Scaramelli contro Ceccobao: Che perda il peggiore!

di Luciano Fiorani

Finalmente si comincia a fare sul serio. Dopo l’imponente manifestazione con Renzi al teatro i giochi si sono aperti e anche all’interno del Pd (e dintorni) i riposizionamenti sono cominciati. Ufficialmente, si sa, la disputa è tra Bersani e Renzi ma a Chiusi tutti la leggono come la resa dei conti tra Scaramelli e Ceccobao.

Il giovane sindaco, che più di una volta aveva tuonato contro la casta senese senza poi dar seguito a quelle esternazioni, ora ha rotto gli indugi e gli effetti si percepiscono ad occhi chiusi. La vecchia nomenclatura, allergica ad ogni cambiamento, sta facendo quadrato su Bersani-Ceccobao ma le simpatie popolari (ad oggi) sono tutte per Renzi-Scaramelli.

Dopo quello per Renzi si è costituito anche il comitato per Bersani ma già dalle immagini che circolano e dagli slogan si capisce che siamo nella più totale continuità con il passato. Se per i vecchi militanti e per i “manovratori” la cosa può essere rassicurante certo l’appeal verso l’esterno è praticamente zero. D’altra parte presentarsi con il volto di certi dinosauri della politica che, da queste parti, sono riusciti a distruggere una banca dalle tradizioni secolari, non è certo un bel biglietto da visita.

Si ha insomma l’impressione che l’aria di cambiamento che circonda le truppe renziane abbia contagiato diverse persone non avvezze a frequentare i locali di partito mentre la chiamata a raccolta della vecchia guardia non riesce a far proseliti al di fuori dei vecchi giri.

E’ chiaro che una vittoria di Renzi a Chiusi avrebbe del clamoroso (ma oggi sono in tanti a scommetterci) e, naturalmente, metterebbe Scaramelli e i suoi al riparo da qualsiasi agguato futuro. Anche se la frase che circola con insistenza tra gli irriducibili è: “Con questa uscita, Scaramelli, la ricandidatura a sindaco se l’è bella e giocata”.

La sensazione è che si stia assistendo alla “fondazione” di un nuovo partito, un percorso che il Pd non ha mai voluto affrontare ma che ora sotto l’incalzare della crisi e della rabbia contro la casta si presenta pieno di incognite. Queste primarie non saranno una scampagnata per nessuno dei contendenti e, comunque andranno, ridisegneranno la mappa non solo del Pd ma del potere in queste zone.

Per chi ha altri riferimenti, naturalmente, è sempre valida la caustica vignetta di Altan: Che almeno perda il peggiore!

 

 

 

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