Evitare aspettative nei politici locali a tempo pieno

giuntadi Paolo Scattoni

È possibile immaginare una strategia complessa ed efficace con l’impegno volontario non pagato? Io credo di si.

A Chiusi, un comune di poco più di otto mila abitanti, oltre alla struttura sono pagati quattro politici: sindaco e tre assessori. Il sindaco ha più volte vantato che lui e assessori hanno lasciato i rispettivi lavori per dedicarsi esclusivamente all’attività politica. Io penso che questo aspetto, vantato dal sindaco, non sia positivo. Abbandonare completamente i propri lavori è assai probabile che induca ad aspettative e reclamare a fine mandato nuovi incarichi. È invece necessario che questo elemento non debba assolutamente pesare sul sistema politico.

Ho molto ammirato Enrico Letta che quando “stando sereno” è stato giubilato da premier. Ha lasciato tutti gli incarichi per trovare in un’università francese. Se questo succede per una delle più alte cariche dello Stato, a maggior ragione deve essere per gli incarichi periferici. Altrimenti le aspettative possono essere controproducenti. A Chiusi per esempio in due anni i politici professionisti non sono stati in grado di organizzare forme di partecipazione su una scelta come quella del carbonizzatore idrotermale che in queste dimensioni non esiste in nessuna parte del mondo. Ne esiste soltanto un altro in Spagna dieci volte più piccolo e che tratta residui agricoli e non fanghi da depurazione come dov rebbe quello di Chiusi.

Se c’è stato un minimo di informazione ai cittadini di Chiusi non è arrivata dai politici a tempo pieno e dalla stampa di complemento, ma dall’impegno gratuito di alcuni volontari. Chissà se i politici locali di professione hanno avuto il tempo di leggere una nota a loro inviata da 2500 cittadini.

Dovremmo pensare a organizzare una rete di questo impegno gratuito. Ci dovremmo pensare.

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5 risposte a Evitare aspettative nei politici locali a tempo pieno

  1. roberto donatelli scrive:

    X P. Scattoni. Quindi se ho ben capito affondare Chiusi é un merito? Mi sembra che sul fatto che Chiusi sia diventata una cittadina morta ( e anche sporca)non ci siano dubbi.

  2. pscattoni scrive:

    x Donatelli. No, la carica di sindaco non è di partito, che nell’elaborazione e azione tiene conto di quanto succede nell’ambito del governo locale, ma ne è indipendente sia nell’eventuale apprezzamento che nella critica.

  3. roberto donatelli scrive:

    Questo non centra niente con l’articolo, ma potrebbe essere pubblicato.
    Provate a scrivere su Google.: danni recati da berlusconi all’Italia. Leggete e meditate.

  4. roberto donatelli scrive:

    Il sindaco aveva anche detto che lui non era un ‘ politico’ ma un geometra.
    Se non sbaglio è diventato capogruppo del partito. Amore a prima vista?

  5. carlo sacco scrive:

    Sono abbastanza d’accordo con codesto discorso, ma si tratta di affrontare un tema dal punto di vista eticosociale,culturale e non dal punto di vista di avere una qualsiasi aspettativa per dedicarsi alla politica perchè diversamente la stessa concezione di politica diventa un mestiere o una professione ed è tale concezione che fa adeguare i comportamenti alla progettualità di carriere,ai comportamenti carrieristici intesi come scalata sociale ecc ecc.che il sistema pone davanti agli uomini per invogliarli a correre e quasi sempre costoro corrono per il sistema, e con quali motivazioni !…..Vi ricordate la figurazione della corsa delle tartarughe come veniva fatta? Si fissava nel dorso della corazza della tartaruga un ferro ritorto ad arco che terminava con la punta davanti al muso della tartaruga e sul quale ferro veniva fissata una foglia di insalata. La tartaruga si muoveva per afferrare il ciuffo di insalata, ma l’insalata si muoveva con la velocità della tartaruga e le distanze non si colmavano e la tartaruga rischiava di morire di fame o di crepacuore perchè non riusciva ad afferrare l’insalata. Questo il messaggio che dovrebbe essere inteso da coloro che si dedicano al percorso politico,poichè tale percorso dovrebbe essere inteso come un privilegio che la persona ha per dedicarsi ad una attività di natura ”nobile”,che è l’interessarsi degli altri e della società e non come invece viene vissuta come trampolino di lancio personale.

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