Un circuito ferroviario di prova in provincia di Siena

locomotrodi Alessandro Fedi

A Velim, in Repubblica Ceca, esiste un circuito ferroviario in cui vengono collaudati i nuovi mezzi che circoleranno su ferro. Anche il nostro Etr 400, il Frecciarossa 1000, vi ha percorso svariati chilometri per testare le performance delle sue apparecchiature prima di entrare in esercizio.

È di qualche giorno fa la notizia pubblicata su un sito trattante argomenti ferroviari, che è intenzione di Ditecfer (Distretto Tecnologico Ferroviario della Toscana), di realizzarne uno simile proprio dalle nostre parti. Per bocca della sua coordinatrice, la D.ssa Veronica Elena Bocci, si apprende che avrebbero intenzione di proporre ad RFI il raddoppio ed elettrificazione delle tratte Siena – Asciano – Monte Antico e Siena – Buonconvento – Monte Antico, unendole a formare un anello che permetta la circolazione dei convogli di nuova costruzione, il tutto raccordato con il Centro di Dinamica Sperimentale dell’Osmannoro, all’avanguardia in Europa per lo sviluppo e certificazione dei mezzi e dispositivi ferroviari.

A mio giudizio questa notizia meriterebbe grande attenzione, sia dai governanti dei nostri territori che dalla popolazione stessa, la quale potrebbe ottenere indubbi vantaggi dal miglioramento dei collegamenti ferroviari.

Senza lasciarsi prendere da facili entusiasmi, proviamo ad analizzare gli aspetti della vicenda.

In primo luogo, dal punto di vista del lavoro, creare un polo di sperimentazione in Toscana favorirebbe l’assunzione di nuove maestranze che se ne occuperebbero e se pensiamo che a Velim vengono testati i treni  non solo della Repubblica Ceca, ma di diversi paesi europei, è verosimile immaginare che un’attività non certo marginale potrà svolgersi anche nel nostro anello. Consideriamo inoltre che con il centro di Osmannoro collaborano aziende ad alta tecnologia ed università, le quali contribuiranno quindi a creare anche un certo indotto.

Dal punto di vista ferroviario, il potenziamento di una linea è indubbiamente un evento positivo, a maggior ragione se si tratta della storica Ferrovia Centrale Toscana, un tempo (lontano) asse portante dei collegamenti Nord-Sud e viceversa, ma oggi relegata ad un ruolo secondario, specialmente nella parte a Sud di Siena.

Il progetto prevede il raddoppio ed elettrificazione di un tratto, il Siena – Asciano, che attualmente è considerato complementare nella rete nazionale, l’Asciano – Monte Antico addirittura è chiuso al traffico viaggiatori e percorso saltuariamente dal “treno natura”, mentre la Siena – Monte Antico, dopo essere stata già colpita dall’alluvione nel 2013, attualmente è di nuovo interrotta nel tratto Buonconvento – Monte Antico perché interessata da un movimento franoso e rischia di rimanere fuori servizio fino ad inizio estate.

I lavori previsti metterebbero definitivamente in sicurezza il tracciato, adeguandolo ai più moderni standard per permettere la prova dei convogli. Il fatto poi di raccordarsi a Firenze Osmannoro implica l’attrezzaggio della linea Siena – Empoli, già raddoppiata per 33 Km e rientrante nei piani della Regione che prevedono di completarne l’opera per i restanti 30, integrando il tutto con l’elettrificazione.

In tutto questo quadro, se non proprio idilliaco ma certamente favorevole, rimangono i 48 Km di linea da Asciano a Montallese che sarebbe un controsenso lasciare nello stato attuale. Anche questo tratto rientra nei piani regionali di raddoppio ed elettrificazione ma è considerato ad uno stadio inferiore nelle priorità delle opere. Questo è il punto chiave su cui è importante farsi sentire: se dovesse partire il progetto di Ditecfer dobbiamo farci trovare pronti per non rimanerne tagliati fuori. Una celere connessione Chiusi –  Siena – Empoli, aprirebbe nuovi scenari anche per la nostra stazione. Sarebbe veramente ipotizzabile un veloce collegamento Siena – Roma via Chiusi, un miglioramento del trasporto pendolari della val di Chiana, un veloce sbocco al mare, nonché il collegamento con l’aeroporto internazionale di Pisa. Per il traffico merci, può essere una via alternativa nel corridoio europeo N°5 Scandinavia – Mediterraneo. Tra l’altro, tra Montelupo, vicino Empoli  e S. Donnino, vicino Firenze, la linea è già quadruplicata ed è intenzione della Regione far partire celermente i lavori per terminare la costruzione dei 4 binari nei brevi tratti mancanti. Arrivando da Empoli, o viceversa, i treni merci si possono immettere sulla direttissima (storica) Firenze – Bologna passando per il bivio dell’Olmatello, tagliando completamente fuori il nodo di Firenze, che attualmente è congestionato  dalla grandissima mole di traffico da cui è interessato.

Tutto rose e fiori quindi? Neanche per idea. Il progetto presenta anche dei punti oscuri e per cercare di chiarirci le idee occorre tornare a Velim.

Il circuito ceco è un vero e proprio “locodromo” dove non si fanno corse ma test. E’ composto da due ovali lunghi circa 13 e 4 Km che permettono velocità massime rispettivamente di 230 Km/h e 90 Km/h, la cui alimentazione può essere variata scegliendo uno tra gli standard europei di tensione e frequenza: 3000V CC, 1500V CC, 25.000V 50Hz, 15.000V 16,7Hz, per poter effettuare i test necessari anche a locomotive politensione senza avere la necessità di spostarsi altrove.

Raccordato alla rete nazionale proprio nella località da cui prende il nome, si sviluppa autonomamente nelle campagne tra Socoleč e Cerhenice. Uno dei punti di forza del percorso è proprio il fatto di essere indipendente dal traffico commerciale e di poter quindi usufruire di una ferrovia dedicata alla sperimentazione 24 ore su 24, mentre le prove che si svolgono attualmente sulle linee italiane sono soggette a tener conto del traffico ordinario e quindi limitate nell’orario di concessione della traccia dal Gestore Infrastruttura.

E’ proprio questo il punto oscuro: se le intenzioni di Ditecfer sono quelle di creare un circuito indipendente e la scelta è ricaduta sulle linee toscane per via del loro attuale scarso utilizzo, sarebbe la tomba della Ferrovia Centrale Toscana. A quel punto dubito che rimarrebbe aperta al traffico commerciale la tratta Chiusi – Asciano, dato che il numero di viaggiatori calerebbe drasticamente ed i costi non sarebbero più sostenibili. In sostituzione si metterebbero pullman??? Infileremo ancora più mezzi su strada? E poi, con quali tempi di percorrenza? Attualmente il regionale veloce 6904, fermando nelle stazioni di Torrita, Sinalunga ed Asciano, impiega 1h05’ per raggiungere Siena da Chiusi. Due coppie di collegamenti giornalieri sono già effettuati con pullman e quindi, per fare un raffronto, possiamo considerare la corsa FI202 che ferma solo a Sinalunga e impiega 1h20’ per la stessa tratta; 2 fermate in meno e ¼ d’ora in più di percorrenza, figuriamoci se dovesse fare più fermate, impiegherebbe tempi da diligenza del far west. Queste sono domande e considerazioni  che le amministrazioni ed i cittadini dei paesi interessati se le dovrebbero porre, perché la chiusura della tratta influirebbe seriamente sulla vita futura di questi popoli. Nell’articolo da cui ho preso spunto, l’aspetto di un circuito indipendente non traspare, quindi bisognerà aspettare di saperne di più quando Ditecfer presenterà il progetto ad RFI.

Personalmente credo che la sua realizzazione possa essere una buona occasione per le opportunità che si aprirebbero, qualora però la proposta sia di una linea interoperabile tra i convogli in prova ed i treni commerciali.

Attualmente la Chiusi – Siena è servita da 12 collegamenti pari e 12 dispari nelle 24 ore, (più due coppie di collegamenti automobilistici) praticamente in media abbiamo una coppia di treni ogni due ore nell’arco delle 24, una coppia ogni ora e 1/2 se escludiamo l’intervallo notturno in cui non circolano convogli (23.00 – 4.30). Simile è la situazione della Siena – Grosseto, anche se adesso tutto il traffico è su pullman per i motivi sopra detti. Ritengo che durante la giornata vi siano intervalli sufficienti da dedicare alle prove, anche considerando il fatto che i tratti interessati al circuito sono solo una parte dell’intero percorso: 32 Km sulla Siena – Chiusi e 55 sulla Siena – Grosseto. Nel resto degli itinerari: 57 Km sulla Chiusi – Siena e 45 sulla Siena – Grosseto, i treni commerciali potrebbero circolare tranquillamente senza interferire sui lavori.

I primi riscontri sulla proposta di Ditecfer  arriveranno da RFI tra settembre e ottobre 2017, ci sono 7 mesi di tempo per trovare la soluzione migliore, che sia funzionale sia per le aziende interessate che per la popolazione coinvolta, in questa che potrebbe veramente diventare un’occasione per migliorare la qualità della nostra vita. La politica locale non può farsi trovare impreparata a questa sfida.

Questa voce è stata pubblicata in ECONOMIA, TERRITORIO. Contrassegna il permalink.

14 risposte a Un circuito ferroviario di prova in provincia di Siena

  1. Buonasera. Procedo a contattare “InnovazioneLocale” per un primo scambio. Chiederei cortesemente al moderatore del Blog, che ha gli indirizzi email di tutti, di volermi mettere gentilmente in contatto con “pscattoni”. Grazie.

  2. Teodor Ariton scrive:

    x Veronica Elena Bocci. Gentile dottoressa, mi chiamo Teodor Ariton e sono il presidente di un’associazione di Chiusi denominata “InnovazioneLocale”. La finalità principale è quella della diffusione della scienza di cittadinanza e la promozione di progetti a tecnologia avanzato con attrezzature a basso costo.
    Ci interessa partecipare alla conoscenza e diffusione del progetto dell’anello ferroviario in discussione. Come è già stato in parte discusso siamo interessati a comprendere quanto sia possibile contemperare le esigenze del progetto con le necessità di comunicazione fra Chiusi e Siena.
    Per contattarci può utilizzare l’indirizzo mail: innovazionelocale.chiusi@gmail.com

  3. pscattoni scrive:

    X Veronica Elena Bocci. Io credo di si, sarebbe opportuno cominciare a parlarne da subito. D’altra parte le distanze non sono così rilevanti e possiamo pensare anche ad altre iniziative in futuro. C’è da prendere in considerazione altre iniziative in corso come ad esempio la proposta di legge in attesa di approvazione al Senato dopo quella della Camera http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/Ddliter/dossier/47626_dossier.htm# che prevede una destinazione specifica per una parte (quella ora interessata soltanto da treno natura) dell’anello proposto.
    Mi permetto di insistere sull’opportunità di un dibattito pubblica secondo quanto previsto dalla legge regionale 46/2013 che istituisce l’Autorità per la Garanzia e Promozione della Partecipazione. Sono soltanto uno dei tre membri dell’autorità e scrivo quindi a titolo puramente personale. Credo, però, sia opportuno procedere il prima possibile ad un Dibattito Pubblico (sul modello del Debat Public francese) proprio ora che il progetto è nella sua fase preliminare, anche perché l’esperienza maturata (p.e. Porto di Livorno) ci ha insegnato che le operazioni preliminari richiedono qualche tempo. Se la realizzazione del progetto prevederà anche un contributo regionale oltre una certa soglia quella procedura diventerà comunque obbligatoria.

  4. Trecchiodi Alessio scrive:

    Conosco bene la tratta Asciano –Monte Antico in quanto il sottoscritto propose, a circa un anno dalla sospensione del servizio viaggiatori, un collegamento “Tirreno Adriatico” da Ancona a Grosseto transitando per Foligno, Perugia, Terontola, Chiusi, Asciano con la finalità di salvare l’antica linea che nell’intenzione del Granducato di Toscana doveva collegare Firenze con Roma transitando per Siena e Grosseto.
    Il mondo politico dimostrò poco interesse alla proposta, perciò con l’aiuto dell’agenzia viaggi EUROMAR di Assisi ci inventammo un treno straordinario da Foligno a Orbetello con sette automotrici Fiat Aln 776 di F.C.U. capaci di viaggiare a 150 km/h, per dimostrare che questo collegamento da costa a costa sarebbe stato possibile! Il viaggio turistico dimostrativo, ebbe un grande successo tanto che i viaggiatori furono più di 450.
    Dopo questo treno dimostrativo, che fu il primo a solcare la tratta Asciano.Monte Antico, dopo la sospensione del servizio, si rafforzò l’idea di mantenere in vita questa storica tratta con “Treno Natura”,infatti a pochi giorni dall “Argentario Express” diverse persone mi telefonarono da Siena per chiedermi, stupiti, informazioni ; quindi se il sottoscritto non riuscì a fare attivare il collegamento Ancona-Grosseto-Orbetello, almeno indicò la strada giusta per la salvezza!
    Questa proposta non mi può che trovare d’accordo anche perché le prove di alta velocità sarebbero possibili effettuarle, magari di notte sulla Direttissima da…

  5. Buongiorno e davvero grazie ancora per tutta la vostra disponibilità. Proprio perché partiamo da una bozza ancora in nuce di progetto, la nostra idea era di capire, in prima battuta, quali sono le esigenze in termini di test che le Imprese e Università/CNR toscani hanno (poi, ovviamente, cercheremmo di estendere l’analisi della domanda a fuori regione, per avere un quadro più completo), così da sapere quali attrezzaggi sarebbe necessario richiedere a RFI. Ritenete a questo punto più utile “attendere” questa prima raccolta di necessità od incontrarsi da subito? Saluti.

  6. Alessandro Fedi scrive:

    Innanzi tutto ringrazio la dottoressa Bocci per la sua attenzione al dibattito. In seconda battuta credo che sia superfluo ribadire il mio interesse. Se potrò dare un contributo lo farò volentieri.

  7. enzo sorbera scrive:

    Ottima notizia. Condivido però i dubbi di Alessandro: un circuito di questo genere avrà necessità di tipo diverso rispetto al traffico veicolare ordinario (non fosse altro perché deve disporre di voltaggi diversificati in erogazione). Questo non vieta che si possa utilizzare il percorso “ordinario” anche per raggiungere il circuito di test (una sorta di Hadron ferroviario, a quel che pare), e quindi avere ricadute sul territorio. Concordo con Romanini: se la D.sa Bocci fosse disponibile, potremmo organizzare un incontro per cercare di capire quali possibilità può offrire un’occasione del genere per es. verso lo sviluppo di quella dorsale alternativa al corridoio n.5 cui accenna Alessandro. Come associato di Innovazionelocale sono certo che non mancheremo di fornire il nostro apporto per l’organizzazione dell’incontro.

  8. pscattoni scrive:

    Mi associo alla proposta di Romano (Romanini). Credo che anche l’associazione Innovazionelocale potrebbe partecipare.

  9. romano romanini scrive:

    Iniziativa senz’altro da appoggiare. Il coinvolgimento del territorio è altrettanto interessante. Vediamo di capire come da iniziativa meramente tecnologica e imprenditoriale possa diventare una vera occasione per il territorio. Perchè non organizzare un primo incontro per capire meglio le caratteristiche del progetto e cominciare a ragionare sulle potenzialità che potrebbe avere per il nostro territorio?
    dichiaro fin da ora il mio interesse e la mia disponibilità a organizzare

  10. pscattoni scrive:

    Personalmente non posso che ringraziare la dottoressa Bocci per la disponibilità a discutere e favorire la partecipazione. Qui a Chiusi c’è conoscenza diffusa sulle questioni ferroviarie che può contribuire al confronto sul progetto.
    Alessandro (Fedi) pone una questione importante: la nuova opera permetterà un’utilizzazione mista?
    Intanto a me pare che la fase preliminare di progettazione e la sua dimensione suggeriscano l’avvio di un dibattito pubblico così come previsto dalla legge regionale 46/2013.

  11. Buongiorno, sono la Coordinatrice di DITECFER e non posso che rallegrarmi dell’attenzione che la nostra idea sta generando. Intanto una precisazione sulle tempistiche: settembre/ottobre 2017 è quando ci aspettiamo che possa essere pronto lo Studio di Fattibilità che dovrà essere elaborato dal Gruppo di Lavoro ad hoc che stiamo costituendo con imprese ed organismi di ricerca del Distretto Tecnologico Ferroviario della Toscana. Sui tempi di risposta di RFI non sono in grado di dare indicazioni. Siamo però interessati ad arricchire il lavoro del Gruppo ad hoc con ogni attore anche del territorio in questione, per valorizzare conoscenze ma anche per raccogliere proposte di ottimizzazione. Grazie ancora per l’entusiasmo mostrato, e speriamo di riuscire ad avere successo.

  12. luciano fiorani scrive:

    Può essere una grande opportunità o una sciagura o addirittura risolversi in un nulla di fatto ma certo che la questione va seguita senza aspettare, come al solito, che i giochi siano fatti.

  13. pscattoni scrive:

    Molto interessante. Ci puoi inviare il link al sito che citi?

I commenti sono chiusi.