Laboratorio Ambiente: imparare a costruire e gestire i droni

nab dronedi Paolo Scattoni

Leggo sul sito di Laboratorio Ambiente  che è iniziato un corso sulla costruzione e gestione di droni. Fra quelli organizzati da un anno e mezzo a questa parte era quello più atteso. In questa applicazione c’è una forte componente di gioco fra i maker di Chiusi e dintorni e soprattutto fra gli studenti del nostro professionale. In questo corso si mescolano diversi aspetti. Il èprimo è quello del divertimento. Fra i vari marchingegni telecomandati con cui gli studenti si divertono mancava appunto il drone. È  arrivato dunque il momento. Si tratta di affrontare vari passaggi: sicuramente la costruzione, ma anche quello della gestione. È anche importante conoscere anche norme e regolamenti, infatti i drono possono volare sopra aree non abitate e sotto determinate altezze.

Qui mi interessa sottolineare un aspetto. Quello della velocità del cambiamento. Ho frequentato Laboratorio Ambiente all’inizio come osservatore per conto dell’Autorità Regionale della Partecipazione, poi scaduto il periodo finanziato mi sono impegnato direttamente. I promotori di Laboratorio Ambuiente verso la metà del 2014 impostarono il progetto su quattro parti fondamentali: il microcontrollore Arduino, il microcomputer Rasberry, il fotospettrometro di massa e il rilievo geoambientale attraverso l’uso di un pallone a bassa quota. All’inizio il drone non fu preso in considerazione a causa del suo costo elevato. Non era passato un anno che i costi si sono drasticamente abbassati e quindi è stato possibile sostituire il pallone con i droni. La stessa caduta dei costi ha riguardato anche le altre applicazioni. Oggi sono in corso applicazioni in diversi campi fra coloro che hanno seguito i corsi. Sono in corso interessanti i tentativi di applicazioni per l’archeologia.

Cosa significa tutto questo? Occorre essere pronti ad affrontare mutamenti tecnologici molto rapidi. Con le sue iniziative Laboratorio Ambiente ci sta provando, per ora con buoni risultati.

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