Carbonizzatore: una bella discussione

IMG_20190919_212517-2di Paolo Scattoni

Buona partecipazione all’iniziativa sul carbonizzatore idrotermale del Partito Comunista alla sala San Francesco giovedì sera. I cittadini sono intervenuti sicuramente al di là dell’appartenenza politica. C’era in tutti il desiderio di conoscere e anche un po’ di curiosità visto che il piccolo PC (sicuramente a Chiusi) è stato il primo partito ad esporre le proprie motivazioni, nel caso un netto e sicuro no. La relazione del responsabile regionale ambiente del PC Fausto Tenti si è basato su una lettura molto dettagliata del progetto. Interessanti sono stati anche i riferimenti alle vicende di grandi impianti che hanno interessato la Toscana negli ultimi tempi.

Più che le presenze sono state significative le assenza. Di politici locali se n’è visti pochi: Luca Scaramelli per Possiamo e Bonella Martinozzi per i 5 stelle, dei consiglieri di maggioranza neppure l’ombra.

Il dibattito è stato interessante con molti contributi relativi soprattutto alla mancanza di coinvolgimento delle popolazioni locali negli ultimi due anni.

Personalmente ho molto apprezzato la capacità di sintesi di Lucia Lazzeri del Comitato ARIA che ha documentato le 12 pagine di osservazioni presentate appena un giorno prima.

La iniziativa del PC ha avuto per il Comitato ARIA il merito di aver rotto un isolamento sofferto negli ultimi due anni. Anche nella discussione, ma anche a margine dopo la chiusura del dibattito, si è percepita la necessità di dare seguito alla richiesta di informazione e azione testimoniata dalle 2500 firme raccolte.

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10 risposte a Carbonizzatore: una bella discussione

  1. pscattoni scrive:

    x Carlo Sacco. Bene comincia a lavorarci. Se mi è possibile ti do una mano.

  2. carlo sacco scrive:

    Con tutta la modestia ed i grossi limiti che fanno parte di me nel valutare le questioni,ho creduto di scrivere in quel modo(il riferimento fra virgolette) perchè ho sentito qualcuno che mi è sembrato sfiduciato rispetto al tema di portare la gente in piazza.Non siamo uguali, siamo diversi di età, diversi per esperienza e diversi per scuola di partecipazione politica per chi l’ha avuta e per chi ne ha avuto l’esperienza.Io mi domando semplicemente se siamo- come comitato- arrivati fino a questo punto di successo nel raccogliere le firme, il passo prossimo dovrebbe essere quello di poter utilizzare tale potenziale come elemento concreto di pressione.Questo mi sembrerebbe logico ed il discorso non può basarsi su strategie attendiste o soprattutto sulle remore che possono prendere tanti sul tema dell’apparire o non apparire.Il fronte opposto giuoca soprattutto su questo in questa fase che attraversiamo.Mi sembra che il discorso che dovrebbe derivarne sia semplice e scorrevole.Il fatto è solo organizzativo ma siccome se c’è la convinzione, c’è solo da aprire la strada a metterla fuori ed a palesarla al pubblico, alle autorità, alla politica; allora occorre organizzarsi attorno a tale argomento,anche con i paesi vicini e gli altri comitati.Stop non c’è altro.

  3. pscattoni scrive:

    Non so a chi si riferisca il virgolettato di Carlo Sacco. Il Comitato, a quanto ho capito, non esclude una mobilitazione più forte. È mia opinione che non sia un problema di sensibilità della popolazione che c’è, ma di organizzazione. Chiunque può partecipare alle iniziative del Comitato, soprattutto chi chiede cominci anche lui/lei a lavorarci.

  4. carlo sacco scrive:

    Si ma i sassolini in questo genere di cose ed iniziative rischiano di lasciare il tempo che trovano poichè se davanti a te c’è una amministrazione il cui interesse è – come si è visto – non parlarne apertamente alla popolazione, i sassolini seminati servono a poco. L’unica cosa che può spostare realmente il piano delle questioni è il dare sensazione che la gente sia decisa e che possa scendere in piazza, come a questo punto credo che dovrà fare.Per il semplice motivo- che strategicamente- alla parte diciamo avversa che avversa non dovrebbe essere ma lo vediamo che lo è- interessa non rischiare di perdere consensi-e sentono solo da quell’orecchio purtroppo perchè la perdita del consenso provoca un danno materiale e può mettere in discussione tanti equilibri.Quindi è questa l’unica cosa che sentono la quale se potessero la vorrebbero evitare. E dopo tutti questi sforzi, tutte queste riunioni,tutto questo confrontarsi all’interno del mov.ARIA, il pensare che ”tanto siamo a Chiusi ed alla manifestazione in piazza non scende nessuno” è come un castrarsi gli attributi come si suol dire.In pratica chi non lotta ha già perso e non credo che anche la raccolta di ulteriori firme(perchè senz’altro ancora tanta gente non ha firmato ed è comunque contraria) posssa cambiare profondamente il rapporto con l’amministrazione.Quindi credo che si debba portare a tutti i costi la gente in piazza per farci ascoltare.Altro non c’è,ma è comprensibile.

  5. luciano fiorani scrive:

    Stasera anche il Movimento 5Stelle di Chiusi ha, finalmente, preso posizione, contro il carbonizzatore.
    Si allarga il fronte del NO.
    Seppur a piccoli passi l’opinione pubblica si sta orientando in modo massiccio contro questo impianto che di positivo per la nostra città non ha proprio nulla.

  6. pscattoni scrive:

    x Carlo Sacco. La popolazione un segnale chiaro l’ha dato: 2500 firme delle quali più di 2000 di cittadini di Chiusi. Considerando che chi poteva firmare erano persone con più di 16 anni si può capire che non c’è disinteresse, ma soltanto la difficoltà di organizzarsi. Di fronte al pervicace silenzio del governo locale le azioni ci sono state. Siamo stati inascoltati? Certamente si, ma allo stesso tempo abbiamo lasciato “sassolini” nel nostro percorso. Se dobbiamo cambiare marcia c’è bisogno del contributo di tutti.

  7. carlo sacco scrive:

    Come avrete notato in questi ultimi tempi ho rallentato molto i miei interventi scritti nelle risposte a Marco Lorenzoni su Primapagina, per il semplice fatto che oltre una considerazione che ognuno possiede non ci si può spingere e tutto diventa inutile perchè prende la forma e la dimensione di una contrapposizione sterile,fatta quasi per ripicca.Sull’argomento del carbonizzatore e specialmente di fronte al non reagire della maggior parte della gentee soprattutto alla reticenza ed alla paura di scendere in piazza e farsi vedere, mi sono detto che alla mia età non valga la pena di sprecare il tempo che è rimasto se ad altri più interessati di me (soprattutto per il tempo rimasto da campare) di loro stessi più giovani e dei loro figli e nepoti,di fronte alle possibili condizioni di vita che si preparano( e questo non solo per il carbonizzatore di cui si parla ma per una quantità di altri motivi, tutti seri ). Ed allora il mio augurio tutto logico ed umano è quello di 100 anni di vita felice ed in salute, ma se così per caso non fosse,avranno modo- purtroppo per loro- di riflettere quando e se si manifesteranno i problemi ai quali non si potrà più far fronte – sul comportamento di ignavia e menefreghismo tanto comune a Chiusi ,che viene procurato e guidato da sentimenti che avrebbero potuto caratterizzare l’essere cittadini da quelli di essere-parafrasando il Manzoni nel terzo coro dell’Adelchi-”un volgo disperso che nome non ha”.

  8. Paolo Scattoni scrive:

    Evidentemente il loro problema era il volantino di invito 🙂 Ormai il gioco non ha più misteri. A chi deve giovare tutto questo l’abbiamo capito. Rimane qualche incertezza sul che cosa.

  9. Luca Scaramelli scrive:

    Tra le tante assenze, a mio modo di vedere ingiustificate, ce n’era una molto ma molto più grave di tutte: l’informazione. Non un giornalista non una tv locale e pensare che qualche giorno fa all’inaugurazione di una pizzeria a Chiusi Scalo, passando casulamente da lì davanti ho visto la presenza in massa di tv locali e giornalisti. Questo è il tempo che viviamo: fa più notizia l’apertura di un luogo di ristorazione che un dibattito dove si parla della salute dei cittadini. Da tempo denuncio l’ormai cronica assenza di un’informazione veramente libera, credo che questo sia uno dei principali mali che affligge e condiziona il nostro vivere sociale.

  10. carlo sacco scrive:

    Ed è anche per i motivi che hai esposto, anzi soprattuitto, che ritengo che tutto questo sforzo di mobilitazione debba poter continuare ed il prossimo step sia quello di portare la gente in piazza per far rendere conto anche ad altri che la questione non sia semplice come paventano altre forze.Ai punti in cui siamo in italia le classi politiche hanno solo timore o rispetto e/o comunque ascoltano solo quando si compiono atti di dimostrazione e portare la gente in piazza in tal caso significa avere un dissenso verso tutto quello che è stato deciso fin’ora senza nascondersi dietro ad un dito e soprattutto senza che nel discorso si comprenda che ”tanto questo sia una cosa inutile perchè in piazza a Chiusi non scende nessuno”. Questo secondo il mio modo di vedere è un discorso rinunciatario che fà abortire gli sforzi finora fatti con beneplacido della controparte che decide come risolvere le questioni appoggiandosi sì anche a quella che viene interpretetata come correttezza procedurale ma che invece sfugge ad un giudizio politico che per un simile caso dovrebbe essere sottoposto ad un giudizio od ad una accettazione più generale.L’ho già ripetuto l’altra sera e scritto rispondendo a Lorenzoni che tali questioni non si possono risolvere come si tenta di risolverle perchè personalmente io di questa classe politica non mi fido a prescindere e che visti i risultati in altre parti d’italia tutto questo non sia un discorso campato in aria.

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