoco senza fiamme che si chiama incuria.
In parlamento è stata votata da poco una pasticciata legge che si aspettava da 10 anni, e che dovrebbe contribuire a disciplinare la professione del restauratore. La realtà, tuttavia, è che l’Italia butta soldi per aerei militari malfunzionanti e tangenti, mentre la vera ricchezza -utile al rilancio economico- viene stipata in archivi e biblioteche che, quando non sono depredate da funzionari ministeriali, stanno lentamente consumando il nostro patrimonio librario perché il sistema degli investimenti nel restauro e nella conservazione, in mano alle lobbies, andrebbe non solo finanziato adeguatamente, ma soprattutto riformato profondamente.
I restauratori del libro Italiani, nel frattempo, cosa fanno? Quelli più dotati emigrano all’estero, mentre gli altri hanno di fronte una vita di precarietà e disoccupazione. Ecco come anche noi dovremo fare a meno della storia.
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