Matteo Renzi e i “nostri sindaci”

di Massimo Mercanti

Il “Rottamatore” Matteo Renzi dice che a volte “…la politica regala delle emozioni…” e il lusso che un politico si può permettere è “la qualità delle relazioni umane che riesce a suscitare”, o in qualche modo “a intraprendere con gli altri” in una reciproca riconoscenza di essere compagni di strada, nella condivisione di un destino. Matteo Renzi è un amministratore, anzi, un Sindaco di una delle capitali del Rinascimento italiano che ha deciso di mettersi in gioco “Adesso!” andando in giro lungo un’Italia demoralizzata a raccontare la buona novella.

Non m’interessa sapere se riuscirà nei suoi intenti e di certo non c’era bisogno di un Matteo Renzi, con il suo format confezionato per un pubblico elettore gran parte post-berlusconiano, per ascoltare un messaggio che da tempo è avvertito in quelle persone che aspirano a non delegare più ad altri le scelte politiche fin qui prese da una classe politica logora e inadeguata.

Il messaggio del Sindaco di Firenze esorta alla “partecipazione”. Ad attuare quello strumento democratico che per essere efficace deve poter favorire l’interazione sociale, la trasformazione delle relazioni umane e la gestione positiva di conflitti, altrimenti distruttivi, per le comunità locali.

La “partecipazione” che anche nelle nostre realtà locali sembra diventare un’esigenza non più rinviabile. Scrivo pensando ai nostri Sindaci, più o meno apprezzati, i quali dovrebbero stimolare la relazione tra le amministrazioni e i cittadini attraverso la ricerca di nuove modalità di interazione reciproca e la formulazione di processi decisionali più ampi e articolati rispetto a quelli tradizionali.

Invece si vedono Sindaci per strada quasi obbligati a formali “punti di ascolto” o, stranamente, sempre con il cellulare attaccato all’orecchio a parlare chissà con chi o di che cosa. Sono Sindaci che utilizzano i moderni mezzi di comunicazione ma forse non hanno ben compreso che la realtà della Rete che stiamo vivendo ha cambiato il senso della posizione dei cittadini rispetto alla comunicazione.

In realtà, noi cittadini che siamo abituati a pensarci come oggetto delle comunicazioni di massa, quindi come cittadini rispetto alla politica, come consumatori rispetto al mercato, come audience rispetto ai media, abbiamo cominciato a pensarci soggetti, protagonisti della comunicazione, capaci di una presa di parola.

E “i nostri Sindaci” farebbero bene a dismettere quegli abitucci da piccoli monarca dando credito e ascolto a quello che esiste nel territorio municipale in termini di progettualità, protagonismo giovanile, soprattutto in un contesto di “democrazia passiva” dove sarebbe molto importante dare spazio al diretto coinvolgimento delle associazioni locali, i cittadini attivi e quelli attivabili, gli operatori addetti a stimolare la partecipazione, alle reti di persone che si incontrano perché condividono le stesse esigenze e assieme risolvono i problemi comuni.

Non ci vuole un Camper e un Sindaco che ha deciso di mettersi in discussione per comprendere che ciò significherebbe per chiunque di noi avere un “rapporto diretto con la democrazia”.

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