1750: nel Granducato di Toscana si uniforma il calendario

di Fulvio Barni

La festività dell’ Annunciazione, festeggiata sin dai primi secoli dopo Cristo dalla chiesa Cattolica, fu fissata attorno al VII secolo, il 25 marzo. Giorno che precede esattamente di nove mesi la data del Natale.

La particolarità della città di Firenze non è tanto quella di aver fissato l’inizio dell’ anno civile ab Incarnatione, bensì l’aver mantenuto tale tradizione ben oltre l’anno 1582, da in cui entra in vigore il calendario gregoriano, che fissa l’inizio dell’ anno il 1° gennaio.

Questa tradizionale scansione del tempo civile fu in uso a Firenze, e in seguito nel Granducato di Toscana, fino al 1750. Anno a partire dal quale il granduca Francesco II di Lorena impose il calendario gregoriano per gli usi commerciali e le scritture pubbliche. Anche a Siena, e da quando entrò a far parte della repubblica senese anche a Chiusi, dal X secolo fino al 31 dicembre 1749, vigeva il calendario detto “dell’Incarnazione”, che faceva iniziare l’anno il 25 marzo, posticipando sull’odierno di due mesi e 24 giorni.

Confrontandolo con il nostro, corrispondeva solo dal 25 marzo al 31 dicembre e quindi, per fare il computo esatto degli anni per il periodo che va dal 1° gennaio al 24 marzo, bisogna sempre togliere un anno. Tale calendario fu detto anche dello “stile fiorentino” per l’uso che se ne fece a Firenze e in altre città della Toscana fra cui, appunto, Siena.

Papa Eugenio IV nel 1445 lo rese obbligatorio, mentre Gregorio XIII cominciò a datare le bolle con lo stile moderno, uso confermato definitivamente nel 1691 da Innocenzo XII. Come sappiamo, il nome di Gregorio XIII è legato al nostro calendario, denominato appunto “Gregoriano”, in quanto egli riformò quello precedente detto “Giuliano” (da Giulio Cesare), che ogni 128 anni perdeva un giorno.

Per tale motivo, con una Bolla del 24 febbraio 1581, il Pontefice riportò l’equinozio, che nel frattempo si era spostato all’11 marzo, alla sua data naturale del 21 marzo. Per ristabilire poi l’equilibrio, ordinò di sopprimere i giorni dal 5 al 14 ottobre 1581, che furono considerati come non fossero mai esistiti.

A supporto di quanto sopra scritto, ho trovato una curiosità nel sito del signor Orlando Papei di Siena, Il Palio.org, dove viene riportata l’annotazione fatta dal parroco sul registro dei battesimi il 1° gennaio del 1750.

In esecuzione della legge dell’Augustissimo Imperatore Francesco Gran Duca di Toscana nostro Clementissimo Signore il dì 20 novembre 1749 che comincia essendo noi informati = si è lasciato di contare gli Anni, che fin’ora secondo lo stile Fiorentino, Pisano, si computavano dall’Incarnazione del nostro Signore Gesù Cristo, ed in luogo del detto stile si è introdotto l’altro comune di servirsi dell’era Cristiana Volgare, ricevuta comunemente che comincerà à contare dalla Natività, secondo la quale questo dì primo Gennajo è il principio dell’Anno Millesettecentocinquanta. E tutto questo ho notato di mia mano nel presente = libro = à perpetua memoria, ed acciochè per l’intelligenza e degl’atti celebrata fino al presente giorno, costì sempre dall’antico stile e dalla presente variazione, e della maniera con cui si è eseguita. Questo dì primo Gennajo 1750.
Io Artemio Mancini Piovano nella Chiesa Plebana di S.Giovanni Battista”.

Registro battesimi di S.Giovanni Battista sotto la Metropolitana di Siena– libro 1046

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