Caro Marco,
ti rispondo come contradaiolo, persona che vive i Ruzzi della Conca da una vita, prima come giocatore di palla al bracciale, poi come Presidente di contrada , infine come facente parte del Comitato delle Contrade. Più volte, anche nel corso degli anni passati, ho scritto su Prima Pagina cercando di “difendere” questa manifestazione o comunque cercando di dargli una collocazione diversa da quella che gli davi/dai tu.
Mi spiego.
I paragoni che te continuamente esprimi (Bravio a Montepulciano, Palio dei Terzieri a Città della Pieve su tutte ) sono con feste che per natura, storia, tradizioni e conformazione territoriale non hanno nulla a che vedere con i Ruzzi della Conca che, svolgendosi a Chiusi Scalo, non possono puntare sulla storicità o sulla “bellezza” del Paese. Chiaro, no?
I Ruzzi devono guardare ad altro e in questi ultimi anni lo stanno facendo con sempre più forza grazie anche ad un Comitato presente e “vivo” durante tutto l’anno:
– dare maggiore visibilità ad un gioco, quello sì storico, che ha una grande tradizione anche a livello nazionale ( e non solo );
– migliorare il programma serale della festa, cercando di attrarre con spettacoli ed artisti di maggiore qualità persone, soprattutto giovani, dai Paesi limitrofi;
– migliorare la proposta culinaria, cercando di specializzare la nostra cucina come stanno facendo ormai tutti i Paesi in festa;
– rafforzare il legame con il tessuto associativo del nostro Comune, come già sta avvenendo con Chiusi in Vetrina, per cercare di essere maggiormente attrattivi e “fare sistema”.
Sono queste le tematiche su cui dobbiamo ragionare e migliorare.
Continuare a portare avanti paragoni con Feste, dalla nostra, lontane anni luce per i motivi di cui sopra, è poco utile e credo nemmeno più costruttivo.
Anche io ieri sera ero a Montepulciano (e sono stato più volte alla Pieve ). Pensare che quella stessa gente possa essere a Chiusi Scalo in questi giorni, per gli stressi motivi, è semplicemente impossibile.
Ciao e grazie.
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Per alessandro Billi. Affermare che Chiusi ha un centro storico potenzialmente al livello della Pieve di Montepulciano, mi pare un po’ una forzatura. Il centro storico di Chiusi è senza dubbio un bel centro storico, ben tenuto peraltro, ma come ce ne sono tanti in Toscana e in Umbria e assolutamente non paragonabile per struttura, qualità architettonica (e anche dimensioni) a quelli di C. della Pieve e Montepulciano che sono due città d’arte, monumentali, dove hanno lavorato artisti e architetti tra i più importanti del rinascimento e delle epoche successive. La piazza di Montepulciano è considerata un capolavoro assoluto (vi si affaccano edifici del Vignola, Baldasserre Peruzzi, Ippolito Scalza…) ed è una delle “più belle d’Italia”… Tanto per dire. Il campanilismo va bene, ma non esageriamo… E magari cerchiamo di valorizzre e vendere bene ciò che abbiamo, senza però confondere la merce…
No, Paolo,la conca non è una “coppa”. E’ il premio finale di una sfida tra contrade, esattamente come il “panno” che costituisce il premio a Siena, a Città della Pieve, a Orvieto, a Piancastagnaio, a Sansepolcro, ad Asti, dovelil panno lo chiamano Palio… e come a Sarteano, Arezzo, Foligno dove la sfida si chiama “giostra” o Quintana” ma il premio è ancora un Palio…
E anche a Chiusi scalo, come in altri palii conca, bandiere e ‘giostratori’ vengono benedetti in Chiesa, a simbologgiare la solennità della cosa…
Perché sminuire i Ruzzi (che già sono meno celebrati e hanno meno appeal di altre manifestazioni) sminuendo la conca a una coppetta qualsiasi come quella del torneo di calcetto dei bar? Non è così. Non si benedicono di solito, nè si portano in processione le coppette qualsiasi. La conca sì… I Ruzzi, come tutti i palii sono una “stracittadina” che finisce e vive intorno ad una sfida, quella del Bracciale. Tutto il resto (ritoranti, spettacoli, maiali, ruzzini vari) sono il contorno non l’arrosto. Che poi l’arrosto non sia troppo saporito e appaia a volte un po’ “rimediato”, è un altro discorso…
Concordo con le considerazioni di Alessandro Billi. la conca è un premio, altrimenti bisognerebbe classificare come “pali” tutte le coppe che si vincono negli innumerevoli tornei di qualsiasi tipo.
Credo che sian necessario fare dei distinguo fra chiusi scalo e chiusi città. Chiusi città ha un centro storico davvero notevole e potenzialmente al livello della Pieve o di Montepulciano, al contrario dello scalo che definirlo dispersivo è un eufemismo. Ovviamente poi, se si tratta di giochi, un vincitore ci dovrà essere. Palio o conca, si tratta di un premio per chi arriva primo. Toglierlo vuol dire togliere i giochi, ma poi cosa rimane? Il problema “ai ruzzi ci son solo i chiusini” è dato da una scarsissima conoscenza dell’evento che fino a due anni fa (con una contrada che organizzava da sola) era più che giustificata. Adesso è il momento di concentrare le energie di tutte le contrade su un evento che faccia “rumore” in zona (apprezzo la scelta di un cantante di punta come Brunori per attrarre giovani). La gente non viene non perché i ruzzi son brutti, ma perché non sa nemmeno della loro esistenza.
Per Paolo:
I Ruzzi non sono solo una serie di giochi ma hanno come clou una sfida tra contrade che si contendono un ‘palio’, esattamente come altri palii: qui si gioca al bracciale, alla Pieve tirano con l’arco, a San Sepolcro con la balestra, a Montepulciano corrono con le botti, a Piacastagnaio coi cavalli… Ma la differenza non c’è. E anche il “contorno” è più o meno uguale: sfilate, cene, rievocazioni… Forse a Chiusi c’è meno rivalità e questa si esaurisce tutta nelle partite… Ma sempre di festa “paliesca” si tratta. E la conca è un palio, non un bucatoio o un’orinale…
Per Andrea Fei: hai ragione, l’enoteca, la buona cucina, le proposte musicali (concordo: adatte più ai 40 enni che ai 20enni), i negozi aperti… dovrebbero rendere Chusi Scalo e dunque i Ruzzi appetibili… Però resta il fatto che dai paesi limitrofi di gente ne viene poca e ai Ruzzi per lo più si vedono giovani. Molti dei quali peraltro impegnati nell’organizzazione… Probabilmente è proprio Chiusi come paese che ha perso apppeal, indipendentemente dall’offerta di eventi o spettacoli… Negli anni ’70 i cittadini dei dintorni venivano a prendere il gelato a Chiusi… Oggi vanno a Città della Pieve… non è una critica, è una constatazione. (e vale anche per Tria Turris, Orizzonti, fsta dell’Uva…non solo per lo scalo).
Se posso vorrei fare una critica a Marco Lorenzoni sul discorso del target di età a cui punta la festa:
Cosa attira i 40enni? Abbiamo un ristorante che nel bene o nel male ogni anno si migliora sempre per qualità e servizio (c’è sempre posto da noi e non finisce la roba dopo una sola “mandata” di cena come in un paese qui vicino); Un 40enne ha un intero paese da girarsi la sera, magari con i negozi aperti, un enoteca dove ci sono molti vini (buoni anche), un programma musicale che se un 40enne avesse l’accortezza di informarsi verrebbe molto più volentieri a godersi le proposte, di quest’anno soprattutto. Sono limitato dai caratteri, concludo dicendo che ci sono più motivi per venire che per non farlo. Vi aspettiamo tutte le sere!
Il Ruzzi sono un insieme di giochi con una sfilata che riproduce episodi del Novecento. Non mi sembra vi siano pretese paliesche. Rispetto ai primi anni questa rete delle città del bracciale mi sembra una novità rilevante.
Mi pare che Andrea Micheletti dica più o meno le stesse cose che ho scritto in un altro post. E su un articolo apparso sul sito di primapagina. A dire il vero sono almeno 20 anni che le dico… Ma questo è un altro discorso.
Quindi, per semplificare, sono d’accordo con lui sul fatto che Chiusi Scalo non possa competere con Città della Pieve e Montepulciano (ma entrambe sono cittadine alla portata di Chiusi, mica New York) per caratteristiche storico-urbanistiche, ma proprio per questo sarebbe opportuno che i Ruzzi abbandonassero gli scimmottamenti palieschi, abbastanza fuori luogo, e si strutturassero nel senso che dice Andrea. Però c’è qualche controindicazione: una festa paesana non può essere una festa solo per giovani. Soprattutto se il paese è fatto per lo più di anziani… Al momento i Ruzzi sono una festa di giovani per i giovani. Ieri sera alla “prima” dell’edizione 2012 gli over 40 erano piuttosto pochi…
Quanto al fatto che l’assessore Micheletti intervenga sui Ruzzi e non su altro devo rilevare che sulla questione addetto stampa-informazione istituzionale è intervenuto, prendendo le distanze dal portavoce e dalle sue dichiarazioni. Mi sarebbe piaciuto sentire il suo parere su Bioecologia, sul centro merci, centro carni, osservazioni al Prg ecc… Magari non ha avuto tempo. Dopo la festa, chissà…
Strano…..si parlava del numero di persone che altre manidfestazioni riescono a portare in confronto alle ‘nostre’, e si continua a parlare del ‘ruolo’ del Micheletti e di altre cose che, secondo me, non c’entrano per niente con il fatto che sia lo Scalo che Chiusi Città non sono minimamente attrezzate per ricevere il numero di persone che dette manifestazioni si meriterebbero, sia per l’organizzazione, sia per il loro contenuto.
X Cecilia Lucenti. L’anno passato un giovane contradaiolo lanciò con un post che determinò un bel dibattito con moltissimi interventi. Quest’anno l’intervento di Andrea Micheletti, proprio per il ruolo politico dell’autore, potrebbe determinare un dibattito sul perché interviene solo ora e non per altri importanti temi relativi al suo ruolo di assessore.
Avevo così proposto di suddividere il dibattito fra quest’ultimo argomento e quello specifico sui ruzzi. Siccome però questa mia idea viene vista come un’imposizione, la ritiro LIBERI TUTTI E BUONA DISCUSSIONE.
Ma scusate, questa è una lettera di risposta di Micheletti a Lorenzoni, che aveva sollevato un problema che non credo si possa circoscrivere e quindi sterilizzare…..in ogni modo vedremo come risponderà Marco….ma lo stesso Micheletti credo sia in grado di operare da solo gli eventuali distinguo senza bisogno di tutele….oppure questo è un Blog con “moderatore” incluso e con tanto di linea editoriale?
L’impressione che i Ruzzi si stiano caratterizzando sempre più come una festa giovanile è netta.
L’età media, non solo di chi ci lavora ma anche di chi affolla gli stands, si sta progressivamente riducendo.
Credo che anche questo aspetto, oltre a quelli indicati da Micheletti, meriterebbe di essere preso in maggiore considerazione nel definire programmi, tempi, luoghi e spettacoli della festa.
Chiedo a Cecilia, Daria, Nicola e Luca di sospendere in questa sede il dibattito sul possibile ruolo di Andrea Micheletti come assessore. Per ora ritengo che qui sia importante che il dibattito si incentri sui problemi della festa.
Per il dibattito che voi volete sollecitare sul ruolo possibile dell’assessorato saremo felici di ospitare un intervento specifico di Andrea Micheletti. Se non arriva prometto che lo rilancerò io con un apposito post lunedi o martedi. Vi ringrazio.
Paolo (Scattoni): hai colto nel segno. Sottinteso che ben vengano gli interventi, anche se da semplici contradaioli, col mio commento volevo proprio stuzzicare una riflessione su ciò che tu sottolinei. Non so se sono l’unico a ad aver avuto questa impressione, ma l’articolo -a mio avviso- spiega (e conferma) molte cose che con i Ruzzi hanno poco o nulla a che vedere.
Con tutto il rispetto per la festa dei Ruzzi e per chi ci lavora, mi pare un po’ riduttivo affrontare argomenti che riguardano la vita e l’economia di un intero paese partendo da una festa paesana. Il fare sistema, migliorare l’offerta culinaria e tante altre cose, andrebbero affrontate tutto l’anno e direttamente con chi tutti i giorni, tra mille difficolta, cerca di mantenere vivo questo paese.
x Nicola, siamo alla attuale evoluzione del panem et cirsenses: Aperitivi et ruzzi!
Si Paolo (Scattoni), va bene il tuo commento però delle due l’una: visto che Andrea Micheletti legge il blog allora o ha l’ordine da parte del sindaco di non intervenire per altri argomenti o come dice Nicola Nenci si sente immediatamente motivato a rispondere per i ruzzi e non per la casa famiglia, qualsiasi delle due ipotesi non mi piace per niente ce n’è una terza? io non la vedo.
Gli interventi di Cecilia Lucenti e Nicola Nenci sarebbero pertinenti se Andrea Micheletti fosse intervenuto come assessore. Premette invece che interviene come “contradaiolo” e siccome questa festa coinvolge centinaia di persone, è forse più utile discutere dell’argomento Ruzzi.
Intanto fa piacere prendere atto che se ha scritto come contradaiolo, l’assessore Micheletti, a differenza del suo capo, ci legge 😉
Concordo sia con Micheletti che Lorenzoni e Lucenti.
Il problema, credo, è che Chiusi, sia Città che Scalo, non sono attrezzate per ‘attirare’ persone. Il casino che c’è sia allo Scalo che a Chiusi Alto per la viabilità non si vede ne a Città della Pieve, ne Montepulciano ne in nessun altro Paese limitrofo. Ve lo immaginate 8000 mila persone alla Scalo o, peggio ancora,a Chiusi Città?
Stando cosi le cose è inevitabile che le ‘nostre’ feste diventino soltanto ‘nostre’, non possono ‘allargarsi’.
Posso concordare sul caso specifico dei Ruzzi ma non sul resto. Però Lorenzoni cerca di dire che a Chiusi c’è una tendenza ormai consolidata: stare sempre rinChiusi e con davanti “Orizzonti” limitatissimi. E’ questa la prospettiva per il futuro che si vuole perseguire? Un Happy Hour continua? Un cantarsela e suonarsela sempre e solo tra chiusini? Andrea, ma di quale “fare sistema” parli? Rivolto a chi? Diteci una buona volta quale è la vocazione di questa cittadina “cerniera” che avrebbe grandi potenzialità ma che si guarda sempre e solo l’ombelico. Lo vedi che ci sono cartelli di affittasi e vendesi dappertutto? Chi dovrebbe venire da fuori a muovere la nostra economia? Chi dovrebbe affollare il nostro mega Stadio? Manca una strategia per attirare persone da fuori nonostante un Piano Strutturale che prevede un aumento considerevole di abitanti….la nave affonda e invece mi pare che si stia tutti allegramente sul ponte in un interminabile karaoke…..
Bellissimo l’intervento sui Ruzzi e sulla loro identità. Non varrebbe la pena intervenire anche (per esempio) sulla casa famiglia?
Concordo con l’analisi di Andrea Micheletti