Pendolari: disagio, ma anche danno economico

 

di Stefano Tomassucci,

 

 

A parte il disagio personale (che pure costringe molti pendolari a ripensare complessivamente la propria organizzazione quotidiana), quello che che è allarmante è l’accelerazione con cui si stanno facendo scelte scellerate nell’ambito dei servizi al cittadino.

Le zone rurali come la nostra, un tempo collegate ai centri urbani (Roma e Firenze) attraverso un sistema di trasporto dignitoso, quanto alla qualità del servizio e ai tempi di percorrenza, oggi vengono tagliate fuori nella logica esclusiva del profitto o, peggio ancora, della difesa a oltranza di scelte improvvide (Alta Velocità) fatte nel recente passato.
E le città? Siamo sicuri che le città e il loro trasporto urbano sia in grado di accogliere il ritorno di migliaia di pendolari ad una vita “intra moenia” (disperati per la mancanza di un trasporto ferroviario adeguato)?

 Vi segnalo il caso di un docente romano che vive ad Acilia (periferia di Roma collegata dal servizio Roma-Ostia, un treno ogni 15 minuti) e insegna a Monte Sacro (ormai considerata zona limitrofa al centro città). Teoricamente il tempo di percorrenza da casa a lavoro sarebbe di 50 minuti, ma ha deciso di affittarsi una camera vicino alla scuola! Treni e autobus nella capitale sono fermi nelle officine in attesa di riparazioni che non avverranno mai! E le corse dei treni e degli autobus saltano. Giudicate voi se questo giova all’economia globale dell’Italia.

 

 

Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria. Contrassegna il permalink.

4 risposte a Pendolari: disagio, ma anche danno economico

  1. Marco Nasorri scrive:

    La politica nazionale è ormai ferma all’Alta Velocità, mentre quella locale brancola nell’impotenza. L’unico modo per provare a invertire la tendenza e salvare il trasporto locale e il diritto alla mobilità di chi abita in realtà periferiche è unire tutte le forze in una battaglia vertenziale, fino a forme di disobbedienza civile.
    Continuo a pensare che sia indispensabile organizzare una forza di pressione di tutte le istituzioni, della politica e del sistema economico e sociale di un vasto bacino territoriale. Purtroppo, sempre più la politica e gli amministratori locali si adeguano a essere supporter e portatori di consensi, senza nessuna voglia e possibilità di porre temi e istanze. Spesso si lasciano abbindolare da proposte strampalate, alle quali rispondono prontamente per darsi un tono, spesso ponendo rivendicazioni campanilistiche, mentre nella realtà Trenitalia, approfittando anche di questa debolezza propina l’ennesima mazzata.

  2. luciano fiorani scrive:

    XMercanti. L’articolo fa un quadro circostanziato ma l’andazzo s’era capito da un bel po’.
    Credo che a questo punto le chiacchiere contino davvero poco.
    C’è solo da cominciare ad alzare la voce con chi di dovere, perchè la politica non può cavarsela col gioco delle parti: in periferia si attacca Moretti e a Roma lo si incoraggia.

  3. pscattoni scrive:

    Come si può dar torto a un ragionamento del genere? Gli unici a non capirlo da noi sembrano essere i politici che si gingillano con dibattiti inutili su stazioni in campagna e fermate di treni NTV.

I commenti sono chiusi.