Il futuro della politica che non c’è

Scaramelli-Renzi-Bettollinidi Paolo Scattoni

Come al solito vincono tutti. Dipende da che punto di vista si leggono i risultati. Per fortuna su questo blog non ci si occupa di grandi sistemi e quindi lasciamo pure ai talkshow di illuminarci. Quello che invece più ci interessa da vicino sono i risultati locali. La percentuale dei votanti che in Toscana non raggiunge ilo 50%, a Chiusi raggiunge il 60% per la presenza del candidato locale. In provioncia diSiena sono Scaramelli e Bezzini gli eletti. Alice Raspanti è terza, oprima dei non eletti.

Il risultato di Scaramelli è chiaro  15.000 preferenze. La mia speranza è che questa volta ci risparmi il solito stucchevole manifesto con i 15.000 grazie.

Su quanto è successo occorre svolgere considerazioni che aiutino a vedere il futuro. Quali sono stati i motivi del successo di Scaramelli? Intanto l’appoggio del partito ormai fermamente schierato sulla strategia renziana. C’è anche stato l’appoggio di una corrente ormai al capolinea (per ragioni anagrafiche) come quella rappresentata da un tempo potente presidente del consiglio regionale, l’ex democristiano Monaci. C’è anche da sottolineare che Scaramelli è stato quello che ha impiegato risorse del tutto incomparabili con quelle dei suoi competitori: manifestazioni all’americana con buffet, manifesti a iosa, camper decorato, etc.

Nel PSI di Craxi si chiudeva spesso un occhio (ma anche tutti e due) sull’impiego di risorse nelle campagne elettorali al motto che “c’est l’argent qui fait la guerre”. Che poi l’argent implicasse qualche contropartita non veniva esplicitato.

Comunque abbiamo assistito all’assenza di contenuti da parte di tutti i candidati di tutti i partiti. Voi avete capito qual’è la strategia di Scaramelli per il suo impegno in regione? e quelle degli altri in lista PD?

Che spazi politici si aprono ora a Chiusi? Ci sono è vero le prossime elezioni amministrative. Già si percepiscono le grandi manovre soprattutto di vecchie figure.

Personalmente non credo che sarà però quello il possibile nodo di svolta. In questi quattro anni abbiamo visto quanto poco abbiano contato, al di là della buona volontà, le minoranze in consiglio. Non rappresentano certo una credibile alternativa. C’è una qualche speranza che da un PD ormai ridotto al quasi nulla possa emergere una candidatura che segni una svolta? Ne dubito. Ormai nel PD non si discute più di politica da tempo. Rimane soltanto la speranza che qualcosa accada, per ora è soltanto una speranza.

Al di là dei bollini di partito (o di movimento) sono sempre più convinto che il cambiamento non passa dall’occupazione del Palazzo. Quello che potrebbe contare è un’organizzazione popolare che riesca autonomamente a creare strategie di sviluppo.

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2 risposte a Il futuro della politica che non c’è

  1. carlo sacco scrive:

    Mi astengo sulla diatriba ”per fortuna qui ci interessa solo il localismo” anche perchè mi verrebbe da chiedere”chissà se sulla mente della gente abbia influito il localismo od invece la teoria della ” rana bollita” che ho descritto su Primapagina l’altro ieri…” Ma lasciamo stare,mentre viene inevitabile domandarsi cosa possa influire sui successi se le cose fatte a livello locale oppure proprio detta teoria della ” rana bollita….” Nel 2002 a Ponte Vecchio dopo il socialforum quando non successe nulla contro chi auspicava la distruzione di Firenze e nonostante la sprangatura dei bottegai fiorentini dei loro negozi con barre di spesso legno, fotografai un cartello messo dai manifestanti dove stava scritto ” le insegne luminose attirano gli allocchi”. E’ localismo o la teoria della ”rana bollita” che produce quanto abbiamo visto anche a Chiusi ?Dico questo perchè si parla di decorazioni sui camper, manifesti e buffet.Un avviso credo sia doveroso per tanti,lo dico senza spocchia e senza boria poichè sò bene che tale possa apparire: ci si rifiuta di analizzare tutto questo-la diatriba localismo o massimi sistemi- perchè si sà che si è perdenti !! Questo serve sempre per celare quasi una condizione permanente di iconoclastia metodologica che non si vorrebbe far apparire, ma invano.E’ una delle ragioni profonde della sconfitta.Sempre.

  2. roberto donatelli scrive:

    con si mette su una ‘ organizzazione popolare ‘ se 15.000 ( dico 15.000) hanno votato lo Scaramelli, ed altri?

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