Il Pd non c’è più. La “Lista Scaramelli” dovrà contare sulle sue forze

di Luciano Fiorani

Una delle conseguenze più vistose della lunga fase preparatoria e dell’estenuante campagna elettorale è senza dubbio il dissolvimento del Partito democratico. Un fatto senza precedenti nel nostro comune. L’esito elettorale non ha fatto che certificare quello che era, da tempo, sotto gli occhi di tutti.

Il partito egemone a Chiusi ha fatto parlar di se solo per gli scontri interni e per il commissariamento. Non una parola né prima né durante né dopo la campagna elettorale sui problemi del paese e le prospettive politiche. Insomma il nulla. Nel nuovo Consiglio comunale solo cinque dei tredici eletti hanno la tessera del Pd (Scaramelli, Bettollini, Marchini, Brilli e Fatighenti).

Poco male se fosse una scelta deliberata, ma il risultato è la naturale conseguenza di mesi di guerre interne che hanno lacerato il già debole gruppo dirigente. Le bocciature di Agostinelli, Leandri (due quadri dirigenti esponenti dell’ala rinnovatrice) e quella di Bittoni non sono certo casuali.

L’accordo di facciata che ha portato alla candidatura di Stefano Scaramelli, com’era facile prevedere, non ha retto alla prova dei fatti, e in campagna elettorale si è scatenata la guerra delle preferenze che ha portato in Consiglio comunale solo i candidati “più fidati” del nuovo sindaco.

Se un fatto va riconosciuto è che Scaramelli ha corso praticamente da solo, i partiti che sulla carta lo appoggiavano infatti non si sono certo visti in campagna elettorale e naturalmente i voti sono arrivati oltre che dal tradizionale elettorato ex Pci anche e soprattutto dagli ambienti in cui il nuovo sindaco ha potuto far valere il frenetico attivismo e i rapporti consolidati.

Anche nella scelta dei candidati ha prevalso più la logica amicale che politica e il risultato elettorale non ha fatto che fotografare questa realtà. Nella composizione della giunta, par di capire che le logiche saranno più o meno le stesse.

 Ormai senza gruppo dirigente il Pd si vede costretto ad affidare al nuovo sindaco e a singoli personaggi sia la cura dei rapporti con gli alleati che la definizione degli incarichi. Non essendo il Partito democratico in grado di esprimere alcun indirizzo si procede come in una qualsiasi lista civica. Proprio perchè, in realtà, quella che ha vinto le elezioni, seppur con la decisiva benedizione di Ceccobao, altro non è che la “lista Scaramelli”.

Se questa impostazione, pur facendo perdere alla coalizione oltre il 20% di consensi rispetto a tre anni fa, ha consentito di riconquistare l’amministrazione comunale certo non pare offrire le migliori garanzie di governo.

Venerdì saranno annunciati i nuovi assessori, ma si può star certi fin da ora che la giunta sarà il frutto di logiche diverse e contrastanti. Riuscirà Stefano Scaramelli a tenere insieme le tante anime che lo hanno portato a guidare il comune? E’ quello che in tanti si chiedono, proprio perchè alle spalle non può più contare su un partito solido e perchè negli otto anni di assessore non si è mai cimentato con problemi di questo genere.

Quanto al Pd, è difficile ipotizzarne il futuro a Chiusi, perchè la resa dei conti finale è attesa per dopo l’estate.

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