28 anni fa moriva Enrico Berlinguer

di Emanuele Ferrara

Ieri, 11 giugno 2012 ricorreva il ventottesimo anniversario della morte di Enrico Berlinguer segretario generale del PCI morto a Padova l’11 giugno 1984 a seguito di ictus celebrale che lo colpì durante il comizio in Piazza della Frutta. Nonostante siano trascorsi 28 anni, le sue intuizioni politiche sono di un’attualità sconvolgente.

Diceva Berlinguer: “Nella realtà politica del nostro paese la vera grande ed intollerabile “questione morale” è costituita dal potere illimitato esercitato dai partiti nella società e dalle nefaste conseguenze che questo potere esercita nelle coscienze dei semplici cittadini e fra gli stessi operatori economici e culturali”. Com’è terribilmente attuale quel pensiero!

Ma chi era veramente Enrico Berlinguer?

Era una persona che odorava di pulito. Lo guardavi, lo ascoltavi, e potevi avere tutte le opinioni che volevi, ma certi sospetti non ti venivano mai in mente. C’era una grandezza in quella lotta politica..Mi piaceva quel suo comportamento quasi puritano, rigoroso. Egli era convinto che senza morale non si fa politica, e se le due cose non coincidono si va verso il disastro. Ricordo le ire e gli sberleffi che Berlinguer si attirò sulla questione morale, tanto da scandire: “Non c’è ragione di essere antifascisti se non si vive in modo morale”. Sono trascorsi 28 anni dalla sua scomparsa, cosa ci resta oggi di Berlinguer? Resta l’esempio di come si fa politica, di un rapporto diretto e reale tra un’idea e la vita. Berlinguer è stato una grande occasione perduta nella vita italiana. Penso alla sua proposta di austerità, al suo rigore, al suo esempio e mi accorgo che la sua figura non è mai stata neppure sfiorata da polemiche volgari come quelle che oggi ci avvelenano.

Le sue parole erano nette e comprensibili, la sua immagine testimoniava pazienza e fatica, severità e tenerezza. Si intuiva in lui una grande forza insospettabile, in un’apparenza così fragile. La gente sapeva che quell’uomo non si studiava allo specchio, non faceva prove con i giornalisti compiacenti, non ricorreva a consiglieri di immagine.

Credeva in ciò che faceva, perchè ne trasmetteva la passione. Tuttavia fu irriso quando pronunciò parole come rigore, austerità, tensione morale, solidarietà. Ma egli guardava lontavo, intravedeva i nessi tra risorse e ambiente, tra sviluppo economico e giustizia sociale, avvertendo il bisogno di una diversa armonia planetaria. Quando morì fu salutato da oltre due milioni di persone. Una cosa mai vista!

E tutta quella gente era là non soltanto per un sentimento di dolore ma più ancora per un senso di paura. Ciascuno sentiva in cuor suo che da quel momento era un po’ più solo. Molti si domandavano: adesso che facciamo? E il silenzio avvolse Roma. Chilometri di silenzio, solo un rumore di passi. Silenzio di paura, di incertezza: era vento meno un punto di riferimento straordinario.

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9 risposte a 28 anni fa moriva Enrico Berlinguer

  1. carlo sacco scrive:

    Parole sante Giglioni, si potrebbero scrivere sulla pietra. Ma allora tutti dovremmo riflettere(dico tutti,attento ) a quanto è venuto dopo con la fine della 1°Repubblica,con Berlusconi, con la trasformazione del PCI in PDS,DS e poi PD. Non ti sembra che la forza della società capitalista abbia plasmato come voleva chi poteva dar fastidio e chi premeva per immettere progressivi elementi di socialismo nella società? Nessuno vuole fare le rivoluzioni di piazza ma se si dimentica i valori fondamentali delle proprie origini si perde in partenza ed i problemi attorno a noi si incancreniscono. E’quanto succede oggi, e purtroppo culturalmente questo non è chiaro che ad una sparuta minoranza. La maggioranza che stà dentro quell’asse con Monti rema in una certa direzione perchè crede che dopo il crollo del muro di Berlino il capitalismo -ossia il mercato- possa ancora risolvere le questioni fondamentali dell’umanità, ed ancora non si è resa conto che andando in quella direzione si perde, non la sinistra, ma tutti.
    Non ho ricette, perchè siamo uomini della strada, ma un senso critico generale dovremmo averlo di conseguenza, e il nostro peso sebbene infinitesimale e individuale dovremmo farlo valere sulla bilancia degli equilibri interni alla politica.
    Questo fin’ora non è avvenuto a sinistra, è avvenuto e sta avvenendo il contrario….

  2. Paolo Giglioni scrive:

    Mi ricordo quei giorni e quanto vorrei ricordare e raccontarli ai miei nipoti ! Posso dire che il giorno del funerale ero a Roma ed ebbi per la prima volta l’orgoglio di appartenere ad una grande storia, fatta di figure eroiche che erano il carburante del PCI ! Berlinguer per quelli della mia generazione era l’ultimo eroe, dopo di lui figure che potessero rappresentare questa coscienza non ce ne sono più state ! Quando lo andavi a sentire avevi la sensazione di aver appreso una lezione di politica ! Mi ricordo la sua intervista fatta su l’Unita in occasione della ricorrenza di Orwell 1984, una previsione del mondo , della capacita’ che ogni comunista deve avere : non aver paura del futuro ! L’aver previsto la necessita’ di un governo mondiale del cambiamento ! Ecco quello che in poche righe posso dire di Enrico Berlinguer !

  3. Gentile Signor Luciano Gherardi trovo del tutto fuori luogo la sua critica nell’espressione da me usata nei confronti di E.Berlinguer che “profumava di pulito”. La mia è una metafora che non ha nulla a che vedere con la pubblicità dei detersivi, e mi sembra oltremodo fuorviante, e offensivo voler forzare un concetto che voleva semplicemente esprimere un’aspetto rigoroso e morale difficilmente riscontrabile nella attuale classe politica.

  4. carlo sacco scrive:

    Caro Luciano Fiorani, è improponibile per la ragione che il fatto che dici tu è la forza ed il carattere che la DC ha impresso alla società negli anni di governo precedenti e seguenti la scomparsa di quel leader.La sinistra è entrata in una area dove sono stati condannati gli ideali, dove è apparso normale rubare, dove è aumentata la dipendenza da ciò che poi andrà a formare il Berlusconismo (Yuppismo, successo, denaro, rifiuto della politica come concezione di sporcizia,americanismo in ogni manifestazione della vita e del sociale,attacco alle conquiste del mondo del lavoro, Reaganismo,privatizzazioni,non rispetto dei vincoli in economia e nuova formulazione di leggi che favorivano lo sviluppo che ha portato-e lo vediamo oggi-al crollo dell’idea che il sistema così impostato possa avere un futuro).Di questo passo siamo arrivati sino ad oggi.Dopo quegli anni chiediamocelo,c’è stata ”più sinistra” o ”meno sinistra” nella società ? Fate i conti se la ”lotta di classe” l’abbiano fatta i ceti sociali meno abbienti oppure l’hanno fatta quelli ricchi contro i ceti sociali poveri.basta guardare alla ricchezza prodotta e redistribuita chi abbia privilegiato ed il discorso si chiude.Forse con obbiettività tutti vi darete risposta da soli.

  5. lucianofiorani scrive:

    L’ultimo grande leader che ha avuto la sinistra in Italia. Sul “compromesso storico” ricordo che quando arrivai da queste parti il Pci locale faceva molta fatica a digerire quella scelta. Così come c’era assai poco entusiasmo su questione morale e austerità.
    Certo fare i paragoni con quello che passa ora il convento è semplicemente improponibile.

  6. luana scipioni scrive:

    Come sono vere queste parole ! Molti uomini e donne che si sono affacciati in questi anni alla politica e all’impegno pubblico dovrebbero leggerlo, troverebbero analisi e proposte assai attuali . Per me resta un grande rimpianto per averlo perso e la consapevolezza di un grande privilegio per averlo conosciuto.

  7. Nel 1975 uscii dal PCI e lasciai il mio impegno di capogruppo PCI in comune e me ne andai dal partito.La svolta, dettatta dalla paura -dichiarata-del pinochettismo in Italia non mi piaceva ed approdai al Pdup per il comunismo. Oggi, con gente come Renzi in circolazione, finisco per rimpiangere una persona del livello di Berlinguer. Anche perchè in giro non se ne vedono più. Però dire che “profumava di pulito” come nella pubblicità del Coccolino mi sembra francamente vergognoso.

  8. Qualcuno era comunista perchè Berlinguer era una brava persona!
    (G. Gaber)

  9. fulvio barni scrive:

    “Molti si domandavano: adesso che facciamo?”. Verità sacosanta. Quanta strada ha percorso all’indietro la sinistra dopo la sua morte. Qualcuno dirà che sono retorico, lo so, ma voglio dirlo lo stesso: non ci sono più uomini del suo spessore, etico, morale e politico.
    Ogni giorno che passa ci accorgiamo sempre più quanto ci mancano gli uomini come lui.

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