Lo strano caso delle strade di Montevenere

di Giorgio Cioncoloni*

L’argomento strade di Montevenere, sollevato nel post di Luciano Fiorani, è molto interessante e significativo di un modo di governare a favore degli “amici” applicato dalla passata amministrazione e che quella attuale, pur avendone le occasioni, non intende abbandonare.

Per fare chiarezza bisogna preliminarmente spiegare che le vicinali sono strade private alcune delle quali soggette a servitù di uso pubblico, per il fatto che sono utilizzate anche da fruitori diversi dai proprietari, e per questo assimilate alle comunali.

Quelle soggette ad uso pubblico sono classificate di prima classe, mentre le altre di seconda classe.

Quelle di prima classe sono riunite in un Consorzio al quale partecipa anche il Comune con una quota percentuale di risorse destinata alle manutenzioni.

Nel Consiglio Comunale a cui si riferisce il post veniva affrontato in un unico punto il caso di due strade vicinali di Montevenere che noi abbiamo chiesto di dividere perché si trattava di due casi molto diversi. La proposta è stata accettata ed il caso della strada del Romitorio è stato rinviato ad un prossimo Consiglio per essere meglio approfondito ed affrontato.

E’ stato quindi esaminato il caso della strada vicinale “da Montevenere al serbatoio di Montevenere” che è una seconda classe anomala perché è utilizzata dai proprietari ma costituisce anche l’unico accesso al serbatoio dell’acqua che serve la popolazione della frazione, con la conseguente necessità di doverne garantire sempre la percorribilità per eventuali interventi dei gestori.

Nel tempo questa strada è stata asfaltata ed illuminata a spese del Comune, perché ritenuta di uso prevalentemente pubblico, senza però cambiarne la classificazione. La proposta all’ordine del giorno era quindi di cambiare la classificazione da vicinale a comunale.

Noi ci siamo opposti dicendo che, pur condividendo la pubblica utilità, non ci sembrava necessaria, per garantire un’idonea manutenzione e percorribilità della strada, l’acquisizione al patrimonio comunale ma sarebbe stato sufficiente il passaggio a strada vicinale di prima classe dal momento che si tratta di una strada ad uso esclusivo dei residenti con in più la presenza di un itinerario di servizio pubblico.

Non ci sembrava giusto utilizzare esclusivamente risorse pubbliche per interessi che sono pubblici solo in parte. Il passaggio a strada vicinale di prima classe avrebbe permesso al Comune di compartecipare alle spese per la parte riguardante l’uso pubblico che ne viene fatto e avrebbe lasciato una parte di spesa a carico degli esclusivi fruitori privati.

E’ inutile dire che la nostra proposta è stata respinta e che la strada è stata trasformata da vicinale a comunale.

*Capogruppo de La Primavera

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12 risposte a Lo strano caso delle strade di Montevenere

  1. anna duchini scrive:

    Ricordo anch’io la vicenda dell’asilo nido e devo dire che le cose stanno come dice Paolo Scattoni.
    Sono stata eletta in Consiglio comunale nel ’78 e il muro già c’era.
    Fu necessaria addirittura una variante al piano per regolarizzare il muro costruito dal comune in un terreno non di sua proprietà e in una zona che non permetteva la costruzione della struttura.
    La sanatoria avvenne prima della giunta Ciarini.
    Chiaro esempio di quanto a Chiusi, nella gestione urbanistica, gli accordi sottobanco siano stati più vincolanti delle regolarità formali.

  2. pscattoni scrive:

    Secondo me invece interessano eccome. Se quella delibera non fosse passata la scuola poteva essere localizzata con minori costi vicino alla scuola elementare. I signori che avevano sbagliato avrebbero dovuto rendere conto. L’analogia esiste ed è pertinente.

  3. Paolo Scattoni guarda che ti sbagli perché nel 1994, insediamento della giunta, l’iter era già terminato ed il terreno era in regola. Comunque non credo che queste beghe interessino più di tanto i lettori del blog e chiedo scusa di essere entrato nell’argomento.

  4. pscattoni scrive:

    Sù le mani I Giunta Ciarini. Ricordi male. Il terreno era parte di una lottizzazione che nelle aree a standard doveva essere poi ceduto all’amminstrazione comunale. Tale cessione però mon era vvenuta quando iniziò la costruzione. la cosa emerse in tutta la sua gravità con le interrogazioni e mozione Passigli nel 1983. Vedi i verbali del Consiglio Regionale- adunanza 122/p, 8 marzo 1983. Poi una successione di atti di cui la Giunta Ciarini si rese responsabile dell’ultimo passaggio.

  5. Paolo Scattoni, giù le mani dalla prima giunta Ciarini. La memoria t’inganna. L’asilo nido non era stato costruito in un terreno non di proprietà del Comune ma semplicemente i lavori erano iniziati con la costruzione di un muro e poi per anni erano rimasti fermi per mancanza di risorse. Nel 1995 furono trovate le risorse, fu finanziata una nuova progettazione e successivamente furono ripresi i lavori. Nei miei documenti ho trovato anche la tua dichiarazione di voto contraria al progetto perché non ne condividevi la localizzazione ma proponevi che fosse costruito vicino alle scuole elementari. Nessun accenno alla proprietà del terreno perché era tutto regolare.
    E’ vero invece che alcuni accessori erano stati comprati con largo anticipo da un’amministrazione precedente, sfruttando un contributo regionale, ed erano stati accatastati per anni in un magazzino, tanto che al momento dell’uso non erano più idonei e furono rottamati.

  6. pscattoni scrive:

    Questa vicenda mi ricorda quella dell’asilo nido. Il Comune per anni e anni aveva investito su un terreno che non era il suo (furono addirittura acquistate le suppellettili quando ancora non era finito). Poi la prima giunta Ciarini sanò la cosa a posteriori.

  7. marco lorenzoni scrive:

    A me sembra sensata la proposta che la primavera aveva fatto in Consiglio e che è stata respinta e pare poco trasparente la procedura seguita dall’amministrazione. Procedura su cui aleggia il sospetto di un trattamento non paritario tra i cittadini. Credo che un chiarimento a questo proposito sia più che doveroso… Anche perché quell’inaugrazione “in pompa magna” di cui parl Cioncoloni con tanto di “rinfresco nella sede del Pd” appare a dir poco impropria e denota una tendenza alla commistione tra pubblico e privato che non ci dovrebbe essere…

  8. Paolo Scattoni, la risposta alla tua domanda sul perché non si è provveduto alla riclassificazione prima dei lavori è molto semplice: perché chi governa pensa di essere al di sopra delle regole e di poter utilizzare le istituzioni e le risorse pubbliche a proprio piacere e per i propro scopi.
    Le asfaltature e l’illuminazione di Montevenere sono state inaugurate in pompa magna con tanto di rinfresco nella sede del Pd insieme alla festa per la vittoria delle elezioni. Che le due cose fossero collegate?

  9. pscattoni scrive:

    x Cioncoloni. Se hai immagini spediscile e le inseriamo.

  10. Per precisione e per evitare fraintendimenti su quale sia la strada, il serbatoio di Montevenere non è quello riprodotto nella foto allegata al post.

  11. pscattoni scrive:

    Non capisco perché si debbano prendere decisioni “a sanatoria”. Perché non si è provveduto alla riclassificazione prima e non dopo i lavori?

  12. lucianofiorani scrive:

    L’aver tarsformato una strada vicinale di II classe in strada comunale giustificando la decisione con il passaggio (quante volte in un anno?) degli addetti al controllo del serbatoio dell’acqua mi pare francamente non condivisibile.
    Non si capisce perchè a chi la usa prevalentemente si debba cancellare la quota di partecipazione alle spese come avviene in ogni altra strada vicinale.
    Sull’altra strada (Romitorio), su cui la decisione è stata rimandata, mi pare di aver capito che alcuni frontalieri pagano la quota del consorzio strade vicinali e altri no. Ho capito bene? E se è così, perchè?

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