Mentre sul sito di chiusiblog stavamo combattendo con il secondo attacco informatico, è arrivata la notizia del suicidio di Aaron Swartz (26 anni) a causa della minaccia di 35 anni di reclusione per aver “rubato” cinque milioni di files della biblioteca digitale JSTOR. Allora la possibile distruzione di un sito ha lo stesso valore del “furto” di Swartz? Assolutamente no. E vediamo il perché.
Chi ha danneggiato il nostro sito non esprime alcun valore positivo. Nella migliore delle ipotesi ha agito per lanciare un avvertimento al nostro provider ARUBA (chi ci ospita dietro pagamento) a stare attento perché facilmente attaccabile. Molto più probabilmente si tratta di un atto di puro vandalismo o ancor peggio su commissione.
L’azione di Swartz è stata diversa. Intanto va detto che è un personaggio ha messo a disposizione la sua geniale opera per migliorare il web che utilizziamo tutti i giorni. E’ stato fra i fondatori di creative commons, la possibilità cioè di depositare opere in modo tale che possano essere utilizzate senza dover versare i diritti d’autore. Per questa azione il procuratore (quelli che negli USA si eleggono e che guardano troppo spesso alla propria carriera politica che alla giustizia) lo voleva condannare a 35 anni di reclusione.
Il “furto” di cinque milioni di file è stata un’azione dimostrativa per sensibilizzare tutti noi sul problema della diffusione dei risultati della ricerca.
Ecco quello che avviene. Il ricercatore, di solito pagato con soldi pubblici, produce risultati che invia a una rivista scientifica. Il mercato delle riviste è concentrata per il 90% nelle mani di pochissimi editori. L’articolo, che non viene pagato, viene spedito a due “revisori” che anonimamente e gratuitamente lo valutano e raccomandano o meno la pubblicazione. Lavoro gratuito, ma la rivista per questo viene pagata profumatamente. La mia università spende svariati milioni di euro ogni anno per gli abbonamenti. Più di due milioni di euro soltanto per gli abbonamenti in digitale. Ma quante università africane (ma anche europee) si possono permettere questi abbonamenti di riviste che contengono lavori offerti e valutati gratuitamente agli editori?
Ecco qual’è stato il messaggio di Aaron Swartz.
Questo è un tributo alla memoria di un ricercatore di grandissimo valore e di grandissima generosità.
19 risposte a Due pirati tanto diversi fra loro