Palasport: ci sono altre priorità nella spesa pubblica

pallavolodi Luciano Fiorani

Conosco, come tanti, Giammarco Bisogno come personaggio pubblico. Mi è capitato di scambiarci qualche battuta ma non posso certo dire di conoscerlo bene; né come persona né come imprenditore.

E’ una di quelle persone che, senza alcuna ragione, mi è “spontaneamente” simpatica e ne apprezzo la schiettezza e, ovviamente, i successi sportivi che sta conseguendo.

La pallavolo a Chiusi sta vivendo la sua stagione d’oro e, come lui conferma, tanti di quelli che ormai vanno abitualmente al palazzetto ad incitare Scappaticcio e compagni solo pochi anni fa ignoravano perfino l’abc di questo sport.

Insomma, il fenomeno c’è; ma più cresce e maggiori sono le implicazioni che nascono. E non solo sportive.

Il prossimo anno l’Emma Villas, fatti i debiti scongiuri, giocherà in serie A e inevitabilmente si pone il problema di un “nuovo palazzetto”. Nascerà a Pania, sui ruderi di quello che ormai tutti chiamano lo stadio del Gabibbo?

In città se ne parla e le considerazioni che correttamente Bisogno ha fatto, sia su primapagina che su chiusiblog, hanno portato nuovi elementi. L’operazione, non scontata par di capire, non ha trovato unanimi consensi. In molti, tra cui il sottoscritto, considerano fuori luogo l’impegno di una così ingente quantità di soldi pubblici sostanzialmente per due motivi: il difficile momento che vive Chiusi e buona parte della sua popolazione e l’eccessivo impegno in uno sport (fenomeno sociale quanto si vuole) che sta diventando sovradimensionato per le capacità di Chiusi.

E’ naturale che da ruoli differenti emergano punti di vista differenti ma come cittadino (amante dello sport) non vedo in questa operazione il senso della ragionevolezza; almeno dal punto di vista pubblico, quello che dovrebbe essere dell’Amministrazione comunale.

Giammarco Bisogno ci parla non solo di palazzetto nuovo ma anche di una piscina, della possibilità di organizzare eventi…insomma di come mettere “in produzione” quell’area oggi degradata. Quello che resta a mio avviso lo scoglio insormontabile è l’impiego di almeno 70.000 euro pubblici per trent’anni senza, tra l’altro, uno starccio di exit strategy da parte del comune in un’operazione così impegnativa.

Stanno emergendo due aspetti dalla diffusa discussione sui social network, sui siti internet e, naturalmente, anche al bar o in piazza: non c’è in città un consenso vasto su questa operazione malgrado la solita sovraesposizione del sindaco mentre abbondano le richieste, vista la dichiarata disponibilità di risorse pubbliche, di un impiego immediato per risolvere la miriade di problemi piccoli e grandi che affliggono Chiusi e i suoi abitanti.

Si sentono maestre che confermano la mancanza (ormai cronica) di carta igienica nei bagni scolastici, associazioni che da mesi hanno dovuto abbandonare la saletta adiacente alla palestra delle scuole elementari dello scalo perché priva da mesi di riscaldamento. Genitori di alunni che frequentano la stessa palestra ribadiscono

...dall’inizio dell’inverno gli spogliatoi della palestra delle scuole elementari sono senza riscaldamento, personalmente accompagno due volte a settimana in quella struttura, per la scuola calcio, il mio bambino più piccolo. Alla fine dell’allenamento i piccoli calciatori (6 anni), entrano negli spogliatoi e si fanno la doccia in un ambiente che sarebbe molto più adatto per conservare i prosciutti attaccati al soffitto. In un incontro svoltosi qualche giorno fa tra l’amministrazione e i tecnici che seguono i bambini nell’attività sportiva è stato detto, da parte di un assessore, che non ci sono i soldi per riparare il riscaldamento”.

Gran parte delle strade comunali sono ormai a livello dei famosi tratti di pavè delle classiche di ciclismo del nord, la fornace resta un monumento all’insipienza e al degrado, nemmeno un euro viene destinato all’attività di ricerca nelle nuove tecnologie, languono commercio e turismo, il manifatturiero è ridotto ai minimi termini mentre crescono a vista d’occhio i poveracci costretti ad approvvigionarsi alla Caritas. Tasse e balzelli comunali non accennano a diminuire, anzi.

In altri tempi, quando ancora si potevano sciattare i soldi del Monte, forse, ci sarebbero state meno perplessità nello spendere un altro paio di milioni nell’area di Pania ma oggi…

Bisogno dice di aver coinvolto già tante imprese (come sponsor) e che gli obbiettivi sportivi rimangono inalterati anche a costo di dover andare a giocare a Siena. Credo che faccia bene a portare avanti il suo programma e a valutare se spostare a Siena la pallavolo di serie A.

Ma, come cittadini, se siamo contenti dei successi sportivi non possiamo certo perdere di vista l’essenziale. Anche perché, last but not least, i soldi che vorrebbe impiegare nel nuovo palazzetto l’amministrazione Scaramelli non sono quelli del vecchio mutuo per il campo del Gabibbo (soldi cioè destinati esclusivamente a impianti sportivi) ma quelli derivanti dai proventi degli impianti fotovoltaici e che quindi possono essere destinati a qualsiasi impiego.

Se andasse in porto l’operazione “nuovo palazzetto”, nei termini in cui è stata presentata, Chiusi si confermerebbe ancor di più come emblema del sottosviluppo: si grandeggia nel superfluo e si lesina sull’indispensabile.

In sostanza un’altra pensilona. Ma al quadrato.

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8 risposte a Palasport: ci sono altre priorità nella spesa pubblica

  1. Niccolò Martinozzi scrive:

    Fra le tante scelte sbagliate della nostra amministrazione comunale c’è stata quella dell’ex Frigo macello.In un consiglio comunale votai contro l’acquisizione dalla regione,ma come al solito gli Oligarchi andarono a testa bassa.
    Destiniamo un area del frigo macello per la costruzione del nuovo Palazzetto.Mettiamola a disposizione della Emma Villas ci sono gli spazi per tutto, compresi grandi parcheggi.Abbiamo però pensato in che situazione mettiamo la Cooper Sport ?
    Spero che l’amministrazione comunale ci pensi bene.Spero che prenda una decisione dopo aver risolto le altre priorità.Parlo dei giardini pubblici,delle illuminazioni pubbliche,delle scuole e di tutte le piccole manutenzioni per le quali non ci sono mai i fondi necessari (neanche per verniciare il portone del palazzo comunale).
    Perchè non farlo costruire a Montallese?o a Macciano ?
    Non si può coprire la vergogna dello Stadio di Pania con un’altra vergogna.
    Abbiamo un’imprenditore,giovane,che è riuscito in un’impresa impensabile fino a due anni fa,aiutiamolo! Mettiamogli a disposizione un’area dove possa costruire,con l’aiuto degli Sponsor, un proprio palazzetto,Il comune dia tutto l’aiuto logistico e sveltisca le pratiche burocratiche,un contributo a fondo interessi,più un contributo fondo gestione.
    L’alternativa : Interrogazione Parlamentare,Corte dei conti .

  2. pscattoni scrive:

    Sulla soluzione ragionevole sono molto dubbioso. Talvolta la soluzione è peggiore della non soluzione. Questo mi pare caso della necessità di una non soluzione. Oppure se vuoi la soluzione sarebbe la seguente: Cara Emma Villas abbiamo sotterrato in questo progetto un mucchio di soldi. Ti regaliamo il tutto per la realizzazione di un nuovo palasport. Nei prossimi giorni spero di poter pubblicare un po’ di ingenui conti per approfondire la soluzione votata in consiglio comunale.

  3. carlo sacco scrive:

    Luciano,condivido e mi chiedo chi possa essere contro l’impostazione conseguenziale che è definita dal tuo discorso.Ciò evidenzia come la inappropriata visione del Sindaco e Giunta mostri i limiti.Limiti che sono la considerazione erronea di quello che viene definito”interesse pubblico” e che pensano così di perorare.I maniaci della velocità inoltre e spesso vanno fuori strada ma oggi dal nuovo corso renziano (parlo della giunta e di chi la sostiene) tutto questo viene considerato come necessario, e non è che non sappiano che a monte non vi sia l’interesse pubblico ma cercano di realizzarlo spendendo energie per realizzazioni parziali e di importanza secondaria proprio perchè pensano che il volano sul quale viene trainata l’economia e rivitalizzato un paese sia quasi esclusivamente questo.Molto più difficile è invece creare ricchezza, cercarla di farla essere produttiva creando lavoro ed intervenendo con mano pubblica sì,ma con opere vere di pubblica utilità.La gente prima dello sport ha bisogno di altro.La priorità che dici tu Luciano quando confronti il discorso del tifoso con quello della priorità pubblica non può passare in secondo piano ma deve assurgere come primo aspetto da essere tenuto presente da una Giunta che si rispetti.Diversamente da questo mi sembra che si scada nel perorare la scala dei valori di ” cicirinella…..”

  4. luciano fiorani scrive:

    Anch’io penso che una soluzione ragionevole si possa trovare e vada trovata. Ma non può essere quella approvata dalla maggioranza in Consiglio comunale e che ha avuto immediata esecutività.
    Giammarco Bisogno mi pare consapevole dell’impegno che viene chiesto al privato, alla banca e alla comunità. E infatti afferma che il nuovo palazzetto si può costruire “…con tante formule miste lo realizza il privato ed il Comune contribuisce con un tot. all’anno o in parte la banca…”.
    Quell’altro che, invece, vuole il cantiere aperto entro due mesi mi pare che viva in un mondo tutto suo in cui tutto è subordinato ad un seggio nel Consiglio regionale.
    Un ultras della Emma Villas può tranquillamente dire: il sogno deve continuare. Un’Amministrazione comunale (un privato e una banca) no. Devono tener conto dei soldi e di tanti altri fattori.
    In questa operazione c’è un anello debole. E l’hanno capito in molti: l’interesse pubblico, rappresentato da un’Amministrazione comunale inadatta a gestire operazioni di questa portata.

  5. Giammarco Bisogno scrive:

    Ricambio innanzitutto la simpatia a Luciano Fiorani, condivido in pieno anche il suo articolo. Ritengo comunque che una buona amministrazione, e purtroppo non mi riferisco solo a Chiusi, dovrebbe garantire tutti i servizi elencati da Fiorani, ma allo stesso tempo come dice Martinozzi (che ringrazio per i complimenti) l’amministrazione dovrebbe trovare spazi ed almeno un po’ di soldi per realizzare un palazzetto per la sua squadra di volley che potrebbe anche andare in A poiche’suo attuale palazzetto non e’ adeguato alle norme per tale campionato. Magari con tante formule miste lo realizza il privato ed il Comune contribuisce con un tot. all’anno o in parte la banca come Name al palasport (vedi Palalottomatica a Roma). Insomma si possono fare entrambe le cose, anzi, secondo me, si dovrebbero fare entrambe le cose perche’ mentre la lista Fiorani sono servizi essenziali ed utili, il palazzetto aiuterebbe a sviluppare spazi oggi ristretti per attivita’ sportive anche per bimbi, creare impiego e magari con la squadra di volley in A anche un bel giro di tifosi e blasone al nostro paese, piu’ qualche evento sportivo e non. Non lo so, credo che un paese civile ed un gruppo politico maturo e che vuole bene al paese puo’ trovare la soluzione (insieme all’imprenditore ed alla banca locale) ed un giusto compromesso per accontentare tutti e fare un po’ di equilibrio sociale…

  6. Quello di Luciano Fiorani è un intervento ragionato, che può essere condiviso o meno, ma che dimostra come dovrebbe nascere un’opinione e non sull’onda di entusiasmi del momento. Mi sembra che molti si sono dimenticati che proprio sull’onda di un entusiasmo temporaneo nacque il gabibbo-stadio di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze anche in termini di condizionamento delle decisioni da prendere.
    Io continuo a pensare che quella zona deve essere recuperata, come fu evidenziato anche dalla maggioranza dei cittadini che intervennero alla nostra assemblea pubblica sull’argomento, ma non a costi pubblici infiniti bensì destinandogli l’equivalente di quanto previsto per il completamento del gabibbo-stadio.
    Lasciare l’area così come si trova o addirittura demolire l’esistente non mi sembrano soluzioni migliori a meno che non si voglia creare un parco pubblico tematico sull’incapacità di amministrare. Potrebbe essere una proposta interessante e innovativa e in questo caso a Chiusi troveremmo un bel po’ di materiale.

  7. niccolò Martinozzi scrive:

    Non bisogna parlare di boicottaggio,il comune dovrebbe mettere a disposizione un’area dove,giustamente,la Emma Villas possa costruire il nuovo palazzetto,concedere immediatamente le autorizzazioni,sveltire tutte le pratiche burocratiche.Il comune dovrebbe pagare le spese di urbanizzazione e magari contribuire in altre maniere,tipo contributo gestionale.Ma che il comune paghi in toto no !Ci sono altre priorità,giardini pubblici,rendere decoroso il lago,rifare i marciapiedi del centro sorico,rifare i muri pericolanti,vedi quello del Prato,tenere a posto il patrimonio comunale.Dismettere le ex scuole di Montallese,le Case,Montevenere e Macciano per fare cassa e provvedere alla pubblica utilità.Costruire nuove case per le giovani coppie.Per quanto riguarda lo Stadio di Pania,deve essere finito o dal comune o da privati,non può essere stravolto il progetto iniziale,voglio far presente che l’attuale primo cittadino lo sosteneva a spada tratta.Lo inaugurarono due o tre volte con rinfresco per tutti. Tutti gli avevano detto che la stavano facendo fuori dalla tazza,loro con caparbietà e prepotenza vollero continuare e ora ?Ora lo finiscano !
    In tutto questo,tanto di cappello alla società Emma Villas che ha saputo portare la pallavolo di Chiusi a questo livello,con capacità e competenza.

  8. Paolo Scattoni scrive:

    Tempo fa ho scritto un post sulla possibilità di costruire un quadro strategico di comunità . Ci fu un serrato dibattito che spaziò dai problemi locali fino all’universo mondo. L’argomentazione di base era che si sarebbe potuto mettere insieme i problemi più importanti di questo comune, capire come si collocano i vari portatori di interesse rispetto a questi e magari analizzare quali risorse potevano essere distribuite fra queste diverse aree di decisione. Mi permetto di riportare all’attenzione quella proposta.
    Quello che sostiene Luciano (Fiorani) non è neppure da mettere in discussione. Fra la carta igienica nelle scuole (e altre forniture primarie) e un palazzetto ad uso quasi esclusivo di un’unica associazione sportiva non mi pare ci sia neppure da discutere. Ma è possibile costruire un coerente quadro generale sul qual “testare” diverse ipotesi di impiego. I dati che riporta nel post precedente il consigliere Giorgio Cioncoloni sono di tutta evidenza. Personalmente mi meravigliai quando ci fu la prima delibera del voto favorevole della Primavera. Già allora si capiva benissimo che l’ipotesi del riutilizzo era impropria rispetto ai bisogni di questo nostro paese.

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