Storie di imprese 4a puntata. “Quel pasticciaccio brutto de Via Mazzini”: dal silenzio al caos.

di Rossella Rosati

Ermete. Gli dèi nuovi di Tessaglia che molto sorridono, soltanto di una cosa non possono ridere: credi a me che ho veduto il destino. Ogni volta che il caos trabocca alla luce, alla loro luce, devono trafiggere e distruggere e rifare.

Prima di ricercare il motivo per cui l’Agenzia delle Entrate di Siena, nonostante ripetute richieste e sollecitazioni, si rifiuta di mettere a disposizione del CTU il contratto di comodato d’uso registrato in data 24/07/2008 al N° 4823 , occorre fare un passo indietro e valutare un altro passaggio contenuto nella perizia, solo apparentemente insignificante.
Il CTU così descrive il luogo ove ubicato lo “stabilimento ex Nigi Agricoltura:

” Il compendio è composto da stabilimento industriale per insilamento e selezione cereali comprendente vari edifici e resede esclusiva situati nel Comune di Chiusi , località Le Biffe, Strada Provinciale 321, più conosciuta come Strada del Polacco. Nelle visure catastali gli immobili risultano essere situati nel comune di Chiusi, località Le Biffe, Via G. Mazzini N° 125, ma a tale indirizzo corrisponde un’abitazione spostata di un chilometro verso il centro abitato di Chiusi Scalo “
Il dubbio che s’insinua, nel voler analizzare il perché di tale precisazione, conduce all’interno di un groviglio di competenze stradali tra Comune , Provincia , Regione e Stato che si chiarisce solo nel momento in cui si comprende l’attribuzione viaria ai diversi Enti Amministrativi.
Verificando con attenzione si evince che lo stabilimento “ex Nigi Agricoltura” è in Via Mazzini al civico 137 e non 125, mentre lungo la Strada Statale del Polacco si trova l’altro stabilimento , anch’esso “ex Nigi”, acquistato prima da Edilcentro e successivamente da Metalzinco.
La nebbiosità emergente dall’esame dell’assetto viario è ben poca cosa rispetto al caotico percorso che si è costretti ad intraprendere al momento in cui si cerca di dar una spiegazione al diniego opposto dall’Agenzia delle Entrate al CTU.
Se fosse un giallo, a questo punto , il commissario avrebbe riunito tutti gli indiziati nello stesso salone del castello per scoprire i reali accadimenti dei fatti.
Nel caso esaminato vi sono due protagonisti: Nigi Agricoltura da un lato, Energitek dall’altro.
I documenti sono:
• un contratto di comodato d’uso avente data 24/07/2008
• un preliminare di vendita del 04/10/2010 con immissione in possesso dell’immobile
• una variazione catastale per “Ampliamento e diversa distribuzione di spazi interni “depositata in data 11/11/2010
• un rinvio della stipula del definitivo al 30/06/2011
• un’ordinanza di sgombero non ottemperata del 13/10/2011

Il dato che emergerebbe ,se vi fosse stata una tal riunione, è che la società Energitek è stata costituita in data 19/12/2008 , quindi non può essere firmataria di un contratto di comodato d’uso antecedente con data 24/07/2008.

Pertanto si potrebbe ipotizzare questa incongruenza come uno dei motivi per cui l’Agenzia delle Entrate rifiuta la consegna del contratto di comodato d’uso del 24/07/2008 , oppure c’è qualcosa di ben altro.
Proseguendo , alla data del 19/12/2008 Energitek viene costituita come una società a responsabilità limitata (s.r.l.). con sede in Roma Via Aurora 39.
In data 30/09/2010 Energitek s.r.l. trasferisce la propria sede da Roma a Milano Via Giacomo Leopardi 14 .
Nel giorno 04/10/2010 firma il preliminare con Nigi Agricoltura ed entra in possesso dello stabilimento “ex Nigi Agricoltura”
Premesso che di normale ed ordinario in tutto ciò non vi è nulla , soffermiamoci adesso di cosa c’è di particolarmente anormale .
In data 28/10/2010, in Montepulciano , si tiene l’assemblea di trasformazione da Energitek s.r.l. ad Energitek s.p.a alla presenza dei soci, quali :
KI RE s.r.l., capitale sociale € 10.000,00 con sede in Roma Via Aurora 39 , titolare di una quota di € 33.330.000,00
NEW TECH s.r.l. , capitale sociale € 10.000,00 , con sede in Roma Via Aurora 39 titolare di una quota di € 9.595.000,00
CONTER s.r.l. , capitale sociale € 10.000,00 , con sede in Milano Via Luciano Zuccoli 26 , titolare di una quota di € 7.575.000,00
A cui si aggiunge un socio di San Casciano con l’azione del valore di un solo euro , la cui presenza e attività è costante come quella dei Sindaci revisori, NCL ed ACL, che non si lasciano mai sfuggire i momenti cruciali delle società.
Ma come ! Non avevamo detto che soci erano un Avvocato di Siena ed un Commercialista di Chianciano , 17 soci svizzeri , un soggetto originario di Monreale, più quello da 1 euro? Dipende dal documento che si analizza, perché, oltre a quanto sopra , è vero che nella CCIAA di Energitek s.r.l. compaiono i soggetti appena elencati ma in diverso riquadro della stessa certificazione camerale compare anche il socio unico PArc 04 s.r.l con sede in Roma Via Aurora 39 e capitale sociale di 1.575.000,00 , che nella sua qualità di socio unico di Energitek s.r.l. vanterebbe una quota di € 50.000.001,00 anche se dal deposito elenco soci risulta un capitale di € 56.383.501,00.

A QUESTO PUNTO È TUTTO CHIARO?

Si finisce in un turbine sconcertante di documenti e di società, la maggior parte ad oggi fallite , frequentemente con sedi secondarie in Chiusi , Chianciano, Montepulciano e Siena ove come comun denominatore è la presenza ripetitiva di alcuni soggetti, tra cui anche quelli esplicanti funzioni di controllo. Quest’ultimi hanno anche l’incredibile capacità di certificare un verbale assembleare della Energitek s.p.a in cui si indica che sono presenti tutti i soci della Energitek s.r.l.
Nel 2011 Energitek s.r.l. ( ma non era s.p.a dal 2010?) è citata quale associata nel consorzio di Federesco , unità locale di Sovicille , Via Pian de Mori, che a suo volta è socia di Federesco Servizi s.r.l., 100.000,00 euro di capitale la cui unità locale di Firenze è stata chiusa nel maggio del 2020.
Stando alle documentazioni depositate si può valutare , almeno numericamente, che siano stati bruciati più di 70.000.000,00 milioni di euro di capitali oltre a veder riconosciuti incentivi pubblici per “grandi” progetti di cui sarebbe opportuno ed interessante verificare l’esistenza.

Nella foresta fluviale del subconscio di Brutha la farfalla del dubbio emerse e battè un’ala sperimentale, del tutto ignara di cosa la teoria del caos avrebbe prodotto in proposito”.

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8 risposte a Storie di imprese 4a puntata. “Quel pasticciaccio brutto de Via Mazzini”: dal silenzio al caos.

  1. Giorgio Cioncoloni scrive:

    Complimenti a Rossella Rosati per l’impegno profuso che, conoscendola, non credo sia dovuto al caso né al tentativo di esporre un “caso di studio”.
    Se ha scomodato addirittura il “pasticciaccio brutto” di Gadda vuol dire che ci sono elementi in comune e me lo fa pensare il fatto che anche Gadda lo pubblicò la prima volta in cinque puntate, nel 1946, sulla rivista “Letteratura”.
    Gadda parte da un fatto di cronaca nera per illustrare pregi e difetti della società romana di quell’epoca e penso che anche Rossella voglia dimostrare che nemmeno Chiusi, nella sua periferica insignificanza, sia scevra da tentazioni di quella “finanza creativa” che si snoda sul limite delle leggi e dei regolamenti e qualche volta lo travalica.
    Sembra che i “furbetti del quartierino” non conoscano limiti né confini e per questo possano proliferare ovunque se ne presentino le occasioni propizie e ovunque venga abbassata la guardia, per indolenza o per superficialità.
    Vediamo come sarà il finale ma non credo di sbagliarmi pensando che sarà lo stesso ottenuto dal Commissario Ingravallo.

  2. pscattoni scrive:

    Ad oggi i quattro articoli di Rossella Rosati hanno insieme abbondantemente superate le mille visite di pagina. Il tempo medio sulla pagina va dai 3 minuti e mezzo ai sette. Segnale indiscutibile che vengono letti con attenzione. In attesa delle prossime puntate, fin da ora emerge la necessità di una dovuta attenzione da parte di Regione e Comune per il trasferimento dell’impianto di Cascina Pulita.
    Se invece passa per l’ennesima volta la filosofia del va tutto bene madama la marchesa, chi non prestasse la dovuta attenzione ai dati esposti si assumerà la responsabilità delle conseguenze. Questo di Rossella è un bel segnale di partecipazione, personalmente gliene sono grato.

  3. Romano Romanini scrive:

    Senz’altro interessante lo spaccato di “economia reale” che emerge. Senz’altro un lavoro che ha richiesto tempo e molte energie. Attendo l’ultima puntata per capirne il senso (se c’è) oltre quello di “caso di studio”.

  4. enzo sorbera scrive:

    Sembrano pagine di Scott Thurow e invece sono concatenazioni di fatti della piccola, sonnecchiosa provincia italiana. Rossella racconta e ricostruisce con precisione puntigliosa una serie di passaggi inattesi. Il ricorso a citazioni inusuali come quella dal romanzo di Terry Pratchett aumenta la suspense (concediamoci all’inglese, va) e crea un patchwork narrativo notevole. Potrebbe essere un legal thriller di qualità, e invece è storia quotidiana: la realtà dà parecchi punti alla fantasia, purtroppo.

  5. Maurizio Patrizi scrive:

    Veramente un thriller molto interessante e di non facile lettura del quale, personalmente, debbo esser grato all’autrice per le energie che ha profuso per cercare di sciogliere gli intricatissimi nodi alla cui definitiva apertura dovrebbero, ora, dedicarsi le autorità a ciò preposte. Immagino che sia troppo chiedere all’autrice dei post, qualcosa relativamente alla attuale ubicazione dei locali dove opera l’azienda in argomento (mi riferisco al capannone tutta lamiera e ruggine) ubicato vicino a Montallese. Chissà’ che qualcuno non voglia approfondire. Per ora un sincero ringraziamento a Rossella Rosati per lo sforzo profuso con efficacia.

  6. Gisella Zazzaretta scrive:

    Articolo mozzafiato! Complimenti!

  7. Carlo Giulietti scrive:

    Da profano, sembra proprio una di quelle manovre fatte per far perdere le tracce di capitali sporchi tipiche dei film di mafia. Qui grossi capitali in gioco, al momento non mi è parso di vederli. E sicuramente dietro ci sarà qualcosa di meno torbido. Ma aspettiamo il finale e speriamo ci sia anche una traduzione per i non addetti ai lavori.
    Certo, visti quelli che, almeno a me, appaiono errori marchiani, se chi doveva si fosse voluto accorgere del giro strano, ammesso che ci sia qualche irregolarità, avrebbe potuto farlo senza eccessive difficoltà…

  8. pscattoni scrive:

    Debbo confessare che all’inizio della serie per me era difficile comprendere appieno tutti i passaggi della vicenda. Poi puntata dopo puntata mi sono appassionato. Come anche accenna Rossella (Rosati) questa vicenda si configura come un vero e proprio thriller.
    Chiusiblog è poca cosa per dare alla vicenda il giusto risalto. Complessivamente sono svariate centinaia di visite agli articoli. Molti per gli standard di questo blog, ma insufficienti per il giusto risalto che la vicenda meriterebbe.
    Spero solo di aver trasferito un testo complesso nelle notazioni grafiche quello che mi è stato inviato.
    Immagino che ancora il finale non sia stato scritto. Aspettiamo a leggerlo.

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