Perché digiuno per la pace

 di Paolo Scattoni

Papa Francesco ha invitato per sabato 7 settembre i fedeli della Chiesa cattolica e tutte le persone di buona volontà a un giorno di digiuno, meditazione e preghiera per la pace. Quello che sta succedendo in Siria, afferma Francesco, può essere il preludio della terza guerra mondiale. Una reazione militare USA e altri paesi che dovrebbe piegare il regime di Assad non è la soluzione.

Lo sterminio per mezzo di gas è un atto criminale che nessuno può giustificare. E’ una ferita per l’intera umanità e riporta alla memoria le pagine più orrende del secolo scorso.

Non tutti sono certi su quale delle aprti abbia utilizzato questo strumentio di sterminio di massa. Ma se anche fosse stato il regime di Assad non è certo la risposta militare quella che in questo caso può evitare altre follie. Come ha giustamenter affermato Carla Del Ponte, il famoseo ex procuratore svizzero, le due fazioni in lotta hanno ambedue consumato crimini inaccettabili.

Il digiuno è una pratica che affonda le sue radici nella tradizione di molte religioni. Fa parte delle pratiche religiose di ebrei, cristiani, musulmani, buddisti. Etc.

Dal secolo scorso è stato uno strumento di lotta per movimeti laici come quello delle suffragette che rivendicavano la parità uomo donna e degli irredentisto irlandesi. Lo scipero della fame è stato lo strumento nonviolento di Gandhi.

Quella di sabato non sarà neppure una testimonianza collettiva perché il digiuno sarà una pratica per lo più personale, ma sono convinto che può rappresentare il primo passo per una presa di coscienza di massa delle ragioni della mediazione nel contesto siriano.

L’opinione pubblica non sembra rendersi conto della gravità della situazione siriana che potrebbe estendersi tutto il medio oriente. Ci siamo accontentati della decisione del nostro governo di non partecipare all’azione militare USA. E’ stata una decisione importante, ma che non basta.

La mia adesione al digiuno di sabato lo considero soltanto il primo passo per un difficile percorso che deve essere intrapreso.

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4 risposte a Perché digiuno per la pace

  1. Condivido pienamente quanto scritto da Paolo. Se poi ci sono momenti di incontro che permettono anche di rendere pubblica una decisione personale, meglio ancora.

  2. carlo sacco scrive:

    Le parole di Papa Francesco contro la guerra sono state fin’ora le uniche in un frastuono di silenzi.Le pochissime parole di Letta sulla questione hanno il risultato di lapalissiane condanne a chi abbia sparso il Sarin con l’aggiunta che non parteciperemo alle iniziative di guerra della Nato ma attendiamo di adeguarci a ciò che disporrà l’ONU.E’ già qualcosa, salvo che non si rientri nella strategia dettata dai forti dell’uso delle basi nel nostro territorio, poichè i media si attivano producendo quel dimenticatoio che fa apparire le questioni come nuove, mentre non sono che un deja vu.In mancanza di partiti che sappiano tuonare contro la guerra quello spazio è stato preso dalla Chiesa che per bocca del suo Papa ha detto con forza di NO! L’avevano detto anche altri suoi predecessori dai loro scranni ma con altra,sfumata e minore forza. Mi chiedo quanti governanti-fra quelli dei paesi che scaldano i motori-osservino tali principi,salvo poi genuflettersi al suo cospetto con i loro corpi diplomatici.E’ bene che Francesco glielo ricordi a costoro,diversamente le parole restano parole.

  3. Cluadio Provvedi scrive:

    Credo che tutti dobbiamo trovare le forme più adatte per rispondere all’ appello del Papa Francesco per la Pace in Siria. In cattedrale, sabato dalle 19 alle 24 è prevista una veglia di digiuno e di preghiera. L’appello è però rivolto anche a chi professa altre religioni e a tutti gli uomini che amano la pace. Credo non possa mancare la fantasia per manifestare adesione pubblica e visibile anche a chi non ritiene di doversi unire alla liturgia cattolica!

  4. luana scipioni scrive:

    Il digiuno è una protesta molto individuale che può sortire effetti solo se chi la pratica ha una forte visibilità madiatica , in questo caso forse visto l’appello del Papa … ma chi mai saprà dirci quanti avranno raccolto l’invito ? Personalmente sarei più convinta di altre forme di lotta, evidenti e collettive. Per il resto condivido le considerazioni di Scattoni e sono ugualmente preoccupata per la sottovalutazione che sembra dimostrare l’opinione pubblica.

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