Il rispetto delle regole istituzionali, il silenzio dei politici e quello dei gazzettieri

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Sono passati 18 gioni dall’ultimo consiglio comunale. Del dibattito e delle deliberazioni non c’è traccia all’Albo pretorio (a meno di un mio errore). Non è cosa secondaria perché senza quella pubblicazione non è possibile fare segnalazioni (p.e. a Prefetto e Difensore civico regionale) o ricorsi (p.e. quello straordinario al Presidente della Repubblica). Non c’è nemmeno la registrazione “ufficiale” che in passato veniva inserita da subito. Quella rintracciabile su youtube è incompleta, infatti non contiene un momento assai significativo dell’ultimo intervento del Sindaco. Non è necessario ripercorrere la vicenda. Su chiusiblog sono già usciti due post: 1° luglio e 7 luglio

Ci sono invece altri elementi da sottolineare:

1) Il silenzio degli “addetti ai lavori”. Cosa pensano i 12 consiglieri comunali sulla regolarità della procedura che ha portato al voto sulla rotonda e il taglio dei pini?

2) Nessuno ha da dire niente sulla registrazione non pubblicata come usualmente si fa?

3) C’è da dire qualcosa sul fatto che la registrazione su youtube sia incompleta soprattutto in una parte dell’intervento del sindaco negli ultimi minuti?

4) Perché questo ritardo nella pubblicazione dei verbali?

C’è poi il silenzio della stampa sia quello su “carta” che online. A parte un fugace commento sul Corrierino di Siena a ridosso del Consiglio, il silenzio è stato assordante. Il problema della procedura non è stato mai sollevato. Carmelo Bene, artista eccentrico e geniale, si rifiutava di pronunciare la parola “giornalisti” sostituita con quella di “gazzettieri”, questa volta neppure quella vi si adatta.

C’è poi questo blog. Un post del gruppo consiliare Possiamo ha ricevuto decine di commenti sul concetto di destra e sinistra. Molto poco invece sulla vicenda consiliare, come se il rispetto del regolamento quale base di garanzia per il rispetto delle regole non sia importante. La democrazia è fatta soprattutto di questo. Non si può costruire un confronto senza le basi. Queste non sono né di destra, di centro e neppure di sinistra.

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11 risposte a Il rispetto delle regole istituzionali, il silenzio dei politici e quello dei gazzettieri

  1. pscattoni scrive:

    Il discorso è iù complesso. La piattaforma chiusiaperta.it ha come obiettivo quello di organizzare la conoscenza di tutti cooro che son disposti a condividerla. Prendiamo una potenziale decisione a caso, p.e. la balzana idea della stazione in linea, quanti si ricordano i dettagli: caratteristiche, chi l’ha proposta e sviluppata? Quasi sempre ci si dimentica e quindi dare una memoria al sistema è fondamentale.

  2. carlo sacco scrive:

    Non so se dico cose realistiche ma quando esiste una maggioranza schiacciante che segna il percorso in qualsiasi momento,le cose da parte delle opposizioni non possono essere tantissime.La mancanza di trasparenza non è uno scherzo e quindi va fronteggiata
    o con opportune campagne che informino la gente di ciò che stà succedendo oppure al ricorso alle autorità preposte al controllo. Altro non vedrei che potesse piegare la protervia di chi decide e governa:farli trovare davanti al fatto compiuto.Forse starebbero più fermi….E siccome le strutture e l’uso dei mezzi giuridici per i ricorsi sono i fiori della democrazia checchè se ne dica, credo che non ci possa esimere da usarli quando si ritenga opportuno e produttivo perchè il futuro sia meno fosco.

  3. roberto donatelli scrive:

    Forse, e dico forse, il problema è lo Stato Italiano che non si fida di suoi cittadini ( chi è che è felice di pagare le tasse, in tutti i Paesi). Se non sbaglio è il Governo che dice ai cittadini quanto devono pagare in tasse se hanno un ‘attività commerciale come un bar. Voi che fareste? La risposta credo sia; bè, intanto cominciamo a ‘ metter da parte’ un po di soldi, poi vedremo. In poche parole se lo Stato crea dei ‘ truffatori ‘ cosa ci si aspetta ?
    Per quanto riguarda Chiusi il discorso è differente, a Chiusi esiste una dittatura assoluta, punto e basta.

  4. pscattoni scrive:

    Sul fatto che quelle espressioni artistiche non siano riconducibili a qualsiasi strategia e/o azione politica non mi pare che ci sia bisogno di ritornare.
    Se possibile dovremmo ritornare all’oggetto del post e cioè il ruolo e le modalità della trasparenza nell’azione politica a Chiusi e come perseguirla.

  5. carlo sacco scrive:

    Scusa Paolo, tutto vero quello che dici sui numeri e sulla storia a ritroso del fenomeno minatori,e concordo con te pienamente anche sulla trasparenza democratica,ma la verità oltre che alla riduzione dei minatori perchè i profitti diminuiscono,secondo te non mette in evidenza che tale sistema considera il lavoro come una merce tralasciando e fustigando ampiamente l’aspetto umano,reprimendolo alla stregua di altri fattori ”naturali” della produzione? Dietro il lavoro ci sono gli uomini,famiglie,il lavoro solo salariato.Il ribellismo a cui si rifà il Rock delle band che giorni fa si sono esibite, in un sistema come il nostro non può avere la pretesa di rappresentare un viatico per cambiare le cose questo è palese,ma comunque come vedi gli si affibbia dai media una valenza tutta culturale in direzione della politica che sembra si sia scoperta e valorizzata perchè i gruppi delle band suonano e cantano quelle vicissitudini.Questo secondo il mio modo di sentire è una mistificazione politica,un anteporre fattori che nulla hanno a che vedere con il divenire della storia. Si è detto perfino” ma senza i Rolling Stones o senza Bob Dylan saremmo noi stati così come siamo ed avremmo pensato come pensiamo?”.Più che a noi credo che bisognerebbe chiederlo ai diretti interessati se hanno fatto due pasti al giorno oppure uno soltanto o mezzo loro e rispettive famiglie,l’hanno fatto perchè c’era gente che suonava.Fra l’altro per il loro profitto.

  6. pscattoni scrive:

    Mi pare si confondano le cose. Nel post si cercava di evidenziare come la mancanza di trasparenza possa far passare scelte assurde e come purtroppo oggi si debba parlare delle scelte del Comune per “sentito dire” perché non c’è verso di conoscere il dettaglio di quelle scelte.
    Sulla questione dei minatori e della musica si parla di preistoria. I minatori inglesi all’inizio del 900 erano più di un milione, nel 1980 erano diminuiti di 5 volte 237.000, oggi 2000 più di 100 volte in meno rispetto al 1980. Le suggestioni musicali rimangono suggestioni musicali.

  7. Carlo sacco scrive:

    X Donatelli. Basterebbe che all’ ” hear,hear” non si risponda ” Alala’ “…..scherzo eh….ma visto il tutto tanto da scherzare credo che non ci possa essere….l’Italia caro Roberto è un paese di destra, nella maggioranza dei casi con una popolazione con il cuore a sinistra ma col portafoglio a destra…e quindi il concetto di socialità si afferma male ed a fatica.In compenso quello dell’individualismo e’ sempre pronto dietro l’angolo per essere tirato fuori quando faccia comodo.In pratica il paese dei ” furbi” che sprofondano perché sono stati abituati a pensare che “lo Stato” sia una entità’ astratta.Daltronde cosa vuoi,se c’è “some people “che pensa che il rock contribuisca a cambiare il sistema preparando le menti ad essere reattive ad esso ,vedi bene che il sistema su tali valori ci sguazza,anzi ti farebbero anche pensare che sei tu dalla parte del torto perché non ci hai capito una mazza…Scusa se ti sembro polemico ma questo è un boccone che non mi va giù . All’uopo loro confondono il divertimento con la pressione delle coscienze che però’ finito il divertimento ritornano ad essere come erano prima.Non ti sembra la cultura di chi comanda il baccellaio? A me si.

  8. roberto donatelli scrive:

    Bravo C.Sacco (in Inglese si direbbe ‘ hear, hear’).

  9. luciano fiorani scrive:

    Il pezzo è ineccepibile.
    Nessuno pretende, credo, che sia una questione che non faccia dormire “la casalinga di Voghera” ma chi ha un po’ di sale in zucca dovrebbe capirne facilmente l’importanza e le implicazioni.

  10. pscattoni scrive:

    Su facebook Marco Lorenzoni ha così commentato questo post: “Marco Lorenzoni Io preferisco la stampa che parla dei problemi (in questo csdo i pini) piuttosto che delle procedure… Di queste di occupi la politica. Quanto al problema specifico primapagina per esempio ne ha parlato abbastanza e più volte. In discreta solitudine anche de un certo dibattito ne è uscito fuori”.
    Ma come si fa a discutere di un progetto, che comprende il taglio dei pini, senza conoscerlo? Si sta discutendo, come pure ha fatto per qualche minuto, il Conisglio comunale. In questo modo si può può dire tutto e il suo contrario. Si può anche proporre che il verde urbano debba essere fatto con copie di alberi di plastica. Per ora si parla di voci raccolte dal barbiere. Fossero vere è proprio il pogetto da rigettare, per le conseguenze che potrà avere sul traffico compresa una congestione in piazza Dante. Non è saggio, però, discutere di un progetto raccolto nella bottega del barbiere. Forse ora è più chiara l’importanza della trasparenza nella pubblica amministrazione.

  11. carlo sacco scrive:

    Condivido quasi tutto,ma se la gente è così non vedo alternative al fatto che si prosegua su questo piano e che alla fine il piano risulti sempre più inclinato e trasporti tutti gli oggetti che vi sono nel baratro.Il baratro è quella situazione dalla quale per risollevarsi-e la storia ce ne fa tener conto volendo o nolendo-che si supera solo in un certo modo: azzerando tutto e ricominciare su un piano diverso.Ma lo deve fare la gente e la gente fino a quando non lo fa perchè o non se ne rende conto oppure è preda di coloro che se ne rendono conto ma non lo dicono aspettando il ”giudizio universale”dal quale risorgere( loro….) assorbe e basta ed è sempre più alienata e distante da tali problemi ed alle regole che richiami giustamente, non ci pensa o se ci pensa sembra che queste siano semprepiù lontane ed inefficaci.Voglio concludere con una visione che sembra che non c’entri nulla: quella di Piazzale Loreto ed il corpo del ”duce” appesa a testa all’ingiù.Non molto tempo prima il popolo lo acclamava a milioni.Non dimentichiamolo questo per capire di quale pasta siano fatti gli italiani,tranne pochi che nella storia hanno pesato ma sempre molto relativamente purtroppo, a differenza di coloro che sono stati utilizzati per arrivare a quei punti che hanno fatto si che il popolo non si evolvesse.Questo la dice lunga sulla cultura di questa gente a milioni.Ed oggi chiediamocelo: forse è tanto diverso da allora ?

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