Settimana corta a scuola: parliamone serenamente

scuolaricevuto da Claudia Morgantini

per un gruppo di genitori di allievi dell’istituto comprensivo Graziano da Chiusi.

Con delibera del 16 ottobre 2018 il consiglio d’istituto e il collegio dei docenti della scuola primaria e secondaria di primo grado di Chiusi hanno stabilito l’adozione del nuovo orario scolastico secondo il principio della cosiddetta settimana corta.

L’intera offerta didattica sarà articolata nei giorni dal lunedì al venerdì lasciando liberi gli studenti il sabato. Una decisione importante che porta con sé la necessità di una rimodulazione dei servizi giornalieri offerti, in particolare per quanto riguarda il trasporto degli allievi mediante mezzi comunali e pullman di linea nonché il servizio mensa che dovrà essere garantito nel giorno in cui sono previsti rientri pomeridiani.
L’introduzione del nuovo orario ha creato un notevole dibattito nella comunità scolastica e tra le famiglie degli studenti.
Come genitori favorevoli alla nuova offerta scolastica abbiamo ritenuto utile, a questo proposito, promuovere una raccolta di firme a sostegno della scelta degli organi dirigenti della scuola e per ribadire l’autonomia e la piena legittimità delle scelte.

Certo siamo consapevoli che la nuova organizzazione richiede all’amministrazione comunale responsabile dei servizi connessi all’attività scolastica uno sforzo per rimodulare i servizi stessi, ma consapevoli e convinti della bontà della scelta confidiamo nella volontà degli amministratori comunali.
Non ci definiamo un comitato per il “sì” e ogni nostra iniziativa non ha lo scopo di contrapporsi a chi si è detto contrario ai nuovi orari, non vogliamo creare fratture e inutili polemiche fra i genitori, auspichiamo  un dibattito sereno per confrontare le opinioni di tutti senza prevaricazioni e nel rispetto della competenza di ciascuna istituzione.
Nel testo della petizione firmata da 155 genitori abbiamo chiesto, qualora non si creassero le condizioni per l’introduzione della settimana breve in tutto l’istituto, che venga applicata anche parzialmente e in via sperimentale in alcune classi.

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21 risposte a Settimana corta a scuola: parliamone serenamente

  1. Maurizia Bardelli scrive:

    Favorevole alla settimana corta. Non solo per una migliore organizzazione e partecipazione familiare ma soprattutto perché penso che non rappresenti un “problema” per i nostri figli che hanno una capacità di adattamento molto superiore alla nostra. In questi mesi ho sentito tanti genitori ribadire che potrebbe essere molto pesante per i ragazzi perché oltre a prepararsi per le materie scolastiche hanno anche impegni extra….. però se io genitore già penso che mio figlio non ce la può fare cosa gli insegno come genitore? Fiducia e responsabilizzazione fa di un bambino un bambino sicuro di sé e capace, le cui stesse capacità sono rafforzate dall’autostima. Fiducia che io riverso anche nel corpo docente perché possa organizzare in modo ottimale il “lavoro” scolastico e fiducia anche nell’Amministrazione comunale perché riesca a comprendere che le famiglie interessate a questa tipologia di orario sono tante e che, se anche non fosse “settimana corta” per tutti, ci fosse la possibilità di scegliere (come dovrebbe essere in una democrazia) almeno con una sezione sperimentale e poi …. chissà….. magari chi ha dei dubbi si ricrederà….

  2. Romano Romanini scrive:

    Condivido le considerazioni di Valentina che ritengo particolarmente interessanti e utili ad arricchire un confronto serio sul tema. Detto ciò vorrei ritornare sulla domanda: cosa si oppone all’attuazione se la decisione dell’Autorità scolastica è ormai presa? Dalle risposte mi pare di capire che ci sono due motivi: da un lato una parte dei genitori non è convinta della scelta e dall’altro i costi connessi al cambiamento organizzativo. Mi interessa qui approfondire il secondo. Primo: possibile che prima di prendere la decisione l’Autorità scolastica non abbia coinvolto l’Amministrazione Comunale per valutare le implicazioni e le ricadute in termini organizzativi e di costi della scelta? Utile sarebbe che il Preside, se non l’ha già fatto, desse una risposta. Secondo: servirebbero 90.000 € necessari per le modifiche organizzative e di servizio. Sono veramente tanti, ma visto che si stà parlando di formazione e istruzione delle nuove generazioni ( cosa c’è di più importante?) possibile che nelle pieghe del bilancio non si riesca a trovare almeno una parte di questi soldi in modo da non scaricare tutto sulle famiglie? A puro titolo di esempio: dai dati (2017) disponibili nel sito del Comune risulterebbe che l’Amministrazione spenda mediamente ogni anno circa 30.000 € per ChiusiInforma e Addetto Stampa. Se venisse confermato o anche se poi risultasse inferiore, rinunciare alla “comunicazione istituzionale” a favore della formazione delle nuove generazioni sarebbe un bel segnale.

  3. Paola Bui scrive:

    Come Claudia anche nella ns famiglia la scelta è quella della settimana corta e le motivazioni sono le stesse. Oltre al fatto che alla luce di testimonianze di chi già frequenta la scuola media abbiamo saputo che la domenica si passa a studiare e spesso non si ha tempo per stare con la famiglia. L’organizzazione di classi a 33, 30, 36 permetterà anche ai professori si modulare i compiti a casa in base ai carichi del pomeriggio. Inoltre moltissime scuole si sono e si stando orientando su questo modulo e hanno fatto anche consultazioni postume tra gli alunni che sono favorevoli a questa scelta. Non capisco quale sia il problema delle sei ore quando poi moltissimi ragazzi sono abituati a farne 8 già a materna e elementari. Senza contare che il sabato molti ragazzi escono prima da scuola per impegni sportivi e familiari o non vanno proprio… L’orario 8-14 è indicativo…se a qualcuno può far paura si può proporre e sperimentare altro.. Soprattutto alle medie dove in molte scuole si fa 8.10-13.45… Guardiamoci intorno e non abbiamo paura di cambiare… In molte realtà si trovano benissimo soprattutto i ragazzi.. Ed è questo ciò che conta.

  4. Claudia Sberna scrive:

    In risposta a Valentina. Ovviamente i punti di vista sono diversi e io parlo per me . Ho sostenuto da sempre la settimana breve e le spiegazioni della scuola hanno solo rafforzato il mio pensiero. Per la nostra famiglia non è una scelta legata ai bisogni degli adulti ma la richiesta è partita in primis dal nostro figlio maggiore. Entrambi i miei figli frequentano il tempo pieno e sono quindi abituati a gestire compiti, orario, studio a casa, Sport e amicizie sia nel pomeriggio che nel weekend. Di sabato i miei figli si organizzano in modo autonomo distribuendo partite di calcio compleanni, studio {anche per i vari giorni della settimana successiva), riposo e famiglia. In quest’ottica non ci risulta pesante l’idea di 6 ore per 5 giorni anzi ci preoccupa la stanchezza del sabato mattina. Alla scuola superiore a Chiusi il primo anno la settimana corta fu osteggiata ma il secondo anno è stata invece votata di nuovo, questo mi fa pensare che i cambiamenti spaventano all’inizio ma non sono necessariamente negativi anzi…Quello che mi auspico in ultima analisi é che, visto che alla scuola primaria esiste di fatto la settimana corta grazie al tempo pieno.. almeno nascano delle sezioni di settimana breve alle scuole medie, perché chi crede in questo modulo orario e l’ha anche vissuto per 5 anni non debba rinunciare ad una scelta importante .. Scelta che anche gli organi della scuola hanno votato a maggioranza.

  5. pscattoni scrive:

    Ho chiesto all’autrice dell’ultimo messaggio di identificarsi.

  6. Valentina scrive:

    Per quanto mi riguarda non riesco a farmi un’idea precisa dei pro e contro della settimana corta, al di là di quello che potrebbero essere i costi di attuazione che secondo l’amministrazione comunale si ripercuoteranno sulle famiglie.
    Le slides utilizzate dalla dirigenza scolastica per chiarire le idee ai genitori a me in realtà le hanno ancora confuse ancora di più, in quanto mi sembrano mancare di obiettività ed essere piuttosto schierate verso il risultato desiderato.
    Per quanto l’organizzazione di alcune famiglie possa trarre beneficio dal cambio di orario infatti non sono convinta che ci siano solo vantaggi; mi preoccupa in particolar modo la riduzione del tempo di studio in solitaria, fondamentale per sviluppare le capacità necessarie per gli studi superiori e universitari. Nelle slides stesse si parla di “alcuni pedagogisti” e “alcuni risultati sperimentali” a favore della settimana breve, non è quindi un’opinione condivisa da tutti gli addetti ai lavori mi sembra di capire, anche confrontandomi con chi nella scuola ci lavora o ci ha lavorato una vita. A fronte del sabato libero avremmo poi 5 giorni piuttosto intensi, con orario lungo (va bene le pause e i laboratori…6 ore sono lunghe), compiti a casa (che ci saranno comunque, giustamente) e meno spazio per le attività extrascolastiche ed il riposo quotidiano, per quanto mi riguarda fondamentale.
    Ripenso a quando andavo a scuola…alla 5° ora già non capivo più niente, figuriamoci se avessi avuto anche…

  7. Luca Scaramelli scrive:

    La scuola è autonoma nel decidere riguardo alla didattica e riguardo alla propria organizzazione, ci sono servizi complementari all’attività scolastica come il servizio mensa e il trasporto tramite pulmini comunali e pullman di linea che dovrebbero essere adeguati al nuovo orario. Come scritto nell’articolo ci auguriamo che l’amministrazione comunale abbia la buona volontà per mettere in atto gli adeguamenti necessari.

  8. Daniela Luciani scrive:

    Egregio sig. Romano, lei ha proprio ragione a sollevare delle domande. Noi sappiamo bene per quale motivo abbiamo raccolto delle firme a sostegno della decisione e della strada intrapresa dalla scuola. Ciò che ancora non si è palesato, sono le tesi a sostegno del no.
    Mi piacerebbe sapere quali siano le motivazioni al di là dei vari “se cambiano gli orari mi tocca mandare i figli con l’autobus e non mi va di pagarlo”, “io il sabato lavoro e i figli non saprei dove metterli” o a chi ha da dedicarsi ad attività ricreative per le quali la presenza dei figli a casa, il sabato, sarebbe di intralcio, che è quanto ci è stato opposto come rifiuto a firmare durante la nostra raccolta.

  9. silvia culicchi scrive:

    assolutamente vero quello detto (Romano): la scuola ha agito secondo i principi della propria autonomia, ma in questo processo gli stakeholder sono tanti: genitori, Comune, trasporti pubblici. Solo per fare un esempio: Assemblea pubblica del 15 Gennaio scorso indetta dal Comune sul tema. E’ stata esposta una spesa di circa 90.000 euro(vado a mente)per il primo anno per adeguamento edifici scolastici e trasporti comunali che a quanto ho capito non è prevista a bilancio. Altra questione: ad oggi come genitori, a parte la comunicazione delle delibere, non abbiamo ricevuto ulteriori info definitive su effettiva attuazione per il prox anno scolastico e orari definitivi. Work in progress?!

  10. Romano Romanini scrive:

    Dall’articolo e dagli interventi che ne sono seguiti mi pare di capire che, nonostante non ci sia stata unanimità, comunque la scelta fatta dalla Istituzione Scolastica sia per la settimana corta. Dunque: perchè la raccolta delle firme? Perchè si adombra la possibilità che per il momento ci si limiti solo ad una prima, parziale sperimentazione? Tutti gli interventi su questo blog nel ribadire la loro posizione favorevole tuttavia lasciano intendere che qualcosa si opponga all’attuazione della settimana corta. Ferma restando la legittimità di un confronto tra le due posizioni, se gli organi di governo della scuola hanno deciso, cosa si oppone alla sua applicazione?

  11. Claudia Corli scrive:

    Anche io sono favorevole alla settimana corta, i nostri bambini hanno bisogno di qualche giorno in più per riposare e per passare più tempo con noi.

  12. Luca Scaramelli scrive:

    Paolo (Scattoni), il confronto sereno è quello che veniva auspicato anche nell’articolo, purtroppo come io e te ben sappiamo, dibattendo spesso su questo blog, sembra che confrontarsi sugli argomenti sia ormai una pratica in disuso, si fa prima a fare come faceva il famoso mugnaio: correre a Berlino dove “dovrà pur esserci un giudice”, lui almeno lo faceva per un motivo valido, qui spesso lo si fa pro domo propria ignorando la collettività.

  13. pscattoni scrive:

    Chiedo scusa per l’intromissione. Questo post è il secondo più cliccato nel mese di marzo, secondo soltanto a quello pubblicato sull’Istituto Superiore Valdichiana. Un secondo aspetto che vorrei sottolineare è che per ora si è sentita la posizione favorevole alla settimana corta. Anche coloro che non sono d’accordo possono intervenire con le loro ragioni. Il confronto, possibilmente sereno, è sempre utile.

  14. Luca Scaramelli scrive:

    Nel momento in cui una coppia decide di avere dei figli credo che il primo ragionamento da affrontare sia quello di riuscire a fare un passo indietro e dare ai figli stessi lo spazio di cui hanno bisogno. Questo non significa rinunciare a se stessi, al rapporto di coppia o a tutti gli altri aspetti della vita di una famiglia, significa capire le esigenze del bambino durante la sua evoluzione. Il progetto “settimana breve” rappresenta, a mio avviso, un aspetto importante di questa evoluzione, innanzitutto perché fornisce agli studenti una migliore offerta didattica, basti pensare solo alla compresenza degli insegnanti e perché riserva alle famiglie un fine settimana più lungo per poter vivere con maggiore serenità un “tempo insieme”, libero almeno in parte da tutti gli impegni che caratterizzano la frenetica vita settimanale di adulti e ragazzi. Credo che solo questi argomenti potrebbero bastare per essere favorevoli alla nuova organizzazione dell’orario scolastico, ce ne sarebbero tanti altri che in questa sede non è possibile descrivere per motivi di spazio nei commenti. Basti pensare però che in tutta Europa, e non da ora, questo è l’orientamento. Come è affermato nell’articolo credo sia giusto che tutte le istituzioni, secondo le proprie competenze, affrontino l’argomento in maniera serena e approfondita per poter giungere, mi auguro in tempi brevi, ad una positiva conclusione.

  15. Padilla quezada scrive:

    Buongiorno io sono d’accordo per la settimana corta. Ci sonno tanti vantaggi come quelle dei laboratori e soprattutto quelli di sostegno.Poi da quanto vissuto in precedenza con mio figlio più grande e un po de rilassamento perché a breve più tempo per studiare e fare i compiti

  16. Eleonora Desena scrive:

    Personalmente condivido L iniziativa di cui non ho mai messo in discussione la bontà didattica tenuto conto che è stata votata a larga maggioranza proprio dal corpo docenti che di didattica si occupa per professione e cui affidiamo già ora i nostri figli. Senza tener conto che Chiusi non è certo il primo comune ove tale organizzazione viene adottata ma è già da tempo sperimentata ampiamente in tutta Italia e non solo nelle grandi città ( anche a Pozzuolo) ma in tutta Europa.. e approvata chiaramente dal ministero. Ritengo anche io,inoltre, che come x noi adulti anche x i bambini due giorni di recupero siano importanti tanto alle medie quanto alle elementari senza necessariamente dover optare x un tempo pieno! Potrebbero affrontare con maggiori energie la settimana e distribuire meglio gli impegni nel fine settimana senza stare sui libri di fatto sia sabato che domenica,quando si presentano anche altre occasioni di attività e dove diversamente anche il tempo x vivere la famiglia sarebbe decisamente limitato è vincolato!Riuscire poi con la compresenza degli insegnanti su 5 giorni a lavorare in piccoli gruppi con una maggiore possibilità di aiutare chi è più indietro e offrire un insegnamento più mirato alle diverse capacità è un beneficio ancora più importante! ..e in un epoca in cui i primi tagli sono sempre all istruzione poter destinare risparmi di costo a progetti,materiali, opere x ke quali spesso i fondi sono sempre risicati non è altrettanto cosa da poco!

  17. silvia culicchi scrive:

    Anche io sono tra i firmatari. Ho seguito da esterno tutte le iniziative riguardanti il tema organizzate sia dal Comune sia dalla Scuola: posso dire che sono stata piacevolmente sorpresa da come la scuola ha affrontato in modo strutturato la comunicazione con le famiglie coinvolte: senza troppi “rumors”, presentando alle stesse pro e contro di tale soluzione. Interessante a mio avviso è il tema de “L’ Alunno al centro del percorso educativo” e l’opportunità, data da una maggiore concentrazione di ore, di una ristrutturazione graduale della modalità di erogazione della didattica tendente a favorirne aspetti di collaboratività, trasversalità e digitalizzazione. Certo, nessuno ha la sfera di cristallo, nessuno credo può oggettivamente garantire quale soluzione sia la migliore in assoluto: l’attuale modulo o la nuova proposta?? Il tema è talmente ampio, articolato e trasversale… Quello di cui sono certa però, è che l’esito riportato nella delibera degli organi collegiali della scuola sia stato assoggettato alla logica degli “alunni al centro”. In ultima istanza, auspico che quanto già deliberato possa trovare attuazione anche parziale per il prossimo anno scolastico 2019/2020, anche solo per valutarne le reali opportunita’. Rimango in trepidante attesa di buone nuove!!!

  18. Arianna Bardini scrive:

    Ciao a tutti, io sono favorevole alla settimana corta perché così i bimbi hanno più giorni per riposare. Ritengo inoltre che i nostri insegnanti siano in grado di gestire al meglio le lezioni senza sovraccaricare i ragazzi..

  19. Anche io e mio marito siamo tra i genitori favorevoli alla settimana breve e abbiamo accolto con entusiasmo la decisione della scuola in tale direzione. A tutt’oggi però, non si hanno notizie in merito e ci auguriamo caldamente che tale scelta decisa dalla scuola non si impantani nel fango del “si è fatto sempre così” tanto da non attuarla. Sicuri e fiduciosi che le istituzioni stiano lavorando in merito al meglio, vorremmo poter dare delle risposte ai nostri figli, avendo soprattutto una delle nostre tre bambine che si è iscritta alla scuola secondaria Galileo Galilei, e che inizierà un nuovo percorso questo settembre. Per questo abbiamo partecipato attivamente alla raccolta delle firme per poter garantire, in ultima istanza, la formazione almeno di classi sperimentali a partire dal prossimo anno scolastico, per garantire la realizzazione di quanto fortemente voluto dai nostri figli. Quelle che sono le nostre esigenze di adulti sono state messe da parte in virtù di quelle che sono le esigenze dei nostri bambini che restano la nostra priorità e cioè più tempo per riposare, potendo così essere più produttivi nelle ore scolastiche e allungare i momenti di condivisione con la famiglia, i nonni, gli amichetti nonché il gioco. Concentrare scuola e attività extrascolastiche in cinque giorni (che spesso corrispondono ai giorni lavorativi dei genitori) lascia due giorni allo svago, fondamentali per le famiglie ma soprattutto per la ripresa psicofisica dei bambini.

  20. Francesca Capaccioli scrive:

    Sono a favore della settimana corta, i bambini di oggi da lunedì al venerdì oltre la scuola hanno anche attività extra scolastiche si impegnano nello sport nella musica ecc, pertanto credo che il sabato poter stare a casa sarebbe soprattutto un vantaggio a livello fisico e di organizzazione di compiti e relazioni in famiglia, avendo due giorni a disposizione.
    Anche la didattica a scuola avrebbe un vantaggio essendo tutti i docenti presenti tutti i giorni i ragazzi sarebbero più seguiti e in assenza di qualche docente ci sarebbe la possibilità di sostituirlo nell’immediato.
    Il cambiamento a volte fa rendere tutto complicato ma alla fine c’è sempre un fine positivo.

  21. Claudia Sberna scrive:

    Premesso che anche io sono stata sin dall’inizio d’accordo alla settimana breve, perché ritengo importante per i bambini una pausa di almeno due giorni consecutivi, ho partecipato agli incontri organizzati dalla scuola e sono rimasta colpita da quanto ci è stato segnalato…In particolare dal discorso che la settimana breve porterà a maggiori compresenze del personale docente, permettendo di coltivare meglio la didattica sia nelle situazioni di difficoltà che di eccellenza e di andare incontro ai bisogni di apprendimento individuali. Questa la trovo una cosa di grosso valore per l’apprendimento e mi fa credere ancor di più nella bontà di questo tipo di organizzazione scolastica. E’ vero noi siamo andati a scuola il sabato, ma penso anche che la realtà in cui crescono i nostri figli sia diversa dalla nostra, col tempo le situazioni mutano.. Noi adulti talvolta fatichiamo ad accettare i cambiamenti, per i nostri figli è diverso, perché sono loro il cambiamento.

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