Alfabetizzazione informatica ed elettronica per affrontare il nuovo ciclo edilizio

di Paolo Scattoni

Questa settimana il mio dipartimento universitario, che si occupa di urbanistica e tecnologia dell’architettura ha organizzato una due giorni per un confronto e messa a punto di strategie per il futuro. Ci siamo confrontati con esperti importanti sui problemi dei nostri settori. Fra i tanti ascoltati mi ha particolarmente impressionato una bella comunicazione di Lorenzo Bellicini direttore del CRESME (Centro Ricerche Economiche Sociali di Mercato per l’Edilizia e il Territorio)

Su youtube ho poi trovato un video di 50 minuti che nella seconda parte tratta gli stessi temi presentati al nostro convegno. Quindi se si ascolta dal minuto 25 si ha un quadro completo delle prospettive del settore edilizio all’avvio di quello che Bellicini chiama il settimo ciclo edilizio (putroppo le diapositive non si vedono, ma l’argomentazione è sicuramente comprensibile).

Quanto trattato, secondo me, coinvolge molti altri settori ed è una visione che consiglio anche a operatori in attività diverse.

Comunque l’invenduto delle nuove costruzioni si attesta intorno ai 30 miliardi di euro, una cifra inconcepibile fino a poco tempo fa. Le prospettive sono quelle di interventi sull’esistente. Sono queste cose risapute, utilizzate frequentemente anche in chiusiblog nel dibattito sul Piano Strutturale.

Non si tratta però soltanto degli interventi classici, ma di strategie complesse che debbono essere messe in campo: sistemi di gestione, procedure di riduzione dell’errore, utilizzazione della Information and Communication Technology etc. Si tratta insomma di rovesciare completamente la mentalità con un’introduzione massiccia di nuove conoscenze.

Le argomentazioni del direttore del CRESME mi ha fatto venire in mente l’ipotesi che abbiamo discusso sia per quanto riguarda la nostra scuola ma anche di un‘alfabetizzazione di massa sulle nuove tecnologie. Certamente l‘informatica, secondo me prevalentemente la cosiddetta informatica aperta è elemento indispensabile. Per l’edilizia (come per molti altri settori) ma anche l’elettronica, che invece è trascurata, perché pensata soltanto per gli addetti ai lavori.

In un vecchio post, però, abbiamo però detto del microprocessore Arduino, prodotto italiano che sta invadendo il mondo. Con quel microprocessore che costa una trentina di euro, si può quindi fare elettronica in maniera relativamente semplice e a basso costo. Si possono dunque pensare delle strategie di alfabetizzazione aperta a tutti gli interessati di elettronica di base? Insomma se rivoluzione di mentalità ci deve essere vediamo come possiamo renderla possibile.

 

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