La fatica della trasparenza e la giovine Italia

di Paolo Scattoni

La vicenda mi ricorda la famosa barzelletta del convento dei tre frati certosini che avevano fatto voto del silenzio. Unica eccezione, soltanto un frate ogni anno poteva rivolgersi agli altri. Il primo anno un frate utilizzò l’evento dicendo “La minestra della cena è troppo salata”. L‘anno successivo il secondo frate si rivolse agli altri con queste parole: “Secondo me invece  la minestra ha poco sale”. Infine, il terzo anno, l’ultimo frate sbottò con “sono stanco di questa discussione sul sale nella minestra”.

Mi pare che i tempi del Comune siano un po’ gli stessi. Ecco la vicenda. Siamo all’11 lugio del 2011; la consigliera di minoranza Fiorini propone una commissione per conoscere la situazione delle iscrizioni alle scuole superiori di Chiusi. Dall’esterno si capisce poco la ratio della richiesta. Un insegnante di quelle scuole osserva che sarebbe bastata una telefonata alle segreterie delle stesse. Comunque la Commissione viene istituita, ma la consigliera Fiorini si dimette subito perché non viene nominata presidente. La sostituisce il capogruppo della Primavera Cioncoloni. Poi di questa Commissione non si sente più parlare.

I lavori della Commissione vengono discussi (pare) nel Consiglio comunale del 28 ottobre 2011. Nessuno nota questa relazione. Si lo confesso, non sono andato ad ascoltare quel Consiglio come d’altra parte più di ottomila cittadini residenti a Chiusi. Allora non c’era neppure la registrazione pubblicata. Comunque dei contenuti nulla si dice, né sulla stampa locale né tanto meno (ci mancherebbe altro!) su questo blog.

Così il poco dibattito sulla scuola deve fare a meno del prezioso documento. Su questa mancanza faccio riferimento in un  articolo sul blog del 17 maggio. Fra l’altro affernavo “Nel luglio  2011 ci fu una baruffa su una commissione del Consiglio comunale che avrebbe dovuto iniziare il lavoro. Quella commissione era a termine, i risultati di quel lavoro non sono stati poi resi pubblici e tanto meno dibattuti. Non  si ha notizia se poi ci sia stato un coordinamento fra scuola e imprese”.

Sullo stesso post così commentava il consigliere Cioncoloni:

La Commissione Consiliare, che era stata richiesta dalla consigliera Fiorini, aveva solo lo scopo di verificare lo stato delle iscrizioni degli studenti. Nonostante questa finalità limitata cercò di andare oltre tentando di fare un quadro della situazione scolastica complessiva e dei possibili sviluppi. Al termine dei lavori ha redatto una relazione finale che è stata illustrata e dibattuta pubblicamente nella seduta del Consiglio Comunale del 28 ottobre 2011 con delibera n. 95”.

così a mia volta rispondevo:

Benissimo. Se il consigliere Cioncoloni ci manda quella relazione la pubblicheremo molto volentieri. Il dibattito potrebbe ripartire da lì”.

Il consigliere comunale Cioncoloni non ha risposto alla richiesta e così il 19 maggio ho intrapreso la procedura di accesso agli atti chiedendo: Relazione della Commissione sulla situazione scolastica discussa nel Consiglio Comunale del 28 ottobre in allegato alla delibera n.95”.

Con una lettera raccomandata datata 6 giugno ma spedita giovedì 9 e a me pervenuta ieri 13 giugno mi si dice:

“Gentile Sig. Paolo Scattoni, riscontrando la sua richiesta di accesso ai documenti prot.n. 7576 del 19/5/2012, Le comunico che la deliberazione del Consiglio Comunale n.95 del 28 ottobre 2011, da lei citata non contiene allegati . Distinti saluti.”

In attesa che qualche lucida testa di qualche frate certosino di stretta osservanza politica dica che è stanco di questa diatriba sulla trasparenza, mi permetto di chiedere:

Ha sbagliato la citazione della delibera il consigliere comunale Cioncoloni? E’ stata discussa una relazione di una  Commissione consiliare senza che venisse allegata a verbale?

Possiamo anche ricordarea qualche sagace funzionario che i tempi della carboneria dovrebbero ormai essere alle spalle da quasi due secoli? Viva l’Italia, più o meno giovane.

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11 risposte a La fatica della trasparenza e la giovine Italia

  1. Paolo Scattoni scrive:

    @Carlo (Sacco). I trenta giorni di tempo, che, ripeto, è il massimo consentito, è previsto per legge. Per quanto riguarda il regolamento specifico per Chiusi se ci viene fornito lo possiamo pubblicare anche sul blog. Per favore non lo fate chiedere a me perché sicuramente i trenta giorni sono sicuri 🙂
    Ecco il link per consultare il testo della 241/90; gli articoli che più interessano sono il 24 e 25.

  2. carlo sacco scrive:

    Per il buon funzionamento del servizio 30 giorni per accedere agli atti ? Una domanda: ma il Regolamento Comunale si può consultare se su tale materia dica proprio così ? Non voglio mettere in dubbio ciò che dice Paolo ma c’è qualcuno che possa spiegare perchè ci voglia questo tempo e se tale decisione fosse verificata vera si possono consultare le relative delibere di quando è stata presa tale decisione di regolamento? Qualcuno lo può confermare che sia scritto così nero su bianco? La domanda è rivolta alla Primavera.

  3. pscattoni scrive:

    La procedura indicata da Marco (Lorenzoni) oggi non sarebbe percorribile. Secondo regolamento occorre presentare domanda scritta e poi ti dicono quando puoi andare entro trenta giorni. La legge prevede trenta giorni perché per il buon funzionamento del servizio si deve differire. Però quella che dovrebbe essere un’eccezione diventa una regola, almeno nei miei confronti, così la risposta viene data sempre verso la fine del periodo con una lettera raccomandata (meno una volta che se ne erano proprio dimenticati). Bisognerebbe ci fosse un po’ più di gente a sperimentare queste incredibili procedure.

  4. marco lorenzoni scrive:

    Certo, Paolo, che c’è un problema di accesso e uno di contenuti… e sono entrambi importanti. Però io farei una battaglia sulle procedure ma vorrei anche focalizzare l’attenzion e sui contenuti , perchè poi alla gente credo sia ciò che interessa di più. Quanto all’accesso, in epoca non molto lontana, una zelante fuzionaria del Comune d Chiusi, di fronte alla mia richiesta di accesso ad alcuni atti, mi rispose: “lei sa che qui è persona non gradita”. Lo sapevo, ma con la richiesta c’entrava poco. Lo feci notare e la zelante funzionaria ribadì che lei aveva ordini precisi… Andai via e mi presentai poco dopo con due carabinieri e rifeci la stessa domanda di prima… la zelante fuzionaria si mise a piangere e mi diede copia degli atti che cercavo. Indipendentemente dagli “ordini precisi”. Se è questo che vogliono, cominciamo tutti a fare così… E se qualcuno piange, pazienza.

  5. carlo sacco scrive:

    Sia Luciano che Paolo hanno dato risposte argomentate e convincenti,ma che chiaramente non esauriscono la ragione del comportamento della Maggioranza.E’ chiaro che a tale status dovrebbero intervenire i cittadini oppure l’opposizione organizzata.Con un breve ragionamento sulla questione(lo chiedo a me stesso): e’ possibile che un ricorso al TAR sia gravabile sulle finanze del richiedente?Posso allora pensare che non sia il TAR una struttura democratica o organizzata per far rispettare la democrazia.Allora? Il TAR è chiamato a giudicare la giustezza o meno di un comportamento di un organo pubblico e mi si spieghi per quale motivo occorre che il facente ricorso si debba frugare le tasche? Se un comportamento di una struttura pubblica Ente o Pubblica Amministrazione che sia si ritiene che faccia cose al di fuori del consentito vi sembra normale che il richiedente debba frugarsi le tasche?Ma si sta richiedendo aderenza alla normativa mica ad una cosa inventata quando ci si alza alla mattina?Diversamente si dà adito ad uno dei contendenti di fare quello che vuole tanto il ricorso costa migliaia di Euro e allora la paura di pagarli a fondo perduto esiste e allora tutto passa sopra la testa.Non ho cultura giuridica e forse si sente dai miei discorsi,ma vi sembra normale una cosa del genere quando si tratta di dirimere una diatriba riguardante il funzionamento democratico di strutture pubbliche e non un contenzioso tra privati?

  6. pscattoni scrive:

    In teoria, salvo eccezioni, tutta la documentazione è pubblica. La legge 241 del 1990 stabilisce quali sono le possibili eccezione (tipo sicurezza nazionale, etc.). Poi però c’è l’interpretazione capziosa della legge. Si può argomentare sulla motivazione: perché mi chiedi questo documento? Lo fai per disturbare il manovratore che ha tanto da fare? La motivazione del diniego è però obbligatoria. In questo caso si dice che il documento non è univocamente individuabile perché ho fatto riferimento ad allegato, mentre il testo è inserito nel corpo della delibera (sic). E’ ovvio che la motivazione è speciosa e non regge. Per argomentare però occorre fare ricorso al Difensore Civico, cosa che probabilmente farò e fra due o tre mesi avrò risposta. Si può poi ricorrere al TAR ma questa procedura è costosa. Diciamo a sgrosso circa 2/3000 euro. Ovviamnete i consiglieri sono avvantaggiati perché la motivazione può essere semplicemente quella di una necessità di conoscenza per la funzione che svolgono su cui è problematico argomentare.

  7. lucianofiorani scrive:

    XCarlo Sacco. Non è così semplice come la fai tu. Tanto per dirne una i ricorsi al Tar sono possibili ma costano. Se su ogni quisquilia si deve ricorrere alla carta bollata si sta freschi.
    Certo che la strada che suggerisci andrebbe percorsa un po’ più spesso ma c’è sempre il rischio concreto di fornire lavoro agli azzeccagarbugli invece che snellire le procedure.
    Com’è che quando esistevano i partiti casi del tipo di cui si discute erano rarissimi? Perchè era stato trovato un modus vivendi.
    Oggi non c’è più e chi comanda pensa di fare il proprio comodo specie se di fronte ha “solo” dei cittadini (più o meno organizzati).

  8. carlo sacco scrive:

    Mi sembra che si usino fiumi di parole per girare intorno alle questioni per incensare le stesse di una cortina di nebbia.Ma ditemi una cosa: io, nella mia ignoranza delle questioni, riterrei che se una materia è di accesso pubblico e se venga ostacolato con mezzi o di rimando o poco chiari il loro accesso come voi fate capire dai vostri discorsi,l’unico ricorso è quello di rivolgersi subito senza traccheggiamenti verso un’autorità superiore.Non ci sono altri modi che tengano, senza stare a pregare ed imbastire sussuri.”Me lo fornisci tale documento?”.Risposta:Si eccotelo, oppure no perchè tale motivazione di richiesta non ti è permessa,per tale natura di atti ecc ecc”.Ma semprechè un atto sia pubblico tale autorità superiore ritengo che abbia il compito di verificare se l’istanza sia veritiera o meno.Se si appura che l’istanza sia veritiera(si appura dai documenti di richiesta credo e dalla natura del documento richiesto e dal titolare della richiesta se ne abbia facolà)l’autorità procede.Ma vi fate scherno di fare questi passi per una cosa di normale democrazia come quella del genere e che dite venga negata.Ma che è un tiro alla fune fra due opposte fazioni?Ma non funziona così, lo sapete meglio di me. Ed allora perchè succede questa storia da mesi e mesi?Mi dite allora chi ha ragione?Perchè la ragione anche quì non è di tutti e due,la ragione è una.O no?Scusate,se no uno può pensare che vi sia del torbido dietro a chiunque.Voi che pensereste diversamente ?

  9. pscattoni scrive:

    Di seguito un messaggio che ho ricevuto dal consigliere GIORGIO CIONCOLONI. Spero che ne arrivino anche da altri consiglieri:

    E’ assurdo il modo con cui trattano le richieste di accesso agli atti. E’ una lotta continua, quasi quotidiana, per poter avere i documenti che servono, che poi sono documenti pubblici, cioè di tutti i cittadini. Ma i sindaci ormai considerano il comune casa propria e i documenti cosa loro, che coniugato in prima persona diventa “cosa nostra” e i funzionari “zelanti” fanno di tutto per accontentarli, anche interpretare le leggi sempre a loro favore.
    Mi dispiace per la relazione sulla commissione ma o non ho letto la tua richiesta oppure me ne sono dimenticato perché io ho un mio archivio delle delibere di consiglio che ho scaricato periodicamente dall’albo pretorio prima che venissero tolte e quindi avrei potuto mandarti la delibera senza che tu facessi richiesta.
    La risposta che ti hanno dato è assurda e chiaramente in malafede perché in effetti non esistono allegati alla delibera ma la relazione è inserita nella delibera stessa e quindi sarebbe bastato inviarti la delibera.
    Stiamo preparando una mozione per fare in modo che tutti gli atti pubblicati all’albo pretorio rimangano definitivamente in un archivio on line così che siano sempre consultabili.
    Ciao

  10. pscattoni scrive:

    Il problema del contenuto di quel rapporto è una cosa. L’accesso alla documentazione un’altra.
    E’ il secondo aspetto che qui interessa: ci sono leggi che garantiscono l’accesso alla documentazione pubblica e con motivazioni risibili lo si nega.

  11. marco lorenzoni scrive:

    Ma a quest punto, fatte salve le giuste rivendicazioni sull’acceso agli atti e la trasparenza, non è più semplice chiedere a Cioncoloni e agli altri componenti che forniscano i dati emersi dal lavoro di quella commisione?
    In sostanza si può sapere quale è lo stato delle scuole di Chiusi, iscrizioni comprese, magari aggiornato ad oggi e non al 2011?

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