Stazione di Creti. Chi ci guadagna e chi ci perde? Occorre studiare

di Paolo Scattoni

La inaspettata scelta di Creti uscita dal tavolo tecnico di pochi giorni fa prospetta grandi mutamenti per le nostre zone. Vediamo di capire chi ci perde e chi ci guadagna. Su chi ci perda abbiamo a lungo dibattuto anche su questo blog. Innanzitutto ci perde il contribuente. La cosiddetta opzione zero, quella di prevedere fermate sulle due stazioni abilitate alle fermate dell’alta velocità Chiusi e Arezzo avrebbe permesso una soluzione razionale a costi poco più che zero e compatibile con le esigenze dell’alta velocità. Invece così si spendono soltanto per la nuova stazione circa 80 milioni.

Dal punto di vista della coesione territoriale abbiamo visto quanto la scelta di una nuovo stazione in linea per l’AV sia devastante. Ne abbiamo discusso a lungo grazie anche all’opera di sensibilizzazione dell’Associazione OpzioneZero.

Andiamo ora cercare di capire chi ci guadagna. Si deve procedere per ipotesi. Sarà interessante capire le motivazioni che hanno ispirato il tavolo tecnico. In quella sede sono stati analizzati, si spera, i vantaggi.

In urbanistica quando si fanno queste analisi si inizia con l’indicazione della proprietà dei suoli in cui sorgerebbe la nuova opera. Si tratta, come minimo di una ventina di ettari per le opere strettamente necessarie per la edificazione della stazione. È  assai probabile che vada ad insistere su una proprietà della società. Procediamo dunque ad analizzare seguendo questa ipotesi, pronti a ripetere l’esercizio qualora non si dimostrasse fondata.

Per capire cosa sia Bonifiche Ferraresi è bene consultare la relativa voce su wikipedia ( https://it.wikipedia.org/wiki/Bonifiche_Ferraresi ). Si tratta di una società per azioni con un azionariato molto influente. Il 35.7% fa riferimento alla Fondazione CARIPLO (Casse di risparmio delle province lombarde). Il secondo azionista è Sergio Dompé attivo nell’industria farmaceutica con il 17.9%, a seguire Carlo De Benedetti con il 14.7% poi altri istituti bancari. La Bonifiche Ferraresi ha acquisito al proprio patrimonio 1350 ettari in provincia di Arezzo nel 2017. Qualora l’ipotesi sia fondata non ci sarebbe soltanto l’esproprio di una ventina di ettari a prezzi sicuramente superiori a quelli di acquisto del 2017. A prezzi di mercato invece le aree per le opere di supporto alla stazione di iniziativa privata. Inoltre la società Bonifiche Ferraresi potrebbe impostare una politica di valorizzazione delle cosiddette Case Leopoldine che insistono sulla sua proprietà. In questo caso la costruzione della rete stradale di accesso alla stazione andrebbe a ridurre l’impegno della proprietà per l’accessibilità alle Leopoldine.

Inoltre fra che si avvantaggia ci potrebbero essere gli operatori nell’industria delle costruzioni come i cementieri.

Qui ci dobbiamo fermare perché tutte queste ipotesi debbono avere conferma e non si può procedere per illazioni. Io credo che ci si debba avvicinare al tema su chi ci perde e chi ci guadagna con dati di fatto che necessitano i necessari approfondimenti. Il movimento promosso da AzioneZero dovrebbe procedere a farli.

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