Memoria fotografica sul Kuomingtang: Alle origini della Cina moderna

di Carlo Sacco

Chi l’ha detto che il presente che viviamo abbia ormai soppiantato interamente il passato in modo da cancellarlo definitivamente anche negli epitaffi che la storia ha prodotto? Spesso e anche in maniera fortuita le cose ci passano vicino in maniera silenziosa, evanescente e il fatto di non saperle riconoscere è basato più sulle nostre limitate facoltà e alla fretta del nostro vivere.

Molto dipende anche dal saper vedere e osservare, ma non solo da questo. Occorre avere la pazienza di soffermarsi poiché la teoria delle “cose che vengono a noi”, quasi avessero un anima, non è che un parto irrazionale della nostra mente. La prova, questa volta l’ho avuta, come in precedenza nei luoghi più disparati, a Bologna il 5 maggio scorso.

Alla prima edizione del Convegno Numismatico-Filatelico 2012, come tutti gli anni, sono andato a visitare gli espositori che si scambiavano monete e francobolli. C’erano anche diversi banchi di collezioni cartacee e quindi anche di fotografie, le più diverse, soprattutto riguardanti la storia. Curiosando in mezzo a quelle carte ho rinvenuto un album di foto alle quali, il venditore non aveva dato alcuna importanza anche perché conteneva immagini degli anni ’30 scattate in Cina: un luogo lontano da noi e dalla nostra cultura.

In quell’album c’era la dedica di una religiosa italiana, probabilmente missionaria, che dedicava l’album ad un suo nipote con una scritta: “Shensi Meridionale-Cina, 4 Dicembre 1934’’. Incuriosito mi sono messo ad osservare le foto e ad un tratto tra foto vere e cartoline d’epoca (rigorosamente in bianco nero) sono venute fuori 9 immagini dove sono ripresi i capi supremi del Kuomingtang, incluso Chiang Kai Shek, attorniato da alcuni suoi generali e marescialli, noti come “i signori della guerra”, a cui è legata gran parte della storia della Cina moderna.

Inutile dire che il prezzo dell’album in confronto a ciò che conteneva era come se fosse “regalato”. Il venditore non sapeva ciò che vendeva, non tanto per i personaggi che anche all’epoca erano super fotografati (oggi se si va su Google Immagini e si clicca Chiang Kai Shek ne escono a centinaia) ma per il fatto che tali immagini erano state riprese in un momento speciale che attribuiva ad esse unicità e rarità storica per quello che mostravano. Ovviamente non me le son fatte scappare. Poi, a casa,  mi sono preso qualche giorno di tempo per ricercare avvenimenti e personaggi. Alcuni devono ancora essere identificati, ma si può dire che siamo sula buona strada….

Essendo immagini scattate nel Dicembre 1934 riguardano il momento in cui le forze nazionaliste del Kuomingtang, con a capo Chiang Kai Shek che aveva già da molto tempo soppiantato il Dr. Sun Yat Sen, avevano circondato l’esercito rosso di Mao Tse Tung e di Chu Teh che dallo Shensi erano riusciti a scappare verso Yenan, iniziando “La Lunga Marcia”, finita, dopo anni di combattimenti, con la conquista di tutta la Cina da parte dell’esercito popolare. Il 1° Ottobre 1949 Mao proclamò la Repubblica Popolare Cinese dal palco di piazza Tien An Men dopo aver costretto Chiang Kai Shek, protetto dagli americani, a rifugiarsi a Taiwan.

Con questa particolare acquisizione l’Archivio della Associazione The Face of Asia si arricchisce di altre immagini, totalmente inedite e preziose, riguardanti la Storia del paese più popoloso al mondo. La Cina è passata in pochi decenni da una storia medievale di schiavitù feudali (alimentate nell’ultimo secolo dalle potenze occidentali, con il loro sanguinario imperialismo politico ed economico) al rango di paese dove è stato recentemente risolto (parlando “di diritti umani”) il più importante diritto: quello al cibo. Le razioni pro capite già 10 anni fa erano superiori a quelle degli Stati Uniti (La Stampa 29/12/1999 ) per non parlare della velocità di espansione di istruzione, lavoro, sanità e casa. Mentre nel resto del mondo la distanza fra ricchi e poveri è in continua scandalosa crescita in Cina la tendenza è di segno contrario. In rapporto ai più ricchi i poveri diventano sempre meno poveri.

Le foto dell’album sono un piccolo pezzo di storia, e ci parlano di quanto sia costato a centinaia di milioni di contadini cinesi (diretti da un colore politico che oggi viene definito in occidente, senza vergogna, degno della “pattumiera della storia”) entrare nel mondo moderno. Abbiamo dimenticato che i nostri diritti umani nel libero occidente si fondano anche sul sangue versato da quelle centinaia di milioni di persone che sono i nonni dei cinesi che vediamo oggi al lavoro nelle nostre città. Tra contraddizioni e tragedie si sono liberati dai fardelli della schiavitù più spietata e del medio evo. E pensare che noi italiani, oggi civili ”europei”, eravamo pervicacemente contro di loro fino a pochi anni fa, e votavamo perché non fossero ammessi nemmeno all’ONU.

Le vecchie foto servono anche per non dimenticare.

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5 risposte a Memoria fotografica sul Kuomingtang: Alle origini della Cina moderna

  1. carlo sacco scrive:

    E’ verissimo quello che tu dici che non è affatto leggero fare l’operaio in Cina.Le riflessioni che cercavo di far muovere riflettendo erano senz’altro anche quelli che tu fai, ma credo che si debbano inquadrare anche nel campo più vasto di una evoluzione nella stessa Cina. E se capiranno che il Capitalismo applicato al Socialismo(ormai di socialismo secondo il nostro metro ce n’è rimasto ben poco in quel paese) produce sottosviluppo come credo anch’io possa produre forse andranno in direzione contraria una volta assodato che non sia giusta la coesistenza con 100 milioni di ricchi e un miliardo e trecentomilioni di poveri.Fin’ora quel potere è sopravvissuto perchè ha avuto la valvola di sfogo del consumismo ma teniamo sempre conto da quali condizioni veniva quel popolo.Qui abbiamo perfezionato il Capitalismo da 2000 anni, lo abbiamo esportato a modello di altre popolazioni e quindi anche a loro.Abbiamo reso un buon servizio al mondo ed ai suoi abitanti ? E’ da chiederselo.Il partito degli operai e dei contadini è una realtà che sta cambiando anche lì.E’ il più grande cambiamento che un quarto dell’umanità abbia fatto o sopportato in un arco storico di 20 anni.Che siano sotto osservazione è lecito, ma i maestri nel nostro emisfero non sono molto attendibili.Anzi, per nulla.

  2. marco lorenzoni scrive:

    Certo Carlo, non si può misurare la Cina con il metro occidentale, né tantomeno l’Occidente può essere considerato il miglore dei mondi possibile, ma fare l’operaio in Cina non dev’essere una passeggiata… anche se dal dopoguerra governa “il partito degli operai e dei contadini…” Può esistere contraddizione più grande di un capitalismo sfrenato gestito da un potere che si definisce comunista?

  3. carlo sacco scrive:

    Accettare di liberalizzare l’economia senza liberalizzare la politica è un segno di visione corta e tale responsabilità se la sono presi Deng Xiao Ping e coloro che seguivano tale linea. In questo sia lui che coloro che sono venuti dopo hanno avuto la responsabilità di far penetrare il più bieco capitalismo ed affidarne la gestione a classi che avevano il partito come riferimento e che il partito stesso sclerotizzatosi aveva lavorato per alimentare.
    Non difendo la banda dei 4, ma sotto tale cielo forse qualche ragione in più l’avevano. Non credo sia facile tenere insieme un miliardo e 400 milioni di uomini ed è chiaro che se rapportato all’Europa o agli Stati Uniti e tantopiù l’italia la natura delle stesse cose messe in ballo come democrazia, libertà individuali, politiche, di espressione ecc… giocoforza non vanno lette con i criteri misurati col nostro metro. I Cinesi hanno dimostrato di essere un popolo pragmatico e tale loro condizione gli ha permesso di raggiungere in quanto a ricchezza e potenza altissimi livelli in pochissimo tempo tali da condizionare anche gli stessi Stati Uniti che oggi per esempio si scaldano tanto per la questione del Tibet.
    Pensate davvero che gliene importi qualcosa per esempio del Tibet stesso, quando hanno già da decenni prodotto alleanze mortali per altri stati il cui elenco sarebbe lungo a non finire mentre nello stesso tempo godono della fama di Country of Freedom? Freedom forse per loro, ma forse nemmeno, se è vero che hanno 60 milioni di poveri dentro i loro confini.

  4. marco lorenzoni scrive:

    Il “bandito Chu Mao” o se volgiamo il “compango Mao ze Dong”( (secondo le più recenti traduzioni) ha avuto senz’altro i suoi meriti nell’emancipazione dei cinesi da un sistema feudale e medievale… ma anche lui, come la banda dei 4, e poi Deng Xiao Ping e compagnia non è che abbiano brillato per affermazione di principi democratici… e la Cina di oggi dove comanda ancora un partito Couunista è il Paese dove vige il capitalismo più spinto, più aggressivo e feroce del pianeta… Non so se era questo che sognava Mao… Di certo la ciambella mica gli è venuta tanto bene…

  5. carlo sacco scrive:

    Un aggiunta al Post: Le foto pubblicate sull’articolo riguardano appunto Chiang Kai Shek, capo supremo del Kuomingtang ed i maggiori ”Signori della Guerra” come la persona nella destra della foto alta e corpulenta con barba e cappello che è Feng Yuxiang anche lui capo supremo dell’esercito al quale altri numerosi ”signori della guerra” che proteggevano i proprietari feudali si erano alleati per tentare di proteggersi dal bandito chiamato ”Chu-Mao, parola identificativa di mao Tse Tung e di Chu Teh il capo militare della ”Lunga Marcia”.
    La moneta che vedete rappresentata è un 200 cash in rame proprio del 1934,coniato dalla prima zecca delle zone liberate da Mao : ”Il Soviet dello Shensi”, ed è oggi reputata quasi introvabile,ma i cinesi odierni- abili falsari-hanno creato una serie infinita di dette monete, per fare ”il pacco” ai turisti occidentali…”Neapolis docet”..Tale pezzo è però originale da me acquistato in una collezione privata in Cina nel 1983.

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