La coesione territoriale non è un panino con la porchetta

porcheta _2019-06-16_18-09-28di Paolo Scattoni

La pacchiana iniziativa con banda e porchetta del 9 giugno, mi ha fatto tornare alla mente quella di quasi 5 anni fa in un teatro Mascagni pienissimo dove si dava avvio alla grande bufala della stazione in linea. Fu anche allora roboante propaganda, tanti sindaci dei dintorni e altre autorità per dibattere una soluzione che è rivelata una solenne cazzata, per riportare la definizione di allora di alcuni che commentarono su questo blog.

Si stava preparando l’avventura della candidatura di Stefano Scaramelli a consigliere regionale e in questi casi, come si suol dire, tutto fa brodo.

Che fosse una sciocca trovata lo hanno dimostrato i fatti. Ce ne fosse stato uno degli entusiasti di allora che poi abbia riconosciuto l’errore. Quello che conta è l’effetto nell’immediato. Mi chiedo quanto dovremo attendere per il riconoscimento che la fermata della porchetta  un modesto topolino?

Il vero problema per i nostri luoghi è un altro e si tratta del progressivo allontanamento delle nostre zone, un tempo definite rurali, oggi “periferiche”, dai centri urbani più strutturati come Firenze e Roma, ma anche da quelli intermedi come Siena e Perugia. Da più di mezzo secolo si è assiste al declino dei servizi pregiati come quelli culturali, della formazione universitaria e scolastica superiore, della sanità ed anche quelli dell’accessibilità. A fornte delle due fermatine in orari non proprio ideali abbiamo visto il progressivo declino delle corse sia per il collegamento Firenze-Roma che per la linea Chiusi-Siena. Soprattutto si è sempre di più accentuto il distacco dalle attività di sviluppo dell’innovazione.

Non è allora con le celebrazioni alla porchetta che si affrontano questi problemi, bensì con una strategia coordinata fra diversi portatori di interesse. Qualche politico locale dovrà pure rendersi conto che si tratta di un impegno coordinato dove l’elezione a sindaco è solo una piccola parte di questo coordinamento. La fermata della porchetta può essere minimamente utile, ma non risolve.

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6 risposte a La coesione territoriale non è un panino con la porchetta

  1. pscattoni scrive:

    Bene cominciamo. Se c’è un piccolo nucleo che abbia voglia di impegnarsi, anche da subito.

  2. Daria Lottarini scrive:

    Paolo, nessuna polemica. Sono d’accordo a fare qualsiasi iniziativa.

  3. pscattoni scrive:

    Visto che i consiglieri di maggioranza non leggono questo blog polemizzo con una consigliera di minoranza 🙂
    Se una mozione viene respinta dalla maggioranza non è detto che ci si debba fermare lì. Ci sono altri canali. Chi impedisce un’iniziativa trasversale dove far convergere le tante competenze che su questo tema a Chiusi ci sono e qualificate?

  4. Daria Lottarini scrive:

    http://www.chiusiblog.it/?p=34762#comments
    Scusate questo è il link per leggere la mozione

  5. Daria Lottarini scrive:

    Sembra che in questo paese sia diventato impossibile fare dei ragionamenti compiuti, che superino la complessità del Mi piace o non mi piace. Chi si avventura in discorsi che vogliano andare più in là del proprio naso è un disfattista mai contento di niente, se no addirittura un gufo. Così vale per questa vicenda del Frecciarossa, ma è un ritornello che si ripete frequentemente. Come gruppo consiliare di Possiamo avevamo proposto una mozione in cui il consiglio comunale si impegnasse a portare avanti ogni sorta di iniziative con tutti gli operatori(politica, economia,sindacati ect)di un territorio vasto per ridare centralità alla nostra stazione come punto di riferimento nell’asse Roma-Firenze e Chiusi-Siena. Ovviamente la maggioranza ha rifiutato la nostra proposta, troppo impegnata a star dietro alle Frecce. Questa è la lungimirante politica di sinistra…ma si sà noi non siamo mai contenti.
    Vi metto anche il testo della nostra mozione, che era comunque già stata pubblicata sul blog.

  6. roberto donatelli scrive:

    porchetta e vino! ci doveva essere caviale e champagne per l’arrivo del ‘cavallo di ferro’.
    Ma nemmeno nel più profondo Perù e mi scuso con il Perù.

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