Elezioni: avanti popolo!!!

POSSIAMO-Medium-768x445da Agnese Mangiabene per la lista Possiamo

Il risultato che ci consegnano le elezioni amministrative di domenica, al di là della solita manfrina del “tutti vincitori” o delle patetiche conte sul numero totale dei sindaci eletti da una parte e dall’altra, è un risultato sul quale non si possono nutrire dubbi. Dopo anni di lotte interne, di crisi di identità, di mancanza di leader e di idee chiare su cosa fare, la destra torna ad essere un polo in grado di cavalcare il diffuso malcontento e di attrarre consensi.

I 5 Stelle e soprattutto il PD vanno incontro ad una netta sconfitta; dopo la batosta del referendum costituzionale del dicembre scorso gli italiani dicono ancora una volta di no a Renzi, che sta portando il PD alla deriva, ormai abbandonato dal voto di sinistra dopo che in questi anni si è caratterizzato come il governo dei voucher e del precariato, amico delle banche e nemico dei lavoratori, senza più riferimenti certi al centro dopo la stagione delle intese con Alfano e Verdini.

Il voto è anche una risposta, se ce ne fosse ancora bisogno, a chi afferma ormai da tempo che la divisione tra destra e sinistra è anacronistica. Noi crediamo che oggi più che mai ci sia bisogno di riferimenti forti per lavoratori sfruttati, studenti e giovani senza prospettive di futuro, per la difesa dell’ambiente messo ogni giorno più a rischio in nome di un progresso e di uno sviluppo ormai senza logica.

In ambito locale, la nostra lista ha già svolto incontri e altri sono in programma per far sì che intorno ai valori della sinistra possa coagularsi una forza unitaria a livello nazionale in grado di far fronte alla rinascita minacciosa della destra e che possa rappresentare un riferimento per le categorie più deboli abbandonate dalla follia del “renzismo”. L’astensionismo sempre più in crescita è una risposta di rabbia, ma non razionale, ai problemi che affliggono la nostra società. Lasciando da parte inutili personalismi, una nuova forza di sinistra unitaria deve assumersi il compito di guidare una fase in cui la politica non sia solo fatta di ambizioni e carriere personali ma sia in grado di dare risposte forti e adeguate.

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36 risposte a Elezioni: avanti popolo!!!

  1. roberto donatelli scrive:

    XPaolo….scusa Paolo, ma se le cose vanno avanti anzi non vanno proprio, chiunque tu voti, cosa si dovrebbe fare andare avanti a discutere mentre quelli al potere continuano a fregarsene dei cittadini, e a mangiarsi una enorme quantità di soldi e a rovinare il nostro Paese ( crolli di ponti e di argini appena fatti, stalle che non sono stalle, macerie che sono ancora li e via dicendo) o una rivoluzione?
    Personalmente non mi posso lamentare, ma mi fa male al cuore vedere il mio Paese ridotto in queste condizioni ( incluso Chiusi), eppure il talento, l’impegno ed i soldi ci sono, però si arenano davanti alla burocrazia, ai processi e via dicendo. Di chi è la colpa di questa situazione? Credo che sia di tutti i governi che si sono succeduti, e che hanno mantenuto questo sistema che PROTEGGE i colpevoli (prescrizioni etc) e coloro che
    ricevono le famose mazzette.
    Facciamogli capire che ne abbiano abbastanza e che DEVONO CAMBIARE ANDAZZO.

  2. pscattoni scrive:

    x Roberto Donatelli. Non mi iscrivo al partito del non voto. Continuerò a votare per il meno peggio e lavorare per quanto posso a correggere il sistema.
    Questo blog è stato fondato e gestito proprio perché credo che la partecipazione sia un valore da coltivare. Se tutto fosse riconducibile al non voto non ce ne sarebbe bisogno e potrei utilizzare il mio tempo per attività più divertenti. Se non ci fosse stato questo blog oggi avrebbero vinto quelli che hanno mandato gli “informatori da un tanto al chilo” inviati per barbieri e bar a creare opinione su quanto successo nell’ultimo consiglio (vedi post seguente): sindaco che mette a posto le cose e consiglieri di opposizione rissosi che distribuiscono manate a fine consiglio. Lavorare per la trasparenza e la tracciabilità è faticoso, ma secondo me è l’unica via per il cambiamento.

  3. roberto donatelli scrive:

    Forse è giunto il tempo di lanciare una campagna per il NON VOTO…..questo governo ha tagliato i loro lauti stipendi (soldi nostri)? Ha snellito la terribile macchina della burocrazia e della giustizia? Il governo precedente che ha fatto in proposito? Se la risposta è ugualmente negativa non si va a votare. Fino ad ora molte parole positive in proposito, ma risultati ZERO. Credo che se la percentuale dei non votanti fosse sul (diciamo) 70% le cose cambierebbero.

  4. PMiccichè scrive:

    Credo che uno dei problemi maggiori del nostro tempo rimanga l’impossibilità di individuare alcuni ambiti cardine che orientino l’elettore e che, allo stesso tempo, rappresentino la sua visione di come la società dovrebbe essere organizzata e con quali valori fondanti.
    Se non c’è più un’ideologia forte ma nemmeno una linea guida di massima, il cittadino elettore non capisce più nulla e si deve affidare solo al Caro Leader e alla sua capacità di esprimere credibilità: Salvini, Berlusconi, Renzi ecc. Su quale programma? A parole, programmi e intenzioni oggi risultano molto simili con dentro tutto e il contrario di tutto (non avendo forti punti di riferimento ideali ma solo la necessità di compiacere l’elettore). Trovo tutto questo molto pericoloso. Personalmente, in questo momento non esiste chi mi possa rappresentare; voto ancora (chissà per quanto) ma con un intento tattico; anche perchè chi sto votando può cambiare linea da un momento all’altro e quindi mi può al massimo rappresentare in quel momento e non in una gittata temporale più ampia. Così però non si costruisce granché….

  5. luciano fiorani scrive:

    XMiccichè. Certo che una politica condivisibile, almeno per me, deve sostanziarsi di diverse questioni e che onestà (nella situazione data parlerei di lotta alla corruzione) e trasparenza non bastano ma sono indispensabili.
    La lotta alle diseguaglianze, la pace, la cultura, la dignità e la forma del lavoro, solo per indicare una direzione sono aspetti decisivi, sempre a mio parere.
    Quello che contesto è semplicemente che il richiamo alla sinistra sia di per se esaustivo. Perché abbiamo visto che così non è. E non lo è per varie ragioni prima di tutte perché è cambiato velocemente il mondo nel giro di qualche decennio e perché sono inevitabilmente saltati i riferimenti sociali, i modi e i tempi della politica.
    Con chi possiamo oggi fare e attuare un programma civile di cambiamento? Con le masse oppresse che sono in larghissima parte il pilastro del consumismo?
    Insomma gli oppressi non mi paiono più la leva su cui far forza.
    Viviamo tempi complicati e ci vogliono fermezza e fantasia e non generici appelli a situazioni inevitabilmente datate.

  6. enzo sorbera scrive:

    Il logorarsi di senso di un concetto non implica, di per sé, che sia finito o inutile. Significa che viene usato in un contesto modificato. Siamo davanti a un poliverso frammentario di discorsi accomunati da un senso di onnipotenza individuale, tale da farci credere di saperla più lunga degli insegnanti dei nostri figli, dei politici che abbiamo eletto, dei medici che consultiamo. Un eccesso. Nasce dall’esaltazione della figura del consumatore, il furbo che non si fa fregare. Questo contesto iperindividualista è il prodotto di una precisa strategia di distruzione dell’idea di classe o di solidarietà: il negativo che ti accade è solo tuo perché sei sfigato, incapace, non aggiornato, vecchio. E tutti i vinti si adeguano. Anche da qui la crisi generalizzata degli strumenti di rappresentanza classica: sindacato e partito, ad es. Il fatto che poi una “politica di sinistra” possa avere aspetti di destra sociale non mi turba affatto (sono uno che ascolta Veneziani, e lo trovo anche interessante). La medicina nazista era il massimo di eccellenza dell’epoca, ma non vedo tanti a rimpiangere la struttura socio politica in cui era inserita. O c’è qualcuno che rimpiange Aktion T4? Certo, Mussolini, 80 anni fa, ha dato case e buoi ai veneti che hanno accettato di migrare nell’agro pontino post-bonifica. Un’azione di sinistra? Forse. O forse era un modo per garantire dignità a ceti di sottoproletario che si è trasformato in un colpo da maestro del consenso al regime.

  7. PMiccichè scrive:

    Luciano, quello che tu individui magari si fermasse solo a termini come Destra e Sinistra! L’esplosione dei significati è tale – quella che tu dici “assorbe ogni giorno significati e succhi diversi” – che sta portando ad una sostanziale instabilità qualsiasi termine o definizione. Il nostro è un presente ingolfato di informazioni orizzontali, per cui siamo ormai “costretti” a cercare di ridare del Senso e, con esso, degli appigli e degli strumenti di lettura per affrontare il futuro; altrimenti saremo vittime solo di un chiacchiericcio continuo ed inconcludente.
    Il rischio è che saranno proprio “le masse ‘materialiste’ (quelle che combattono col vivere quotidiano) e che hanno generalmente un orientamento più conservatore” ad esplodere quando la loro materialità si sarà consumata. Lo zar in Russia aveva i mužik dalla sua, un popolo che lo venerava e che credeva egli fosse incaricato direttamente da Dio per prendersi cura di loro. Questo fervore poi, ha a cambiato di segno per trasformarsi in una colata di lava incandescente che ha spazzato via tutto.
    Questo nostro sistema è ormai insostenibile. Per orientarsi potremo usare altri termini, se Destra e Sinistra ci sono antipatici, ma non basteranno Onestà e Buona Volontà per continuare un cammino dopo che si è smarrita la strada.

  8. roberto donatelli scrive:

    …20 anni di B sono tantissimi……da smaltire. ( lascio sempre fuori ciò che è chiarissimo per me !)

  9. luciano fiorani scrive:

    Oggi parliamo della vicenda del piccolo Charlie come i nostri nonni avrebbero parlato di un fatto grave accaduto a un loro conoscente o vicino di casa.
    Lo stretching spaziale prodotto dalla globalizzazione e la contemporanea rivoluzione tecnologica hanno reso inservibili parole come Destra e Sinistra.
    “E’ vero la parola Sinistra non è ancora scomparsa ma è sempre più porosa, nel senso che assorbe ogni giorno significati e succhi diversi, è una parola instabile e in definitiva inservibile”.
    Che sia così lo vediamo anche nel nostro piccolo, e non è un caso che anche Paolo Miccichè senta il bisogno di precisarne ambiti e orientamenti per non dar adito a fraintendimenti.
    Ma quando avviene questo vuol dire che quella parola non ha più un significato immediatamente riconoscibile da tutti e già questo dovrebbe dirci, appunto, che è “inservibile”.
    Che poi esistano e, anzi, si siano dilatate le questioni delimitate dalla faglia tra l’avere e il non avere è di tutta evidenza. Ma oggi vediamo che le masse “materialiste” (quelle che combattono col vivere quotidiano) hanno generalmente un orientamento più conservatore, o pro sistema, delle classi garantite e più colte.
    A Chiusi la cultura egemone è quella della Lega, anche per tantissimi che votano centrosinistra e vengono dal Pci.
    E allora, almeno per me, è assai più importante il motto rivoluzionario “sono quel che faccio” perché l’opposto (faccio ciò che sono, faccio perché sono) abbiamo visto dove conduce.

  10. pscattoni scrive:

    Lo sviluppo di questo dibattito e i contatti (circa 300 in tre giorni) stanno ad indicare interesse. Se il renzismo sembra essere moribondo cosa pensiamo per il futuro? Alcuni sostengono che va riscoperto e organizzato un impegno anche a livello locale. Si sostiene che ognuno poi trova il suo impegnp in diverse collocazioni politico orgnizzato o anche del tutto personale, più o meno convinto di poter cambiare qualcosa.
    Tutti, però, sembrano persuasi che per fare politica c’è bisogno di trasparenza, tracciabilità della decisione e quindi partecipazione.
    Siccome queste condizioni non vengono garantite da chi dovrebbe è mia convinzione che ce le dobbiamo conquistarle mettendo in comune le nostre conoscenze. chiusiaperta.it può essere uno strumento, altri se ne potrebbero immaginae. Lentamente sta procedendo. Potrei portare alcune voci. Scelgo l’ultima (http://www.chiusiaperta.it/index.php?title=Edificazione_a_Montallese) quella sull’edificazione a Montallese sviluppata soprattutto da Romano Romanini. È ora a disposizione di tutti e tutti la possono utilizzare nelle proprie autonome strategie (destra, sinistra, centro e posizioni varie). Leggete e fate sapere.

  11. roberto donatelli scrive:

    due amici di infanzia scelgono la strada politica, uno va a destra l’altro a sinistra. Dopo qualche tempo si incontrano, si scambiano saluti e quello di destra invita il suo compagno a cena nella sua villa, molto grande e sontuosa con 2 maggiordomi una ventina di personale di servizio e via dicendo. Ai complimenti del suo amico risponde: ‘vieni di faccio vedere come ho fatto’. Lo porta al 9 piano e gli dice: ‘Vedi quell’autostrada laggiù? Doveva avere 4 corsie e ne ha 3, doveva avere il guardarail a tre ed è a due, doveva avere la striscia bianca continua ed invece è tratteggiata.”
    Alla fine della cena quello di sinistra invita, a sua volta, l’amico a cena nella sua villa….Un vero e proprio castello, con 20 maggiordomi ed un’infinità di personale.
    Ai complimenti dell’amico risponde: ” Vieni di faccio vedere come ho fatto”.
    Lo porta sulla torretta più alta e dice: ” la vedi quella autotrada laggiù’. – “No” – “Appunto”.
    Ovviamente si possono cambiare i colori dei due amici……la sostanza non cambia.
    La politica, da noi, è morta e sepolta da un bel pezzo, come lo sono Don Camillo e Don Beppone.
    20 anni di B. sono tantissimi. A proposito, ma non era stato interdetto, o mi sbaglio?

  12. PMiccichè scrive:

    Carla, non so se ho ben capito quanto scrivi ma io volevo solo utilizzare i termini Destra e Sinistra non appesantendoli dalle loro varie declinazioni storiche; anche perchè ci si perderebbe – vedi la nota di Paolo Scattoni – in un labirinto inestricabile e forse anche poco utile: Sinistra non è solo Comunismo di stampo sovietico ma anche Laburismo inglese o Socialdemocrazia tedesca (vedi Willy Brandt) e Destra ovviamente non è solo Francisco Franco o Gianfranco Fini o George Bush.
    Se si usa il termine Sinistra – che poi però tutti continuano ad utilizzare – vorrei che definissero degli ambiti precisi e “orientativi” per tutti. Se un partito che si etichetta di Sinistra privatizza servizi essenziali e li finalizza al profitto, mi piacerebbe che perdesse questa denominazione. Tutto qui. Non vedo implicate “le masse cioè la moltitudine di coloro che psicologicamente e per ignavia sceglie di seguire dei contenitori.” Voglio volare basso e non implico contenitori ideologici ma solo modelli organizzativi peraltro molto generali; ma credo che un elettore debba sapere e “capire” cosa persegue un Partito che si candida a governare un Paese. Ho l’impressione che oggi, per lo più, si cerchi di indovinare cosa “le masse” preferiscono sentirsi dire e affermarlo poi impacchettato con la dialettica giusta; per fare questo bisogna però rinnegare Destra, Sinistra, Ideologie ecc raccontando che sono vecchi arnesi di cui disfarsi. Per me tutto questo è un errore capitale.

  13. enzo sorbera scrive:

    Non mi pare che ci sia un’indicazione di collocazione che risolva, di per sé, ogni complessità. Micciché sottolinea alcune discriminanti che, se dichiarate, di fatto sgombrano il campo da equivoci. Di questi tempi “mélange” non è un affare da poco. L’idea di progetto complessivo in cui si coniugano le azioni e le prospettive ha dei rischi – ad es. la tentazione di proporsi come depositari della “retta via” e altre storture che abbiamo avuto modo di “gustare” nel 900 -, ma almeno apre un chiaro confine tra quello che sono disposto a fare, e dove voglio arrivare, e quanto non mi vedrà disponibile a nessun prezzo. E’ un’inversione di tendenza rispetto all’attuale “realismo”. In nome del realismo, si è giocata, da parte di tutti gli attori, una politica neoliberista variamente dissimulata ma con la costante di un asservimento totale al turbo capitalismo che stiamo vivendo. Su questo piano, gli strumenti di partecipazione trasparente sono un mezzo utile, ma occorre anche qui distinguere: è utile pubblicare un DUP o un bilancio, certo, ma possono essere documenti particolarmente oscuri, di assai difficile interpretazione. La nostra è una democrazia di delega: abbiamo un meccanismo articolato sull’idea di rappresentanza (di interessi) e di controllo. Purtroppo è fragile, ma non abbiamo ancora correttivi politici salvo la buona volontà dei partecipanti nel rispettare le regole del gioco.

  14. Carla Biscottini scrive:

    … caratteri. Concludendo mi sembra davvero puerile credere che sia sufficiente “collocarmi” per esprimermi, agire, essere, sulla base di intenzioni consapevoli nella complessità della nostra condizione corporea, istintiva, intellettuale, emotiva, spirituale, eroica, contraddittoria… Proprio alla storiografia dovremmo rivolgere lo sguardo.

  15. Carla Biscottini scrive:

    In riferimento all’intervento di Paolo Micciché :”Cerchiamo di storicizzare meno possibile e di creare invece ambiti di orientamento” Il mio pensiero è diametralmente opposto. Gli ambiti di orientamento o valori, come dici in un altro passo, non è dato fissarli. E la consapevolezza è l’elemento fondamentale, unico direi, di una qualsiasi azione individuale o collettiva. Ora continuando ad utilizzare questo termine -ambiti di orientamento- e volgendo lo sguardo alla nostra dimensione storica, non possiamo non rilevare che tali ambiti sono stati sapientemente inventati (trovati con l’immaginazione o l’ingegno dice il Treccani) e utilizzati, per orientare appunto, le masse cioè la moltitudine di coloro che psicologicamente e per ignavia sceglie di seguire dei “contenitori”. La condizione dei primi è di sostanziale diversità, alterità rispetto a quella dei secondi che rappresenta la quasi totalità del genere umano. Religioni, credi politici, o perfino estetici e l’elenco sarebbe lunghissimo, hanno servito senz’altro egregiamente a questo scopo. Gli obiettivi che tu dici essere propri di una cultura di sinistra non lo sono tout court. Un’azione che è frutto di un’intenzione, può avere risultati diametralmente opposti a secondo di chi la realizza, come, quando e dove. Se non si pone l’attenzione alle condizioni in base alle quali il linguaggio è dotato di senso tutto è dicibile, condivisibile o altrimenti indicibile e riprovevole. Non ho più disponibilità di…

  16. pscattoni scrive:

    Bene, ma la trasparenza se non c’è va conquistata e non semplicemente attesa perché dovuta.

  17. PMicciche scrive:

    Io mi definisco di Sinistra e darò il mio voto a chi giudicherò rappresenti al meglio questa organizzazione socio-economica della società Altrimenti mi asterrò, come fa ormai quasi un cittadino su due in quanto disorientato. Onestà e Trasparenza saranno invece pre-requisiti che mi aspetto da tutti: destra, centro o sinistra che siano.

  18. pscattoni scrive:

    Vedi tu come definirti. A me interessa lavorare con te e possibilmente molti altri per garantire almeno il “conoscere per deliberare”. Come ci siamo già detti c’è qualcuno he impedisce il conoscere del processo di deliberazione. Facciamo questa prima verifica.

  19. PMiccichè scrive:

    ..ma non importa se, in un dato periodo, una contingenza ha consigliato un intervento statale a Roosevelt oppure se la “destra sociale”(di ascendenza socialista) si comportò di conseguenza; quello che sta facendo Trump sarebbe intollerabile nel nostro continente post-socialdemocratico. Cerchiamo di storicizzare meno possibile e di creare invece ambiti di orientamento – non predeterminate architetture economico-sociali ma almeno valori di orientamento – e cerchiamo di procedere senza troppi distinguo. Altrimenti finisce come sta finendo: tutti sono tutto e quello che importa è correggere il tiro ad ogni colpo di vento, in una campagna elettorale permanente, dove si cerca solo il consenso del popolo. Ma il consenso del Popolo non è democratico se non è consapevole; giocare su emotività e su reazioni epidermico-emozionali è il contrario della Democrazia che ha bisogno invece di consapevolezza verticale e di delega controllata. “Conoscere per deliberare” diceva un liberale come Luigi Einaudi. Destra e Sinistra siano due modelli di riferimento per l’organizzazione sociale, se funzionali e non storicizzati. Le Ideologie ce le siamo giocate ma almeno un Navigatore cerchiamo di utilizzarlo, altrimenti l’identificazione si frantuma e non si comprende più nulla, in un presente continuo e indifferenziato.
    Io sono per uno Stato molto presente, per servizi di base gratuiti, per tasse alte e per compensi con un tetto obbligatorio che li ridimensioni molto. Vedi tu come definirmi.

  20. pscattoni scrive:

    Ci credo, ma non era questo il punto. Volevo dire che esattamente nello stesso periodo Roosvelt con Keynes e Mussolini con Beneduce hanno impostato la stessa politica di statalizzazione per affrontare la grande depressione. Era una politica di destra o di sinistra?

  21. PMiccichè scrive:

    Io parlo della vita quotidiana di milioni di persone. Ho lavorato nell’arco di dieci anni negli Stati Uniti e le differenze tra il modello europeo e quello americano, a grandi linee sono quelle esposte e sono molto marcate…e io non farei un cambio tra i due sistemi…

  22. Paolo Scattoni scrive:

    x Miccichè. Scrivo da profano. Gli USA hanno sperimentato il più grande intervento di stato: l’impostazione keynesiana di Roosvelt. Quindi di sinistra. Una politica simile fu impostata da Alberto Beneduce con l’intervento massiccio sull’economia con la sostanziale statalizzazione delle imprese in crisi con la istituzione dell’IRI, ma Beneduce era l’economista del governo fascista. Le definizioni come sempre sono problematiche.

  23. PMiccichè scrive:

    Se i jeans fossero di sinistra e la giacca di destra allora queste espressioni servirebbero davvero solo come guida per indicazioni logistiche. Sinistra è una visione dell’organizzazione della Società che privilegia uno Stato garante della solidarietà sociale e dove il Pubblico ha un valore maggiore del Privato; significa impedire sperequazioni sociali troppo forti e garantire i più deboli con un minimo “sociale”; significa Istruzione e Sanità pubbliche e gratuite per tutti come diritti di base. Tasse alte per garantire a tutti questi servizi, così come i diritti sul Lavoro sono garantiti per legge. Non sono “verità rivelate” ma solo valori di riferimento su cui basare un’azione politica. L’Europa ha ancora in parte una visione di Sinistra. Gli Stati Uniti sono invece inequivocabilmente di Destra e vedono il singolo e la sua libertà come sacra; solo una “compassion” unilaterale può aiutare i più deboli. Lo Stato è fornitore di infrastrutture di base e garante delle regole del gioco: per il resto, vinca il migliore. Istruzione e Sanità costano molti soldi e sono per lo più private; le classi meno abbienti vi accedono non per diritto ma se trovano mezzi privati di sostentamento. Le tasse sono basse perchè ognuno poi modella la sua esistenza come meglio crede. I diritti sul Lavoro sono tali che il licenziamento – e la conseguente mobilità – sia estremamente facile.
    Capisco che scrivo delle banalità note a tutti ma forse andavano un po’ rinfrescate.

  24. pscattoni scrive:

    ” credo che non troverai alcuno che non sia d’accordo su procedure trasparenti, basate sulla partecipazione che consenta decisioni tacciabili”. Bene, allora mettiamoci tutti alla prova. Se queste sono precondizioni che vanno dalla destra alla sinistra cerchiamo di garantire queste precondizioni di fronte a chi non sembra disponibile NELLA PRATICA a garantirle. Vorrei sottolineare che anche questa è politica, nel senso che si avora insieme per la polis. Poi di sono le differenziazioni, che fanno crescere la politica e dove chi ha più filo da tessere prevale, in uno spirito di sana competizione.

  25. Romano Romanini scrive:

    Per chiudere la metafora: credo che non troverai alcuno che non sia d’accordo su procedure trasparenti, basate sulla partecipazione che consenta decisioni tacciabili. Però, anche quando tutto questo fosse attuato (il che sarebbe di per sé una gran cosa) se si decide di non mettere la giacca con i jeans perché questo ci espone al rischio di essere di destra …. abbiamo fatto una cazzata. che rimarrà tracciata, che tutti potranno giudicare, ma che rimane comunque una cazzata.

  26. Romano Romanini scrive:

    La battuta sui jeans, proprio perché ironica, è serissima, quasi tragica. Fotografa con una sintesi micidiale il bisogno di identità dell’individuo. Molto diffuso (allora come oggi), ha come corollario necessario il concetto di appartenenza a cui, poi, si subordinato i principi. Enunciare “verità rivelate” in nome di principi di “sinistra”, oltre ad essere storicamente anacronistico porta con se la puerile convinzione di certezze incontrovertibilmente giuste. Coltivare queste convinzioni espone all’altissimo rischio di subordinare le decisioni alla salvaguardia della coerenza dovuta all’appartenenza. Onestà, trasparenza e partecipazione sono prerequisiti, su questo non ci piove, ma il vero passo in avanti è quello per il quale posizioni e decisioni non vengono prese in base alla convenienza, personale ma sopratutto della parte a cui si dice di appartenere. Su questo, invece, sono pochi quelli disposti a praticarlo.

  27. PMiccichè scrive:

    Si, è vero anche Partecipazione e Trasparenza escono dal dualismo Destra e Sinistra. Sono pre-requisiti, come l’onestà

  28. pscattoni scrive:

    Partirei da un’altra affermazione più seria d Gaber: la democrazia è partecipazione. La democrazia è per definizione governo del popolo. Su questo principio siamo tutti (almeno spero) d’accordo. Io farei un passettino in avanti. Non c’è democrazia senza trasparenza. Il popolo deve poter sapere che cosa fanno i delegati pro-tempore all’esercizio del potere. La trasparenza purtroppo viene spesso negata e occorre costruirsela mettendo insieme la conoscenza che ognuno di noi ha. Per esercitare la politica bisogna comunicare e il controllo e l’influenza sugli eletti sarà tanto maggiore tanto più si riesce a comunicarere confrontarsi anche su posizioni diverse che se si vuole potranno essere definite secondo posizioni che storicamente sono venute a determinarsi: di destra, di sinistra, progressiste, conservatrici. Questo è l’ultimo e forse il meno essenziale dei passi da compiere. A me pare positivo l’obiettivo del confronto a livello locale con chi si vuole confrontare. Secondo me dovrebbero essere incontri sui problemi e sulle stategie per risolverli e non sulle definizioni.

  29. Romano Romanini scrive:

    Secondo voi ha ragione Gaber quando dice che i jeans sono di sinistra ma con la giacca vanno un po’ a destra?

  30. pscattoni scrive:

    Quella di Luciano (Fiorani) secondo me non è un’argomentazione. Io credo che la costruzione di una politica debba partire dal basso. Da Chiusi, tanto per fare un esempio. Le cosiddette alleanze prendono forma da un confronto su contenuti e modalità delle decisioni.

  31. PMiccichè scrive:

    Di Sinistra vera ne avremo bisogno da ora in poi. Da qui bisogna partire. Messo da parte il Pd che non ha una politica di Sinistra, bisogna augurarsi che quella che c’è (minoritaria) e quella maggioritaria (quella astensionista) trovi una voce credibile che ne interpreti politicamente le esigenze. Onestà e Disonestà invece non c’entrano con Destra e Sinistra; sono democratiche: onesti o disonesti possono esserlo tutti.

  32. luciano fiorani scrive:

    XScattoni. Si, si continuiamo con queste spiegazioni che si va di molto lontano.

  33. pscattoni scrive:

    A Pistoia il Centro sinistra ha perso perché ha governato male. Probabilmente anche la sinistra è stata punita per non aver lavorato bene.

  34. luciano fiorani scrive:

    Di manifestazioni d’intenti di questo tipo se ne sono lette millanta, specie negli ultimi anni. E a cosa sono servite l’abbiamo bell’e visto.
    A dichiarazioni simili, non parlo di Possiamo ma in generale, sono seguiti comportamenti decisamente contrari.
    Siccome sono convinto che ragionare aiuta, vi segnalo il “caso di Pistoia”; città rossa da sempre ma che nelle recenti amministrative è stata conquistata da un’aggregazione di centrodestra.
    A Pistoia l’ultimo sindaco Pd è salito agli onori della cronaca: http://www.ilgiornale.it/news/politica/pistoia-indagato-sindaco-pd-insieme-tutti-assessori-1293429.html
    Alle elezioni di giugno 2017 il centrosinistra unito era composto da: PD, LISTA CIVICA – PISTOIA CITTA’ DI TUTTI, LISTA CIVICA – PISTOIA SPIRITO LIBERO,LISTA CIVICA – INSIEME PER PISTOIA, SINISTRA – PER PISTOIA, LISTA CIVICA – LA NUOVA CITTA’, FEDERAZIONE DEI VERDI, LISTA COMUNISTA, LISTA CIVICA – CITTADINI PER PISTOIA.
    I risultati ottenuti (fonte Viminale) sono questi: http://elezioni.interno.it/comunali/scrutini/20170611/G090630140.htm
    In sostanza 6 consiglieri Pd e uno alla prima lista civica. La sinistra: zero!
    Ora spiegatemi il comportamento della sinistra”radicale” e quello che ha ottenuto (in credibilità e in consiglieri) alla luce di dichiarazioni, stavolta si, come quella di Possiamo.

  35. PMiccichè scrive:

    Concordo con Agnese. Destra e Sinistra non significano granchè se sono solo etichette apposte sulla stessa merce. Significano invece molto se connotano due diverse modalità di pensare la convivenza sociale, in sintonia ovviamente con la propria epoca e non nelle loro accezioni storiche. Il futuro vede di nuovo un grande spazio di azione per una Sinistra vera perchè dopo un’epoca di maggiore individualismo e di piccola-borghesizzazione, i nodi vengono al pettine e la sofferenza sociale sta tornando alta. Il capitalismo ottuso mostra i suoi limiti oggettivi (e prevedibili) e così le chimere populiste berlusconiane, che pronetteva: tutti ricchi, un piccolo panfilo nella rada e tanta…beh lasciamo perdere.
    La Sinistra storica ha prodotto da un lato Renzi ovvero una contraffazione (e con lui il PD, sin dalla costituzione erede della peggior DC) e i suoi valetti vendoliani e dall’altro il popolo dei “distinguisti” e dei frantumatori del capello in micron, legati ancora a vecchie e usurate categorie.
    Speriamo sia la volta buona e che sia un aiuto anche per i Possiamo chiusini, isolati e a corto di attivisti affinchè possano proporre un’alternativa alla deriva del PD locale che simile ad un pugile suonato, come dice Paolo Scattoni, non è nemmeno riuscito a parlare delle sue sconfitte elettorali. A proposito, quali sconfitte?

  36. pscattoni scrive:

    Mi chiedo cosa questo voto sposterà a Chiusi. Purtroppo dei risultati del referendum non si è voluto discutere. Vediamo cosa si farà questa volta.

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