Votare pro e contro il PD

di Luciano Fiorani

In questa tornata elettorale, a voler guardar bene, di fatti curiosi se ne possono trovare in quantità. Uno, quello che vorrei segnalare, è poco lontano da noi: Pienza.

Nel piccolo ma famoso centro della Val d’Orcia si è votato sia per le europee che per le amministrative. Alle europee si è registrato un risultato in linea con l’andamento generale, infatti li Pd ha sbaragliato il campo raccogliendo ben 882 voti pari al 63,36%. Un successo, indubbiamente. Ascrivibile, si suppone, all’alto gradimento del nuovo verbo renziano. http://elezioni.interno.it/europee/scrutini/20140525/E3090750210.htm

Il rinnovo dell’amministrazione comunale era altrettanto atteso perchè Pienza negli ultimi cinque anni è stata amministrata da una lista civica, “La piazza”, che ha relegato all’opposizione il Pd e i suoi alleati, creando un’anomalia nel panorama politico provinciale che i “renziani”, col vento in poppa, avrebbero voluto e dovuto spazzar via senza tanti problemi.

Invece? Invece alla guida del comune è stata riconfermata la lista civica. Il centrosinistra (in questo caso in soccorso al Pd c’erano anche i soliti alleati) si è fermato a 511 voti pari al 36,13%. Nello stesso giorno è successo che oltre un terzo degli elettori che ha votato Pd in una scheda ha poi votato contro il Pd in un’altra. http://elezioni.interno.it/comunali/scrutini/20140525/G090750210.htm

Diverso tempo fa Paolo Scattoni scrisse un pezzo dal titolo “Il voto è mobile”; era vero allora e lo è ancor più oggi. Chi vuol intendere intenda.

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17 risposte a Votare pro e contro il PD

  1. luciano fiorani scrive:

    E chi si sogna di strumentalizzare Bauman? Così come sarebbe ridicolo buttare nel cesso un paio di secoli di storia.
    Quello che continuo a pensare è che non solo l’appartenenza, che garantiva solidità e continuità di consensi, ma anche certi schemi posticci (ormai) con cui si cerca di interpretare il voto servono a poco.
    La Francia è diventata fascista dopo il voto alla Le Pen?
    Quanto alla lettura dei voti è inutile insistere, ognuno li legga come meglio crede. Ma in tanti casi ho rilevato proprio l’esatto opposto di quello che dice Paolo: il Pd alle europee ha preso più voti della coalizione alle amministrative. Cioè spesso alle comunali Pd+gli elettori di Tsipras (almeno una parte) e contorni vari non raggiungono il voto che ha riportato il Pd alle europee. Così come il voto dei cinque stelle (salvo rarissime eccezioni) è migliore alle europee che alle comunali.
    Qualcosa vorrà pur dire, o no?

  2. Nicola Nenci scrive:

    Io ho fatto l’esempio di Perugia tenendo conto delle ultime considerazioni di Paolo. Ho guardato la lista, non il singolo partito. Anche se vogliamo -scorrettamete- sottrarre i voti delle liste che alle comunali erano col PD e che alle europee erano da sole, la differenza in numero di voti non è molta. Riguardo alle considerazioni sul passato, io ritengo invece che abbia poco senso pretendere di cancellare almeno un secondo e mezzo di storia, alla quale anche Bauman appartiene. Attenzione a strumentalizzare troppo le idee del noto sociologo, che hanno contribuito molto alla ricostruzione del partito laburista nell’era post-Blair. Bauman e Miliband sembrano essere in ottimi rapporti, sia ideologici che politici. Se poi vogliamo proprio ragionare come Bauman docet, credo che lui riterrebbe estremamente scorretto esaminare i mutamenti politici a partire dalle conte numeriche.

  3. pscattoni scrive:

    Non conosco bene le statistiche, ma secondo me i dati sono poco comparabili. A Firenze, ad esempio, Nardella era sostenuto da quattro o cinque liste oltre al PD che non avevano una corrispondenza con le liste delle europee. Chi ha votato la lista di Valdo Spini che era a supporto di Nardella, alle europee può benissimo aver votato per il PD. Sul fatto poi che ormai il voto dipenda in minima parte dalle appartenenze, condivido.

  4. luciano fiorani scrive:

    Proviamo con altri due esempi: uno suggerito da Nicola (Perugia) e uno simbolicamente significativo (Firenze) perchè feudo a cui Renzi ha destinato il suo fido Nardella.
    PERUGIA: EUROPEE- Pd voti 41.393 48,45%
    COMUNALI- Pd voto 29.484 35,03%
    FIRENZE: EUROPEE- Pd voti 108.809 57,54%
    COMUNALI- Pd voti 86.906 47,22%
    Non so quale valore scientifico possano avere questi dati ma a me sembra che rappresentino un segnale inequivocabile e suggeriscono qualche riflessione.
    La prima è che continuare a usare linguaggi e schemi dei secoli passati (destra-sinistra, per dirne uno) non ha più alcun senso. Conosco personalmente tante persone (troppe per essere tutte eccezioni) che si ritrovano a votare per lo stesso partito (o movimento) e ieri erano fascisti e comunisti.
    La seconda è che una mobilità elettorale di questo tipo richiede un sostanziale ripensamento delle forme e delle pratiche democratiche.
    Insomma evaporati i solidi partiti di massa della seconda metà del secolo scorso anche la democrazia della delega, a mio avviso, inevitabilmente va ripensata. Bauman docet.

  5. Nicola Nenci scrive:

    Caro Luciano, mi dispiace molto fatti perdere tempo, e ti chiedo scusa se adesso te ne farò sprecare dell’altro. Bisogna stare attenti, perché a volte invece di analizzare un fenomeno traendone delle conclusioni può succedere di fare l’opposto, ovvero cercare dei segnali che ci confermino le nostre idee. Credo che i risultati del voto, specie se ridotti a realtà locali, debbano essere necessariamente contestualizzati prima di analizzarli. Un campione esemplificativo, infatti, è efficace solo se vengono presi in considerazione tutti i contesti elettorali: solo così si possono ricavare tendenze costanti. In altre parole: desumere leggi universali da singoli casi particolari è metodologicamente scorretto. Per esempio, già Modena è un caso completamente diverso da quello di Pienza, ma li accomuni senza evidenziarne le differenze. Io potrei controbattere col caso di Perugia, in cui le differenze di voto erano veramente minime, ma basterebbe dire che la mobilità del voto non è un fenomeno poi così nuovo, che può essere tracciato, ad esempio, nella pratica del voto disgiunto. Si può, forse, dire che oggi il voto di appartenenza non ha più lo stesso valore sociale che aveva in passato, ma considerazioni di questo tipo di attagliano meglio a studi di sociologia, che non all’interpretazione dei dati elettorali.

  6. Lele Battilana scrive:

    Visto che Luciano ( fiorani) non ha tanto tempo da perdere, c’e qualcuno con meno supponenza che mi può’ spiegare cosa voleva dire? Che il voto e’ mobile? E allora?

  7. luciano fiorani scrive:

    E’ colpa mia che ci sto a perdere tempo:
    Modena europee-Pd voti 53.736, 55,64%;
    comunali-Pd voti 43.161, 45,50%.
    Meno dieci per cento e diecimila voti in meno.
    Qui vanno al ballottaggio e alle comunali insieme al Pd c’erano altre quattro liste.
    Fate un po’ voi se non c’è materiale su cui ragionare.

  8. Lele Battilana scrive:

    Concordo con Nicola Nenci. Premetto di non conoscere per niente la situazione, ma da quello che leggo mi sembra di capire che il voto disgiunto rappresenti una scelta laica che premia la LIsta Civica, se ha governato bene, e al Parlamento Europeo manda una forza che puo’ dire qualcosa. Ma permettetemi di dire che dopo l’esito non proprio scontato del PD di Renzi, mi sarei aspettato che Paolo (Scattoni) , che defini’ tempo fa Renzi un sottoprodotto del berlusconismo, avesse almeno dedicato un post ai risultati delle elezioni.

  9. Nicola Nenci scrive:

    Continuo a non capire come Pienza sia un esempio su cui ricavare riflessioni generali. A me sembra che sia un caso particolare, che dimostra la maturità del progressismo pientino, e non la norma, che invece denota una società civile molto meno matura. La lista civica governa la città dal 2009, quindi non è nemmeno un esempio così recente, e se dimostra qualcosa, forse, è l’immobilità del voto, che ha riconfermato al governo lo stesso schieramento di prima. Poi, ripeto, se La Piazza avesse partecipato alle europee, allora il discorso sarebbe diverso, anche se sempre non calzante per quello che , caro Luciano, stai cercando di dire. Io, fossi in te, avrei scelto Chianciano, quello sì esempio calzante, anche se a mio parere non molto edificante per l’idea che ti proponi di far passare.

  10. Non è che si “legge” come una sconfitta……E’ una SCONFITTAne pure di quelle dolorose …per dirla alla Totti 4-0 e a casa, in attesa del ritorno se ci sarà……

  11. carlo sacco scrive:

    Vedo che le diatribe hanno materia l’una dentro l’altra per potersi allargare a iosa. Allora facciamo il punto breve,tenendo conto la volatilità del voto,specialmente oggi.Quando è nato il Mov.5 stelle e quando è nato il PD? Da dove proviene il Mov 5 stelle ?:E’ merce composita non ho problemi a dirlo ma è merce composita anche perchè il più grande partito sedicente di sinistra non ha trovato un viatico convincente per gli elettori;ricordatevi che è un 41% del 60% quindi un 24%.dei cittadini italiani.Oggi sembra agli occhi di molti che l’abbia trovato col 41 % ma la cosa non sta tutta qui e negli investimenti di fiducia da parte della gente,personalmente ho molti dubbi che possa portare fuori l’Italia dalla crisi.Trovo giusto che ci provi e gliel’auguro sinceramente ma conservo forti dubbi proprio perchè dentro ci militano milioni di persone per bene e diversi furbetti,che con quest’ultima mossa elettorale hanno suggellato un loro status. L”abbiamo visto anche in periferia con molte questioni a livello nazionale(MPS,scandali, TAV,Coop rosse ecc ecc).Dei 5 stelle si potrà dire tutto fuorchè che non sia gente pulita. Ebbene,non sò per voi ma per me questo basta ed avanza coi tempi che corrono.Poi vedremo, dato che è il secondo partito,Grillo o non Grillo.

  12. pscattoni scrive:

    Scusa Luciano, ma è stato proprio Grillo a dire che sarebbe stata una sconfitta arrivare dopo il PD.

  13. Republica di oggi. Articolo ” E finalmente suonò la Martinella”, in cronaca di Firenze.

  14. luciano fiorani scrive:

    Queste poche righe volevano essere lo spunto per riflessioni non di “merito”, ma per provare a capire come si muove l’elettore.
    E se ovviamente Pienza non rappresenta la norma è pur sempre un esempio, secondo me, che il richiamo dei partiti è sempre meno ascoltato.
    E anche la stucchevole alternativa sinistra-destra mostra la corda perchè è chiaro che tantissimi elettori Pd non si sono preoccupati di mischiare il loro voto insiema a quello dei 5Stelle e dei berluscones. E’ infatti evidente che la lista civica senza i voti di tanti elettori del pd non avrebbe mai potuto vincere. In passato sarebbe stato impensabile.
    Quanto al risultato dei 5Stelle, sono d’accordo con Mancinelli: è delizioso. Solo gli sprovveduti, e ce ne sono a iosa sia fuori che dentro i 5Stelle, possono leggerlo come una sconfitta.

  15. Nicola Nenci scrive:

    Caro Luciano, concorderei con te se gli stessi schieramenti si fossero sfidati su entrambi i fronti. Non mi sembra, invece, che in questo caso si possa parlare di mobilità del voto, visto che la lista civica non era candidata alle europee. Inoltre, come hai fatto giustamente notare, per le amministrative il PD era in coalizione, mentre per le europee il partito si presentava da solo. Voglio dire che due elezioni diverse, come in questo caso, non sono necessariamente paragonabili solo perché avvengono lo stesso giorno.

  16. carlo sacco scrive:

    Credo che siano tempi per molti in cui sia non facile anche intendere un risultato tale, e spesso non gli si dà peso, dimostrando l’incapacità di porsi il problema connesso e l’operazione si evita perchè non si ha interesse a farla, e spesso ci si rifugia nel dato consolante del 41 % e non si va oltre, non si fa l’analisi dei motivi che abbiano portato a tutto questo che si dice nel Post di Fiorani.E non sarebbe necessaria la scuola di partito delle Frattocchie che da anni non esiste più per poter capire le ragioni di tutto questo, ma una riflessione di buon senso.

  17. Non credo che Pienza sia la regola piuttosto l’eccezione, probabilmente quelli della lista civica so stati cosi bravi da meritarsi la riconferma oppure sono solo più simpatici…..
    Comunque la cosa più gradevole di queste pseudoeuropee , qualcuno forse troppo ottimista ha pensato di poterle trasformare in politiche, è stato il risultato di Grillo….veramente delizioso.

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