Perchè in urbanistica non debbono valere le regole morali, etiche e professionali?

di Pietro Pettini*

Condivido pienamente le osservazioni di Paolo Scattoni.

Un Piano Strutturale dovrebbe “programmare” solo ciò che il territorio con le sue risorse è in grado di sostenere e quindi anche dal punto di vista “socio-economico” prevedere solo ciò che è necessario.

Non capisco perché per gli architetti (progettisti per conto degli amministratori in rappresentanza dei cittadini) non devono valere le stesse regole morali, etiche e professionali che valgono per i medici. Ad una diagnosi corrisponde sempre una terapia appropriata (non si somministrano certamente farmaci aggiuntivi e inutili o non si eseguono operazioni chirurgiche non necessarie).

Il dimensionamento dovrebbe essere determinato non sugli interessi economici ma su un rigoroso Quadro Conoscitivo, se non altro per rispondere all’obbiettivo primario che la legge regionale sul Governo del Territorio pone con lo “sviluppo sostenibile”.

Lo sviluppo sostenibile significa solo fare ciò che è necessario e possibile rispetto alle risorse esistenti (acqua, aria, suolo, paesaggio, infrastrutture, ecc…).

*Dirigente responsabile area Pianificazione del territorio della
Provincia di Grosseto

——————————————————————————–

Il 14 novembre scorso ho pubblicato un  articolo sul blog sulle previsioni del Piano strutturale dove cercavo di dimostrare come le assurde previsioni contenute nella bozza che ora va ad adozione non sono in alcun modo giustificate da tensioni di mercato e dalla domanda. Avevo poi invitato molti colleghi e amici che  si occupano di urbanistica a leggere la mia nota per capire se davvero “davo di fuori”.

Fra i numerosi commenti avuti c’è stato quello dell’architetto Pietro Pettini che dal suo osservatorio provinciale è riuscito dagli anni ’90 ad oggi (periodo in cui le province hanno acquisito poteri in materia urbanistica) a operare in Maremma nella convinzione che tutela dell’ambiente e sviluppo debbono andare d’accordo. In  quelle terre come pure nelle nostre non ci può essere sviluppo senza tutela.

Nel giorno dell’adozione del piano strutturale di Chiusi mi piace pubblicare quel commento (Paolo Scattoni)

Questa voce è stata pubblicata in ECONOMIA, POLITICA, TERRITORIO. Contrassegna il permalink.

Una risposta a Perchè in urbanistica non debbono valere le regole morali, etiche e professionali?

  1. pscattoni scrive:

    Mi permetto di aggiungere un paio di righe. Questa mattina ho visto la locandina del Corrierino (così viene ironicamente indicato in alcuni blog senesi) di Siena. Campaggiava a titoli cubitali: “Il piano strutturale dopo 37 anni”. Cito a memoria, ma a prescindere dall’esattezza del testo è abbastanza evidente la solita operazione propagnadistica e celebrativa. Chissà se prima o poi anche il Corrierino si porrà il problema della qualità dello strumento urbanistico.

I commenti sono chiusi.