Sempre più dura la vita del pendolare

di Paolo Scattoni

Per i pendolari è sempre peggio. Ieri il collegamento per Roma ha raggiunto il punto più basso. Questa mattina l’intercity delle 7.10 da Chiusi, per un guasto in direttissima ha fatto la fila dopo tanto altri treni (eurostar esclusi naturalmente). L’intercity è così arrivato alle 11 con due ore e quarantacinque di ritardo. Il treno corrispondente delle 18.15 non è proprio partito, perché non si è trovato un  locomotore. Ero a Orvieto e mi sono trovato ad aspettare quel treno che alle 18 e 45 sul monitor delle partenze veniva dato come esistente. Sono andato al bar per bere qualcosa di caldo visto che si era sottozero anche in stazione.

Dopo 10 minuti ho trovato la sorpresa non gradita di 50 minuti di ritardo, che poco dopo sono diventati 55, e subito dopo 70 minuti, quindi 90, poi tornato a 70 e infine a 80. A quel punto è arrivato il treno successivo e sono stato informato che l’intercity che aspettavo era stato soppresso.

I ritardi, però, dal cambio orario sono molto più frequenti del solito. Pare che siano dovute all’introduzione negli intercity delle centraline elettroniche che controllano la chiusura delle porte. Sono le stesse degli eurostar, con la piccola differenza che il materiale rotabile intercity è di qualche decennio  più vecchio di quello degli eurostar.

La situazione è sempre più esasperante. Ricordo che in passato qualche volta nei consigli comunali di Chiusi si parlava della stazione e di treni. In questo non ricordo che si sia fatto. D’altra parte è la prima volta dal dopoguerra che non c’è un consigliere comunale ferroviere. Forse non c’è neppure un pendolare.

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3 risposte a Sempre più dura la vita del pendolare

  1. pmicciche scrive:

    Se non si capisce quale è il valore del trasporto ferroviario – così come di un altro paio di dozzine di punti fermi insindacabili – che possiamo farci. Forse siamo semplicemente sulla strada del rincoglionimento collettivo….niente di grave, basta non rendersene conto.

  2. pscattoni scrive:

    Tutto vero, ma se l’assessoregionale se lo dimentica qualcuno dovra’ pur ricordarglielo, magari quelli eletti allo scopo, anche se abitano in cima al poggio e il treno non lo prendono.

  3. luciano fiorani scrive:

    Ma abbiamo l’assessore regionale, ferroviere per di più. Meglio di così!

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