Stranezze e curiosità in Archivio

di Carlo Sacco

Da una semplice e veloce carrellata dentro le parti di Archivio già digitalizzate (la maggior parte lo devono ancora essere) emergono immagini quantomeno singolari, accantonate nel tempo sia da me stesso che da mio padre Benito Sacco che per circa 50 anni si dedicò alla professione di fotografo vedutista.

E’ un percorso che segna vari fasi della vita e di ciò che in anni lontani è stato deciso che fosse stato degno di essere ripreso. Molte immagini sono in negativo e mai stampate ma da esse emergono figure singolari di uomini, donne, avvenimenti che hanno riguardato il nostro territorio e non , insieme ad altre riguardanti mondi lontani soprattutto asiatici da me scattati o reperiti nei luoghi di pertinenza o altrove. Il tutto fa riflettere di come la nostra epoca, da due o tre generazioni a questa parte sia stata caratterizzata da quella che proprio possiamo definire “Civiltà dell’Immagine”.

Il contenuto dell’Archivio in quanto a stranezze ne registra abbastanza e non solo riguardanti le foto ma anche documenti che hanno fatto la Storia locale dal dopoguerra in poi. La pesca qui evidenziata in immagini è del tutto casuale e si riferisce più che altro a negativi originali e /o stampe. Eccovene un breve commento. Un elefante ( negativa ) impiegato in Francia negli anni ‘30 per arare un campo. A proposito di Elefanti sempre un bel primo piano di una immagine di un elefante impiegato dalla guerriglia nel Sud del Laos per pattugliare la Pista di Ho Chi Minh. Sempre parlando di pachidermi, elefanti che sfilano accanto al treno che li ha trasportati (USA anni ’30).

Una foto originale di Benito Sacco eseguita a Stromboli nei primi anni ’60 riguardante un uomo con 7 dita ai piedi e 6 alle mano.Una copia dell’Unità conservata, come tanti altri giornali che segnano gli avvenimenti importanti riguardante i funerali di Enrico Berlinguer. Ce ne sarebbero tantissime altre soprattutto esemplificative della Storia e delle attività umane, come le immagini dei vecchi personaggi di Chiusi e delle vecchie famiglie, degli avvenimenti straordinari della Guerra e della Storia Moderna sia dell’Italia chè del Mondo, del Territorio e della sua storia. L’osservazione delle immagini ci riporta al passato e ci fa viaggiare a ritroso e fa venire alla memoria gli avvenimenti e le persone che hanno contribuito a caratterizzare anche la nostra vita. E talvolta ci piacerebbe far fermare il tempo e riflettere sul perché oggi e qui ci scopriamo in tal modo e con tali caratteristiche.

Tale scoperta è del tutto attinente e derivata da ciò che ci è stato trasmesso e il rendersi conto di tale trasmissione e delle volontà che ne sono alla base ci pone come oggetti-soggetti di un divenire storico. Eliminarlo significherebbe non avere futuro.

Se ci pensiamo bene la grande magia è quella che CIO’ CHE LA FOTOGRAFIA DUPLICA ALL’INFINITO HA AVUTO LUOGO SOLO UNA VOLTA: ESSA RIPRODUCE MECCANICAMENTE CIO’ CHE NON POTRA’ RIPETERSI ESISTENZIALMENTE. E questo è un concetto il cui uso ha fatto sì che fosse giocato un ruolo fondamentale nell’evoluzione del pensiero degli uomini e delle donne. Ci sembrerebbe oggi quasi normale, ma pensiamo un momento a quando non esisteva tale possibilità come erano i rapporti fra le persone e fra le classi sociali. Rendersi visivamente conto di come fosse il passato ci ha permesso di capire il presente e poter progettare il futuro.

Una limitata carellata di immagini che riguarda solo un piccolissimo settore della storia coloniale la si può osservare nel sito web www.thefaceofasia.org

cliccando su “Galleries” e successivamente sulle cartelle che appaiono scorrendo su i tre (per ora) bottoni in basso a destra e non dimenticate prima di aprire il sonoro…e buon viaggio!

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