Bologni: Il comodato è l’occasione per chiedere alla Soprintendenza un maggiore impegno per Chiusi

di Alessandro Bologni

Al punto 4 all’ordine del giorno del Consiglio Comunale di ieri c’era: Comodato dell’edificio denominato “ex casa del Fascio”-Approvazione.

In sostanza il comodato è gratuito, e qui di seguito riporto il mio intervento alla fine del quale il sindaco ha risposto, probabilmente approvando alcune delle nostre osservazioni, che quando ci sono delle osservazioni da fare su certi documenti è meglio se le facciamo presenti al Sindaco nei giorni prima del Consiglio perché nella seduta non c’è più tempo per correggere il documento. Così rispondendomi, credo che ancora una volta si sia svilito il ruolo politico dei consiglieri comunali e del Consiglio. Ecco il mio intervento:

Con l’atto in discussione il Comune della Città di Chiusi si rende disponibile a concedere alla Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana un comodato d’uso a titolo totalmente gratuito di pregevoli locali di notevole valore sia storico, che economico.

Nel presente intervento si conviene che il suddetto Ufficio Ministeriale possa continuare gratuitamente a svolgere le sue importanti attività nei locali dell’Ex Casa del Fascio, e si intende chiarire la volontà di adoperarsi con ogni mezzo possibile sia per difendere la presenza del laboratorio di restauro nel centro storico, sia per agevolarne il lavoro, poiché è ritenuto una risorsa indispensabile per la buona conservazione delle ricchezze del territorio, nonché per le professionalità di altissimo profilo che il laboratorio riesce a esprimere.

Contemporaneamente si ritiene che il Comune debba cogliere quest’occasione del rinnovo del comodato per intervenire con più autorevolezza nel rivendicare maggiore attenzione da parte della Soprintendenza verso il nostro territorio comunale, che deve essere rivolta non solo alla tutela del patrimonio cittadino, ma soprattutto alla sua valorizzazione.

La valorizzazione del patrimonio, infatti, è materia concorrente: ciò significa che non è funzione esclusiva dello Stato, ma di tutta la Repubblica. Secondo gli Artt. 6 e 7 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.L. 22 Gennaio 2004 n.42), infatti, entrambi i soggetti interessati al comodato sono chiamati a concorrere nella valorizzazione dei Beni Culturali.

Nello specifico, sarebbe necessario inserire il comodato d’uso in un progetto più ampio di collaborazione fra i due Enti, affinché il Comune possa stimolare la Soprintendenza a intervenire in maniera efficace nel porre rimedio ai numerosi problemi che senza un suo intervento sarebbero irresolubili.

S’intende far riferimento, in primis, al Biglietto Unico, la cui mancata reintroduzione impedisce ancora un’adeguata fruizione e valorizzazione dei musei cittadini e penalizza non solo il Museo Civico, ma anche il Museo Archeologico Nazionale che in passato è stato vettore di notevoli finanziamenti del Comune di Chiusi.

Inoltre lo scavo della villa romana in Via de’ Longobardi (sulla quale il Comune ha sostanziosamente investito) è fermo da troppo tempo e l’entità delle indagini archeologiche svolte in passato non è stata commisurata all’importanza del sito stesso, né alle sue potenzialità in termini di sviluppo turistico: ad oggi, infatti, non esiste ancora un adeguato progetto di musealizzazione, né tantomeno sono stati fatti nuovi progetti di scavo (aperti, ad esempio, a volontari, studenti e turisti) che avrebbero potuto portare adeguato beneficio alla nostra comunità.

Un altro annoso problema è lo stato di degrado in cui versano molti dei siti archeologici extraurbani. Primo fra tutti è l’esempio di Poggio Gaiella: monumento famoso nel mondo per la sua importanza storico-archeologica, oggi versa in uno stato di totale incuria e abbandono, alla mercé di effetti atmosferici e atti vandalici.

Non si disdegna l’idea che nei locali per i quali viene proposto il rinnovo del comodato d’uso (mi riferisco al piano secondo), vista la presenza di un laboratorio di restauro di elevata professionalità e competenza, almeno una volta l’anno venissero organizzati dei corsi internazionali di restauro. Questo potrebbe dar luce al nostro museo, portare un discreto numero di persone nella nostra Città e creare nuovi interessi per essa, il suo museo ed il suo territorio.

Per tutto ciò, se nel contratto di comodato non verranno inserite delle clausole che garantiscano un impegno della Soprintendenza nel ricoprire un ruolo forte, attivo e dinamico nella valorizzazione del patrimonio in accordo col Comune, ci riterremo contrari a rinnovare la convenzione per un tempo così lungo.

La nostra proposta è di rinnovare il contratto di comodato per un tempo più breve, (ipotizziamo un periodo di tre anni), inserendovi ad esempio che “un futuro rinnovo di comodato sarà valutato allo scadere del presente contratto dopo aver stipulato con la Soprintendenza una convenzione che veda le parti in un’attiva e propositiva simbiosi per una continua valorizzazione del patrimonio storico-archeologico. Ciò dovrà avvenire in virtù di un aumento e miglioramento dell’offerta culturale e dello sviluppo turistico, e con lo scopo di intensificare i rapporti istituzionali e la collaborazione fra i due enti nella gestione del settore dei Beni di interesse Culturale, così importante per lo sviluppo del territorio.”

Si ritiene che anche l’art. 6 della proposta non sia chiaro e andrebbe così modificato: “Le spese di manutenzione straordinaria per il mantenimento delle condizioni d’uso dell’edificio sono a carico del Comodante. In caso di interventi necessari ed urgenti le spese possono essere anticipate, previa approvazione del Comodante, dal Comodatario e successivamente rimborsate da parte del Comodante su produzione di adeguata documentazione giustificativa.”

Secondo il nostro punto di vista, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana in questi ultimi anni ha avuto un ruolo sottodimensionato e poco presente rispetto a quello che sarebbero i propri doveri. Quindi sta al Comune di Chiusi operare con maggiore autorevolezza nell’esortare la Soprintendenza a lavorare meglio nel suo compito di tutela e in maniera più solerte in quello di valorizzazione. L’occasione del rinnovo costituisce, in tal senso, un’opportunità che è bene non perdere e, considerata la particolare attenzione che questa Amministrazione Comunale ha sempre detto di manifestare per la cultura e il turismo, ci si augura che non venga sprecata.

Mi rivolgo quindi a tutti i consiglieri invitandoli a valutare attentamente quanto da me detto e sottolineo il fatto che venti anni sono davvero tanti.”

Questa voce è stata pubblicata in POLITICA, TERRITORIO. Contrassegna il permalink.

5 risposte a Bologni: Il comodato è l’occasione per chiedere alla Soprintendenza un maggiore impegno per Chiusi

  1. A proposito, ma vi sembra giusto che l’archeofest faccia capo a chianciano e veda chiusi solo come satellite? Ci siamo fatti fregare anche questo? Capisco aiutare chianciano, ma perchè farlo a nostro discapito?

  2. pmicciche scrive:

    “Come si fa a vendere un prodotto che non c’è?” dice Nicola Nenci. O meglio, c’è ma non ancora organizzato come “prodotto”….magari lo mettiamo tra virgolette perchè tutta l’espressione potrebbe essere fraintesa mentre credo che Nenci parli di “prodotto” non per svilire nulla…anzi in senso “valutativo”.
    Io però non mi fermerei al biglietto unico ma cercherei di realizzare un “sistema integrato” che punti alla creazione di temi forti – anche divulgativi e spettacolarizzati – che permettano di attrarre il turista “iniziato” ma anche quello più “generico”, normalmente poco interessato perchè non aiutato da un’inquadratura che dia senso e prospettiva ai documenti proposti. Oltre al fatto che nessuna campagna promozionale punta su Chiusi, per esempio, come capitale etrusca e quindi per la sua forte specificità. Che ci siano molte buone potenzialità in questo e in altri settori, sembrava crederci, a suo tempo, anche l’attuale maggioranza. Prima o poi “Chiusi Promozione” partorirà un piano strategico? Lo attendiamo con ansia.

  3. X Nicola (Nenci) sono sicuro che sei contento di come sia andata per la strada di Peschiera. Abbiamo chiesto anche l’istituzione di una commissione per rivedere e valorizzare le strade vicinali, la decisione è stata rimandata alla conferenza dei capogruppi ma mi è sembrato che anche la maggioranza condividesse

  4. Caro Nicola (Nenci) avere la tua approvazione è gratificante, spero comunque che la maggioranza abbia capito l’occasione persa, il commento finale del sindaco me lo farebbe sperare, ora vediamo cosa faranno nell’attesa di capire anche i progetti per il rilancio turistico o meglio LANCIO

  5. Nicola Nenci scrive:

    Ciò che ancora non si riesce capire è che in qualsiasi progetto di rilancio turistico, la Soprintendenza gioca un ruolo fondamentale. Ciò è dovuto al fatto che non potrà mai esserci valorizzazione, e di conseguenza promozione e quindi fruizione, senza il nullaosta della Soprintendenza sull’aspetto che più squisitamente le compete, ovvero la tutela.
    Voglio ribadire di nuovo che agire nella promozione senza che vi sia un sistema turistico ben strutturato equivale a sprecare energie. Come si fa a vendere un prodotto che non c’è? Vogliamo promuovere un sistema museale senza biglietto unico? (solo per fare un esempio).
    Un’amministrazione forte, libera e autorevole non dovrebbe lasciarsi scappare le rare opportunità che ci sono per spronare un soggetto come la Soprintendenza a lavorare con la massima attenzione nel proprio territorio.
    Come si fa a non capire che il rinnovo del comodato per l’ex Casa del Fascio non è solo un problema di locazione di immobile, ma è una tessera di un mosaico più ampio di collaborazione fra enti che deve avere come fine un adeguata tutela, un’efficace valorizzazione e un complessivo rilancio del territorio?
    Come si fa a non capire che oggi nel turismo legato ai beni culturali c’è una concorrenza tale per cui affrontare con indolenza anche ogni minimo dettaglio significa disinvestire in un settore chiave dell’economia cittadina?

I commenti sono chiusi.