Dibattito alla festa: per la crisi non possiamo affidarci a questi politici

di Paolo Scattoni

Sono stato al dibattito con Sindaco e Giunta alla festa democratica. Un centinaio di partecipanti plaudenti (in parte) e la solita impostazione propagandistica. Sono intervenuto sull’urbanistica e piano strutturale, ma non ho avuto risposta. La tecnica è sempre quella di evitare di entrare nello specifico.

Non volevo neppure intervenire, ma non ho resistito, perché il sindaco ha lamentato il silenzio che c’è stato intorno all’urbanistica quando negli anni si facevano arrosti. Allora ho dovuto ricordargli che qualcuno queste cose le ha dette sin dagli anni settanta e scritte, quindi documentabili sin dai primi numeri de L’Agorà (1980). Evidentemente però né il sindaco né la vecchia base comunista di allora, oggi invecchiata, ci sentono molto da quell’orecchio.

Quello che ho sentito mi ha confermato nell’idea che non possiamo fare affidamento su questa amministrazione per uscire dalla crisi che viene considerata congiunturale (il sindaco l’ho ripetuto più volte).

La crisi del nostro territorio non è di oggi. Negli ultimi decenni sono andati in crisi tante realtà che rappresentavano la base del relativo successo. Il primo elemento ad andare in crisi è stato proprio la base principale dello sviluppo del Novecento: la stazione.

Troppo spesso si trascura che negli ultimi decenni i ferrovieri che fanno riferimento alla nostra stazione sono scesi da oltre quattrocento a poche decine. In proporzione è un po’ come, nelle dovute proporzioni, è successo a Torino con il ridimensionamento della FIAT.

Un secondo elemento riguarda la crisi di Chianciano come centro termale. Erano centinaia i lavoratori stagionali che vi lavoravano e apportavano reddito alle rispettive famiglie anche se non il principale.

Il terzo elemento di crisi è il crollo del settore delle costruzioni. Un fenomeno relativamente recente, ma che trova le sue radici anche su quanto detto sopra. Le imprese edili a Chiusi sono ormai in progressivo ridimensionamento, se non di crisi vera come ci insegna la vicenda dell’Edilcentro.

C’è poi il ridimensionamento dei collegamenti ferroviari. la politica dell’alta velocità che pretenderebbe di eliminare le stazioni intermedie come Chiusi dalla linea direttissima. La diminuzione dei treni per Firenze e Roma degli ultimi anni è conseguenza di questa politica. Diviene così sempre più problematico per i molti che oggi sono pendolari fare di Chiusi (così come altre stazioni, Arezzo, Orvieto e Orte) il comune di residenza. Se non bastasse sul tutto pesa il quadro economico generale che si spera muti a breve, ma che potrebbe però rappresentare un grave colpo tale da compromettere definitivamente ogni possibilità di rinascita.

C’è un’alternativa credibile? E difficile dire, ma cerchiamo di ragionarci un po’. E’ mia convinzione che poco ci sia da aspettarsi dalla classe politica nostrana, sia quella di maggioranza che di opposizione. Non è un  problema da poco. Per secoli siamo stati abituati a considerare il governo comunale quello chiamato a coordinare e guidare gli sforzi per gestire momenti come questi. E’ per questo che le forti polemiche che caratterizzano il giudizio negativo di questi ultimi tempi; polemiche che questo blog ha ospitato visto che difficilmente potevano trovare ospitalità in quella stampa quotidiana locale che una volta Fiorani definì “stampa paracula” perché sempre e comunque allineata con chi comanda.

E’ però forse giunto il momento di cambiare drasticamente registro. Per carità non voglio qui affermare che il controllo critico debba terminare. Dico soltanto che accanto a quel controllo debba affiancarsi una forte proposta che possa fare a meno della “cabina di regia” comunale. Propongo la costituzione di una “cabina di proposta” che in forma volontaria e autorganizzata riesca a scovare potenzialità inutilizzate o nascoste che possano essere messe in relazione fra loro. Una cabina di proposta che riesca a considerare anche interessi e proposte in conflitto fra loro che non per questo debbano rimanere isolate ma messe a confronto per comprendere la vera natura del conflitto e la possibilità di composizione. Insomma non si dovrebbe perseguire la messa a punto di un disegno complessivo rigido e definito, quanto piuttosto affrontare in maniera permanente situazioni che richiedono di essere messe in relazione fra loro.

Qualcuno ci potrebbe chiedere quale sia la differenza fra un tale modo di operare con quello che invece mettono in  atto certe associazioni “riservate” che di fatto questo vorrebbero.

Molto semplice: operare in totale e assoluta trasparenza. Sono convinto che la trasparenza è la risposta alla complessità dei nostri tempi anche in situazioni di crisi.

Chissà, forse un giorno anche i nostri governi locali potrebbero convincersi. Per ora c’è soltanto la possibilità di organizzarsi in proprio.

 

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22 risposte a Dibattito alla festa: per la crisi non possiamo affidarci a questi politici

  1. marco lorenzoni scrive:

    Chiusi non sta peggio né meglio di altri paesi dei dintorni o no dei dintorni. Chiusi è in Italia ed è immerso in una crisi senza precedenti come tutto il resto del Paese (con la p maiuscola). Sconta problemi di origine nazonale e internazionale e problemi più strettamente locali. Ma nessuno – soprattutto tra chi dovrebbe – ne vuol parlare. Si tende a minimizzare, forse per esorcizzare il tracollo. E anche in questo dibattito vedo che finché si tratta di “svolazzare” le voci sono tante, quando si tratta di entrare nel merito delle questioni cala il silenzio. E i più svicolano e volano altrove… Uccelli, appunto.

  2. X pmiccichè…….grazie…..e sono d’accordissimo.

  3. marco lorenzoni scrive:

    Ma sulla questione centro carni (vendita o svendita) qualche chiarimento è stato fornito dalla giunta al dibattito alla festa del Pd?

  4. marco lorenzoni scrive:

    Vedo che si divaga… si gira a vuoto… IL dibattito non fa fornito risposte. Scattoni nel suo articolo ha lanciato un’idea. Solo un paio di interventi, mi pare, l’abbiano ripresa, con qualche dubbio sulla fattibilità. Per il resto si svolazza su capitalismo, liberalismo, evoluzione…E ‘ anche per questo, caro Paolo, che io la vedo dura mettere in piedi una “cabina di proposta”… A tal proposito da vedere la commedia Uccelli, in scena a Sarteano in questi giorni. E’ di Aristofane (2.500 anni fa) ma a me è sembrata terrribilmente attuale. Sembra questo dibattito…

  5. pmicciche scrive:

    Ringrazio Paolo Scattoni per gli Auguri ma il mio compleanno era la Primavera (ops) scorsa; forse questi auguri potremmo girarli a Chiusi che, simile al Titanic evocato dal Fiorani, si dirige allegramente contro l’iceberg. Purtroppo credo che la via da seguire non sia fatta da più opzioni ma da una sola Necessità….oggi mi sento donatelliano: se la specie chiusina vorrà sopravvivere non credo proprio potrà farlo con i gruppi di studio ecumenici……ma dandosi un obbiettivo chiaro e pedalando per raggiungerlo prima che sia troppo tardi.

  6. Accetto l’osservazione di Paolo. Credevo si parlasse del nostro presente e futuro, e non soltanto di Chiusi.

  7. pscattoni scrive:

    Roberto, anche a te la raccomandazione di attinenza al tema.

  8. La teoria dell’evoluzione è “Una teoria basata sui fatti”.Si è mai preso cinque minuti per vedere se la teoria corrisponde ai fatti a cui si riferisce? In fin dei conti è ancora una teoria; il pensiero di una grande mente…..Ptolomeo era una grande mente, eppure aveva interpretato la realtà in maniera opposta alla realtà stessa…..e non è stato l’unico.

  9. Un democristiano, un socialista ed un liberale (tanto per non citarli tutti) in discussione fra loro. Eterna discussione sui meriti delle proprie ideologie…….e contromeriti. Se introduciamo la parola ‘evoluzione’ nell’argomento ecco che tutti si trovano d’accordo; bisogna sempre evolversi, colui che non si evolve ‘sparisce’, viene sorpassato.
    Si è preso mai cinque minuti di tempo per riflettere sulle inevitabili conseguenza di questa generale credenza?

  10. lucianofiorani scrive:

    A Chiusi ci si regola ancora secondo il principio “con me o contro di me”. La critica è considerata un’offesa. Una stampa seria non solo non c’è ma non se ne sente neppure la mancanza.
    Mi torna spesso alla mente la scena di un bel film, Il fascino discreto della borghesia, in cui uno splendido Fernando Rey pur atterrito per l’irruzione di terroristi in sala da pranzo, cerca da sotto il tavolo, dove si è rifugiato, di arraffare l’ultimo pollo arrosto rimasto incustodito nel piatto.
    Nei salottini buoni ancora c’è chi pensa che passata la nottata si tornerà allegramente al banchetto. Il Piano strutturale sta lì a dimostrarlo.
    Opposizione e maggioranza esprimono quello che è questo paese. Ai più ancora piace sentirsi dire che con tre o quattro alberghi di lusso a Chiusi città si risolve la questione turismo.
    Stiamo sprofondando ma si continua a ballare, proprio come sul Titanic, ma le scialuppe scarseggiano e non saranno per tutti. Quando se ne accorgeranno sarà troppo tardi.

  11. Paolo Scattoni scrive:

    X Paolo Micciche’. Auguri.

  12. carlo sacco scrive:

    Donatelli, a costo di apparire ripetitivo, vecchio,inconcludente,utopico e chi più ne ha più ne metta ed altro che normalmente fa sorridere chi legge, le rispondo con una frase di Marx :”Solo una rivoluzione in ultima istanza è capace di spezzzare questo sistema”.Finchè non c’è quella possiamo pure fare quelo che vogliamo ma il sistema rifagociterà tutto, anche le positività prodotte.E rivoluzione oggi non vuol dire solo gente in piazza con i forconi(fra poco ci si arriva anche qui)ma un nuovo modo di pensare e spazzare via le incrostazioni,ma non quelle che dice a grandi parole di voler disintegrare Renzi.Ma non le sembra che la politica attuale remi sforzandosi di far accettare alla gente l’inaccettabile ?Ma un partito che volesse cambiare le cose e che ha al suo interno ampi settori di coloro che hanno contribuito a determinarle queste cose come è possibile che si possa presentare con discorsi di verginità?Discorsi appunto,fatti nessuno,perchè nessuno se n’è accorto.Nel sistema Siena è stata applicata la teoria di Re Mida all’incontrario.Ed allora vorrebbero ancora che la gente li votasse? Ci vuole un bel coraggio a celebrare il povero Enrico Berlinguer….

  13. pmicciche scrive:

    Perché mai non dovrebbe essere un problema di Maggioranza e Opposizione? C’è una Maggioranza di questo tipo da più di un decennio senza che vi sia un’idea complessiva – nemmeno tratteggiata – per Chiusi e il suo territorio, in un’epoca di grandi trasformazioni che andrebbe invece opportunamente gestita. Per fortuna ora c’è almeno una Minoranza (qualche anno fa nemmeno quella) ma un’Opposizione vera forse non c’è mai stata. Non si può risolvere tutto dicendo che “il vero problema è la sostanziale incapacità di questa amministrazione”. Infatti subito prima premetti che eri “in dissenso con le indicazioni date dal PD” in campagna elettorale; un Pd che, peraltro, essendo senza idenità, quali indicazioni dovrebbe dare?. Forse l’idea stessa di Opposizione si è atrofizzata da queste parti e si cerca solo di reagire agli eventi singoli al meglio che si può ma senza una strategia unitaria. Manca la Politica e manca un’idea di Opposizione che si presenti ai cittadini proponendo un’Alternativa. Il resto mi paiono solo giochi verbali, a volta assai sofisticati ma a basso impatto nei loro effetti sulla realtà; un “falso movimento” che alla fine può essere dannoso quanto la gestione sommaria e di basso profilo della Maggioranza.

  14. lucianofiorani scrive:

    XDonatelli. Cominciando a remare in un’altra direzione. E precisamente verso l’uguaglianza, la democrazia, il rispetto della legalità, la salvaguardia dell’ambiente, la trasparenza, la sobrietà…
    C’è già chi lo fa da tempo ma sono in pochi.
    Sentire certi ragazzotti ripetere a pappagallo quello che sentono in tv “serve crescita e sviluppo” non fa neanche più incazzare.
    Fa solo tenerezza.

  15. Vorrei, vorrei, tanto vorrei che qualcuno si decidesse a dire, in maniera concreta, quale potrebbe essere l’alternativa a questo sistema che, è ovvio, è arrivato al capolinea. Sono stufo di sentire frasi come; ‘bisogna prendere coscenza’ – ‘bisogna rinnovare’ -la politica deve riappropiarsi del suo ruolo’, ‘periodo di transizione’ e via dicendo. Coscenza di che, che il sistema è bacato all’origine? Rinnovare cosa? Riappropiarsi di che, visto che siamo tutti sulla stessa barca. Transizione verso cosa? In poche parole, vorrei che qualcuno dicesse in maniera chiara e concreta come si potrebbe fare a far cambiare direzione alla barca e a tutti coloro che remano verso la stessa direzione.

  16. pscattoni scrive:

    @Miccichè. Non è un problema di opposizione o maggioranza, bensì della incapacità dell’insieme di governare una fase di transizione. Personalmente non ho partecipato alla campagna elettorale perché in dissenso con le indicazioni date dal PD. Il vero problema è la sostanziale incapacità di questa amministrazione.
    Più che sul piano strutturale, mi pare che l’inadeguatezza si misuri soprattutto sulla vicenda dell’ex frigomacello. Lì davvero si potevano mettere in relazione diverse competenze e capacità.
    Una domanda per tutti: a proposito avete capito il riferimento del sindaco alla conferenza dei servizi sui nuovi impianti di bioecologia. Faceva riferimento a quella di assai dubbi legittimità che abbiamo discusso anche sul blog o a una nuova?

  17. pscattoni scrive:

    @ Farnetani. Beh il vecchio liberale dovrebbe spiegarci se il New Deal sia stato o meno influente negli USAn degli anni 30, o anche la politica di Beneduce nell’Italia fascista degli stessi anni.
    La politica locale può molto la letteratura sull’argomento è ormai abbondante.

  18. marco farnetani scrive:

    Io da vecchio liberale non posso ribadire la mia convinzione: e cioé che poco la politica possa fare per orientare i fenomeni economici, e che anzi quando tenta di farlo compie più danni che altro… Il continente europeo è in declino economico e sociale, figuriamoci cosa puó fare la giunta chiusina

  19. marco lorenzoni scrive:

    Non ho assistito al dibattito, per altri impegni, ma leggendo queste note trovo conferma ai dubbi che ieri, nel presentare l’iniziativa, avevo espresso sul sito di primapagina. Cioè il timore che l’impostazione sarebbe stata sempre la stessa: propaganda, esaltazione delle cose (poche) realizzate e svicolamenti davanti ai temi più stringenti come quello della crisi economica e di sistema che attanaglia anche Chiusi. Che la politica non abita più nei partiti si era in effetti capito anche dai dibattiti precedenti della medesima festa (quello con Manciullli e Guicciardini, quello su Berlinguer…). L’analisi di Scattoni sui motivi della crisi è condivisibile. Lo sbocco, la cabina di proposta, non saprei. Mi pare francamente difficile vista la riottosità a ragionare delle varie parti in causa (comprese le imprese, le banche, i sindacati, non solo i partiti). E mi pare anche una soluzione un po’ elitaria (chi chiama chi nella Cabina?). E poi c’è il rischio che si trasformi in una sorta di governo ombra delle ombre che parla solo a se stesso o ai muri, ritenendo tutti gli altri (comprese le opposizioni) inadeguati o inaffidabili.

  20. carlo sacco scrive:

    Questa secondo me caro Luciano è la più bella risposta che ho letto in Chiusiblog da quando è stato istituito, e la responsabilità politica che promana da questo discorso che attende a chi guida la città è consequenziale.Uno potrà avere anche 3 o 4 lauree ma si governa con la cultura politica e questa manca ed è un segno dei tempi poichè la gente che conduce è ormai abituata a vedere intorno solo clap,clientes e nostalgici che ogni tanto ripensano a Berlinguer e si beano di detta provenienza, non riflettendo che oggi si assiedono in campo contrario, non ha più dentro di sè, ripeto” dentro di se” le forze che potrebbero smuovere situazioni di stallo.Si affida al sistema, ed è quello invece che li tira in basso.Possono fare tutti i marciapiedi che vogliono, non si sono resi conto che non determinano nulla, o forse sì :la loro permanenza al vertice di un potere asfittico acclamato da chi si crede beneficiato.Le altre strade da percorrere non ci sono,se non forse una:quella di cui mi parlavi di ciò che successe a Cluny nel 1790.Solo quelle cose lasciano i segni nella storia,tutto il resto è ”sistema”.

  21. pmicciche scrive:

    Si, anch’io ero presente sebbene solo per una parte dell’incontro, visto il suo andamento scontato. Il “cambio di registro” che Paolo Scattoni auspica, sembra dettato dalla presa di coscienza di una situazione che poteva anche evolvere diversamente. No, le premesse c’erano tutte sin dall’inizio e anche prima dell’inizio. E’ ben strano lo strabismo per cui in campagna elettorale si fanno delle analisi sull’avversario politico e poi, ad elezioni avvenute, si concede una linea di credito tanto inaspettata quanto immotivata. Chiusi necessita da diversi lustri di un’Opposizione che prefiguri un’alternativa e non di singole opposizioni su temi specifici; necessita soprattutto di un progetto di rilancio attraverso una “visione complessiva” e innovativa. Al momento nessuno si candida a sostituire questa Maggioranza ed è anche il motivo per cui – senza una grande proposta fortemente caratterizzata – si stenta a trovare persone, competenze e i necessari entusiasmi con cui finalizzare questo progetto. Si riaffaccia così quel “programma elettorale di SEL” che era una buona base di partenza ma che poi nemmeno SEL volle applicare. Ecco un’altra anomalia: i programmi elettorali devono servire come breviario di riflessione quotidiana, non solo per la contingenza della campagna elettorale.

  22. lucianofiorani scrive:

    Anch’io ho assistito al dibattito e l’impressione con cui sono tornato a casa è stata quelle di un’inutile perdita di tempo.
    Non so se la proposta di Paolo (Scattoni) è percorribile fin da subito e neanche se è praticabile vista la nostra letargica realtà ma di una cosa sono certo: la politica non abita più nei partiti e l’amministrazione comunale riflette questo vuoto.
    I giovani amministratori ancora fanno fatica a capire quello che grandi politologi (Montesquieu, Tocqueville…) consideravano un elemento che per un politico deve essere scontato: con le plebi si vincono le elezioni ma non si governa.
    Questa è la realtà di Chiusi, intrisa di interessi (più o meno palesi) fortemente consolidati.
    Dopo un anno è ormai evidente, non si può chiedere a questa amministrazione ciò che non è in grado di fare. Serve quindi percorrere altre strade.

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