Il caos dei numeri civici

di Anna Duchini

Ci fu un tempo in cui dal comune partì il riordino dei numeri civici. Se non ricordo male, fu in occasione di un qualche censimento della poplazione e delle abitazioni.

Fu incaricata una società che tappezzò tutte le entrate di qualsivoglia genere di numeri civici e per ogni numero pagammo dei bei soldini.

In via Gorizia, dove io abito, all’interno di una corte condominiale furono apposti numeri sia agli ingressi delle scale che nei garage. Addirittura due per garage, essendo i nostri garage con due aperture contrapposte.  

Il risultato di questa geniale operazione è che comunque l’anagrafe comunale ha continuato ad usare la vecchia numerazione per cui nei documenti risulta un numero differente da quello apposto all’ingresso della residenza. Nel mio caso nessuno dei tre è uguale al prededente.

I disagi, sia per quanto riguarda la corrispondenza, e soprattutto, per le visite fiscali è evidente.

Solo qualche giorno fa mio figlio, rinnovando la carta di identità, ha chiesto spiegazioni all’anagrafe di questa discordanza e gli è stato riferito che non essendoci nessuna delibera di modifica dei numeri civici si devono ritenere validi quelli vecchi. E che per modificare il numero civico bisognava richiedere l’accertamento all’Ufficio di polizia municipale.

Siccome mi pare che più di mezzo paese (se non tutto) è in queste condizioni e che un cittadino debba avere la certezza del proprio indirizzo non sarebbe il caso di porre fine a questo caos?

I soldi li hanno incassati tempestivamente (il comune o la ditta?) e in cambio abbiamo ancora un disservizio che si protrae da più di dieci anni!

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