Ai nuovi soloni della politica “i voti della destra non fanno schifo”

di Rita Fiorini Vagnetti*

Forse saranno, e lo speriamo davvero, i rappresentanti della destra, o per meglio dire del centro-destra, che avranno qualche riserva a votare un sostenitore che si vanta di rappresentare anzi di “far rivivere la sinistra”

Pur in una scontata euforia di tipo hollywoodiano, i discorsi del sindaco di Firenze sono, a mio avviso, una ripetizione di slogans ormai desueti che colpiscono solo per un’apparente forza dialettica; infatti, i punti del programma non rappresentano davvero una novità, anzi, sono un ricalcare proposte populistiche che non convincono se non apparentemente quanti sono ormai delusi, amareggiati da una politica che ogni giorno diventa sempre più faticosa da capire e difficile da sostenere.

Pero’, il rinnovamento, la rinascita non puo’ cavalcare solo l’onda del malcontento e perseguire obiettivi che, pur essendo comuni a tutte le forze politiche in campo, non sono realizzabili perche’ contrastano con le diffficoltà oggettive che il paese sta attraversando e con una forza economica  che, per ripartire, ha bisogno di un progetto globale, unitario, poggiato non sulla “polvere ma su mattoni ben consolidati e fermi nel territorio”.

“Spesso le strade sono lastricate di buone intenzioni” però i conti si fanno con la realtà che non sembra rosea per nessuno, soprattutto per quelle famiglie che hanno oggettive difficoltà di mantenimento e per quelle imprese o per quelle forze produttive che, in questo momento, hanno come unica soluzione quella della cassa integrazione.

Con la speranza di un futuro radicale cambiamento le forze renziane, pur con la volontà e il desiderio di impegnarsi per il paese, dovrebbero lavorare in sinergia, con coloro che comunque, almeno per l’esperienza acquisita, potrebbero dare qualche buon suggerimento, non solo a parole ma soprattutto con i fatti.

Lo dice una che non è una appassionata del Pd e che quindi non teme nè di essere rottamata ma neanche riciclata, se non per qualche suggerimento pur modesto, frutto di una lunga militanza in aggregazioni di estrazione social-democatiche. Il grande statista Alcide De Gasperi, e mi si perdoni la citazione, a volte diceva “anche chi perde merita di essere ascoltato” e se lo diceva lui, penso che tutti ci possiamo credere!

Ma come si fa ad essere ascoltati nella minoranza se non siamo presenti e partecipi? Se siamo cioè rottamati? E’ vero che non si rottamano, a suo dire, le persone ma se si rottamano le idee, ovviamente, vengono ad essere rottamate anche determinate persone che potrebbero ancora esprimere buone idee, validi concetti, significative proposte, unitamente all’entusiasmo e alla freschezza dei “giovani”.

Mi si potrebbe obiettare: “ma non siamo stati ascoltati”. Ci si può umilmente chiedere da cosa è dipeso? Solo dalla miopia della classe dirigente o da un’incapacità a farsi ascoltare? La risposta posso pensare che sia scontata, forse unilateralmente parlando, avvalendosi dei buoni risultati ottenutti nell’amministrazione di una città. Ma qualche dubbio amletico (o renziano) ce lo possiamo consentire sempre in nome dell’interesse del PAESE ITALIA e del desiderio di aprire un vero e concreto dialogo da ambo le parti.

La vera democrazia e’ quella della partecipazione e del confronto. Io ritengo che manchino proprio questi presupposti in tutti i campi. In tutti i settori ci si avvale delle idee proposte da chi ci ha preceduto pur con la dovuta attenzione ad imporre il cambiamento per cio’ che riteniamo ormai inutile e quasi compromettente per un futuro di rinnovamento.

Mi dicono, purtroppo non ero presente, che a Chiusi la partecipazione del sindaco di Firenze con tutti i suoi amici sostenitori politici locali ha fatto riflettere e ciò è bene. Però anche al di fuori del contesto non vissuto si può pensare e ragionare; ma un anno fa nell’ultima competizione elettorale il Pd di Chiusi, e penso a quello di Bersani e di altri che ancora sono in campo, non ha vinto le elzioni riportando, se non vado errata, più del 58%? A quei tempi dove erano i renziani, le forze giovani con programmi uguali? Erano nell’ombra, per poi comparire dietro un leader appena uscito, diciamo, allo “scoperto”!

Cosa è rimasto di quel 58%? E che cosa ha deluso i cittadini che con tanto zelo avevano preferito seguire, come sempre, le linee guida di un partito o, per meglio dire, di una coalizione nella quale avevano riposto tante speranze?
O era miopia allora o è “confusione” adesso!
Almeno gli elettori della Lista civica i cittadini per Chiusii. sono rimasti compatti intorno alla mia persona, che in uno “splendido isolamento” rappresenta, come allora, l’impostazione di una lista civica trasversale di centro destra.

Come docente accolgo con soddisfazione il messaggio renziano: “rivalutare l’opera dell’insegnante”.
Molto bene ma come si può fare se quando capita, forse per sbaglio, a un rappresentante della categoria di lunga e comprovata esperienza, si risponde, “chi ha vinto deve avere la precedenza nella gestione dei problemi”, in questo caso, afferenti alle dinamiche scolastiche anche se non ha maturato un’esperienza diretta perche’ troppo giovane? Conta di più la gioventù o il merito?
Comunque auguro a tutti un buon lavoro e soprattutto auguro al paese di riuscire a trovare la chiave giusta per affermare all’interno e all’esterno dei nostri confini quella dignità e quel rispetto ai quali eravamo abituati dai nostri “padri costituenti”.
*Capogruppo della “Lista civica i cittadini per Chiusi”

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