Nel numero in edicola, primapagina, pubblica una lettera del rappresentante per la sicurezza dei lavoratori della Metalzinco, relativa all’interpellenza presentata dal gruppo della Primavera sui controlli nelle aziende insalubri, e la risposta del direttore del periodico Marco Lorenzoni.
Ve le proponiamo entrambe.
Riguardo al problema sollevato dal gruppo “La Primavera di Chiusi” nell’interpellanza al sindaco di Chiusi, Scarameli, sull’insalubrità di alcune aziende del territorio chiusino vorremmo porre un accento. Che le lavorazioni manifatturiere producano scarti (siano essi solidi, gassosi o liquidi) è nella natura delle stesse lavorazioni.
Per quel che riguarda Metalzinco posso affermare (da R.L.S.- Rsu di questa azienda) che tutti i TLV (limiti i rischio) sono ampiamente inferiori a quelli stabiliti per legge, frutto ciò di una oculata gestione del rischio chimico data dalla maggior attenzione dedicata al problema dall’attuale dirigenza. L’iniziativa “porte aperte alla Metalzinco” attiva da un paio d’anni, vuole dare l’opportunità a chiunque lo richieda, di visitare gli ipianti e di appurare strumenti alla mano l’entità delle emissioni.
Che le norme regolanti le emissioni e lo smaltimento degli scarti siano adeguate ad uno standard di vita accettabile è compito dei politici. E’ compito dei politici cioè recepire le indicazioni degli operatori del settoredella sicurezza (Asl in primo luogo) e trasformarle in leggi che garantiscano la salute della cittadinanza e dei lavoratori che, per inciso, non sono affatto insensibili al problema.
Un operaio metalmeccanico sa che le sue aspettative di vita sono comprese in una range che va dai 68 ai 72 anni (dati Istat 2009) per le difficili condizioni di lavoro. Tutto ciò in barba al tanto decantato allungamento della vita! Chi lavora trova perciò sterile la polemica intessuta con la sopracitata interpellanza. Tanto più che, nel caso della Lodovichi gli impianti sono fermi e gli operai in Cassa Integrazione.
Un problema in meno, per la gioia degli interpellanti e un problema in più per gli 80 lavoratori della Lodovichi. In un territorio che ha già visto la perdita di un centinaio di posti di lavoro solo con il ridemesionamento della Plan e la chiusura dei calzaturifici. Tanto più “la gente” non ignora certi problemi, visto che vi convive ormai da decenni.
Massimo Mancini (RLS Metalzinco) Seguono le firme di 18 lavoratori.
Con la lettera pubblicata qui sopra, Massimo Mancini, responsabile dei lavoratori per la sicurezza alla Metalzinco risponde all’articolo “Tre aziende insalubri a Chiusi Scalo: chi e quanto controlla?” uscito sull’ultimo numero di primapagina. Più che il giornale, il destinatario vero è il gruppo La Primavera che sull’argomento ha presentato una interpellanza al sindaco. Siamo certi comunque che Cioncoloni & C. leggeranno.
I lavoratori sostengono che, almeno alla Metalzinco, “tutti i limiti di rischio sono nella norma”, danno atto all’azienda di una “gestione oculata” e accusano la Primavera di aver scatenato una polemica sterile. Scrive però Mancini: “è compito dei politici garantire che le nome regolanti le emissioni e lo smaltimento degli scarti siano adeguate ad uno standard di vita accettabile… e trasformare in leggi le idicazioni degli operatori della sicurezza (Asl in primo luogo)”. E infatti l’interpellanza della Primavera era rivolta al sindaco. Non all’azienda.
E chiedeva semplicemente di conoscere la situazione relativa ai controlli che spettano alla politica e agli organi preposti.
Dov’è la polemica sterile? Quanto alla Lodovichi, il problema è antico e due sentenze di tribunale hanno chiarito la questione. Il fatto che al momento l‘azienda sia ferma non esclude il problema in sé. Quanto al depuratore, che Mancini non cita, è evidente che sia mancata un po’ di informazione e di trasparenza nelle decisioni… E’ sufficiente sapere che le emissioni di un’azienda sono “nei limiti”?
Rispettiamo naturalmente l’opinione e l’attacamento alla maglia dei lavoratori Metalzinco, ma siamo convinti che ogni azione tendente a far sapere alla gente cosa respira, è un’azione che va a vantaggio prima di tutto dei lavoratori stessi, i primi ad essere esposti a eventuali rischi, non contro. Ci stupisce un po’ che si siano assunti loro l’onere della difesa d’ufficio. E noi rimaniamo convinti che sia giusto sapere non solo se le emissioni sono nei limiti, ma anche cosa contengono.
Marco Lorenzoni
10 risposte a Metalzinco: E’ tutto a posto dicono gli operai e se la prendono con la Primavera