Il sottobosco: Tutti uniti nel nome degli affari

di Anna Duchini

Per capire di cosa parla questo libro (Il Sottobosco di Claudio Gatti e Ferruccio Sansa – chiarelettere, 15€) basta dare uno sguardo al sommario.

L’affare del petrolio venezuelano, Amici negli affari nemici in politica, Gli anni dell’Ulivo da bere, Il filo rosso tra Liguria e Puglia, La galassia della Fondazione Italianieuropei, Gli amici centristi e berlusconiani, Il compromesso storico nel nome degli affari.

La tesi è che siamo governati non in base a decisioni politiche riconoscibili nei vari schieramenti ma da un sistema di rapporti trasversali che ha negli affari il suo scopo fondamentale.

I tanti casi riportati dimostrano che tra destra, centro e sinistra avviene realmente quello che si dice dei “ladri di Pisa”.

Nella nostra regione gli autori del “Sottobosco” individuano uno dei capisaldi del potere dalemiano che con la scusa della modernizzazione sponsorizza infrastrutture grandi, medie e piccole. Il lavoro duro pare sia stato riservato all’ex assessore alle infrastrutture Riccardo Conti che “sa trovare gli alleati giusti: sinistra e destra non importa, l’essenziale è raggiungere lo scopo. La sua storia è un esempio della nuova classe dirigente dalemiana, al confine tra politica e impresa. Spesso da entrambe le parti. L’ex assessore 15 giorni dopo aver lasciato l’incarico pubblico entra nel c.d.a. del Fondo F2i pronto a investire nelle stesse infrastrutture, in più è tra i coordinatori del settore infrastrutture del Pd”. 

In ballo ci sono gli aereoporti di Firenze e Siena e l’autostrada Livorno-Civitavecchia. Nel Pd non tutti sono d’accordo ma “l’ala dalemiana sostiene le opere in singolare consonanza con il Pdl ( a partire dall’ex ministro alle infrastrutture Altero Matteoli, per finire col coordinatore Pdl, Denis Verdini).

Tra le tante cose da cambiare in questa Italia forse l’eliminazione del sottobosco è la prima perchè è ormai evidente che l’amministrazione del nostro paese dipende dal sottobosco.

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2 risposte a Il sottobosco: Tutti uniti nel nome degli affari

  1. lucianofiorani scrive:

    Le considerazioni di Carlo Sacco, largamente condivisibili, rimandano a scenari di ordine generale.
    Mi pare che focalizzare l’attenzione su ciò che sta succedendo qui e ora significa tenere sott’occhio anche la cronaca.
    Il blitz della finanza al Monte dei paschi è di questa mattina e in questo contesto l’architrave è proprio quel Pd che si vuol candidare a guidare il paese nel dopo Monti.
    E’ con questa classe di affaristi che pensano di presentarsi agli italiani?

  2. carlo sacco scrive:

    Il sottobosco una volta era la fascia che raggruppava comuni intenti, comuni fasce di reddito, comuni istanze che beneficiavano prima il ceto medio poi se c’era qualche briciola ricadeva addosso al lavoro, ma sempre con le dovute distinzioni.
    Il comune denominatore di tutto questo era sempre la chiesa che univa come una fascia dalla quale anche i partiti tutti non potevano prescindere. Ed anch’essa aveva i propri tornaconti perchè era da essa che partiva la teoria politica ed è proprio quella teoria emanata dal suo partito che consegnando il potere a chi ne aveva fettine piccole(i suoi alleati di governo ai quali furbescamente distribuiva le prebende in maggior misura del loro peso elettorale)ha consolidato una situazione che è durata quasi sessanta anni. Adesso si tenta con successo di ricliclare il tutto(vedi Casini e terzo polo dopo gli ultimi annunci).
    Ci riusciranno anche stavolta, con classi politiche di ruffiani per il motivo che chi si possa oppore ad un simile disegno sono masse di ignoranti, che pensano ai soldi ed a farli sempre di più, e proteggendosi fra loro creano anche quei concetti espressi da quanto vediamo oggi nel panorama politico generale.Credo che la lotta su questo -con tutti limiti- sia nella direzione che cerca di imboccare la Grecia, perchè il nodo scorsoio dell’Europa non si ferma neppure per l’Italia non fatevi illusioni.
    Di ”agenti all’Avana” l’Italia trabocca. Ed è gente che il suo DNA riferisce che ha sempre lavorato per oltre atlantico, fino anche a produrre il terrorismo. Non siamo in presenza di poveri stolti, tutt’altro.

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