E’ assai probabile che il servizio di Report di ieri sera sul sistema Siena avrà ampia risonanza a livello locale e nazionale. Dalla trasmissione emerge un quadro devastante.
Molte delle informazioni erano conosciute dai più, ma il metterle insieme rende sgomenti. In poco più di dieci anni una grande tradizione civica che aveva nei secoli prodotto un insieme di punti di eccellenza: una solida coesione sociale maturata anche grazie all’organizzazione palio, uno dei più antichi atenei del mondo con punte di eccellenza, una banca gestita dalla stessa comunità locale e che vedeva reinvestiti gli utili anche sulla città e il suo territorio, è finita alle ortiche.
Dall’intervista a Stefano Bisi, maestro venerabile del Grande Oriente, nonché direttore del Corriere di Siena, emerge la filosofia che ha (s)governato Siena: il groviglio armonioso. Le grandi istituzioni della città (Comune, Università, Banca e Fondazione) sono state gestite attraverso questo “groviglio armonioso”.
Così i circoli più o meno riservati, le reti di conoscenze che hanno visto lavorare insieme destra e sinistra hanno trovato una convergenza che ha portato al disastro economico delle quattro grandi istituzioni senesi. Una ricchezza immensa pari a molti miliardi di euro è ora ridotta a una sua frazione, contornata da una montagna di debiti.
Noi, qui a Chiusi, questo disastro lo abbiamo vissuto di riflesso. Sapevamo di questo o quello entrato in Fondazione, i soldi che questo o quello erano riusciti a portare per finanziare opere più o meno utili.
Oggi è chiaro che l’eredità del “groviglio armonioso” avrà conseguenze pesanti e negative anche per il nostro territorio.
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