Per un buon futuro dei nostri bambini non servono solo scivoli e altalene

di Fulvio Barni

Ieri, per l’ennesima volta,  ho letto un comunicato stampa del comune di Chiusi, (19/10/11. Centritalia online) dove il sindaco Scaramelli comunica alla cittadinanza che l’Amministrazione comunale ha posizionato ancora nuovi giochi per i bambini all’interno di spazi verdi dislocati nei centri abitati del nostro paese.

Non che questo mi dispiaccia, anzi, con mia immensa felicità sono nonno da pochi mesi e per questo non posso far altro che gioirne. I bambini hanno bisogno di spazi  gioco per sfogare la loro esuberanza e farsene cibo, insieme  ad una vita serena, per la formazione del loro carattere. Ma ciò non basta e a mio parere serve, e sarebbe servito, molto di più per il loro avvenire.

Ad esempio, tanto per cominciare, il no assoluto all’ampliamento dell’insediamento di Bioecologia nell’area dell’ex frigo macello. Saranno loro, infatti, più di noi, per legge della natura, a respirare i miasmi e le polveri che emetterà negli anni a venire l’impianto stesso. Il nuovo stadio: toccherà, per una parte, anche ai bambini di oggi sobbarcarsi gli oltre duecentomila euro all’anno di rata del mutuo per il nuovo, sovradimensionato, campo di calcio. Molti di loro avranno venti anni e più prima che avvenga l’estinzione del prestito e tra qualche tempo, attraverso le tasse che verseranno, se lavoreranno, dati i tempi a cui stiamo andando incontro, contribuiranno a pagare il frutto di un scelta sbagliata.

Piano strutturale: finora siamo stati orgogliosissimi del nostro invidiabile paesaggio, delle nostri dolci colline, dell’intenso verde che ci circonda. Non sacrifichiamo questo ingente patrimonio nel nome del costruire case a tutti i costi per raggiungere l’obbiettivo dei 10.000 abitanti. Siamo proprio sicuri che una bella fila di case e casette, ville e villette che uniranno la zona di santa Caterina con la collina del centro storico renderanno più suggestivo il paesaggio. Credo proprio di no!  

Il famoso scrittore inglese D.H. Lawrence, autore dell’ancor più famoso romanzo “ L’amante di lady Chatterley”,  negli anni 20 del ‘900, nel suo libro “Etruscan Places”, dove raccolse saggi dedicati alle città etrusche da lui visitate durante uno dei suoi tanti soggiorni italiani, scrisse a proposito dei nostri panorami: “c’è una grande strana calma ed un curioso senso di pace nei luoghi che furono abitati dagli etruschi ed intorno ai loro grandi tumuli erbosi rimane ancora un senso di calore domestico e di gioia di vivere”.

Ho elencato soltanto alcune delle cose, tra le più eclatanti e sotto gli occhi di tutti, alle quali  dovremo e avremmo dovuto prestare la massima attenzione per un buon futuro dei nostri bambini,  ma ci sarebbe molto di più. Facciamo in modo, tutti insieme, che i nostri figli e nipoti non sopportino l’onere e non si debbano un giorno vergognare delle nostre scelte sbagliate.

E, come direbbero a Monteleone: ”Un famo le gioche e basta!”.

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3 risposte a Per un buon futuro dei nostri bambini non servono solo scivoli e altalene

  1. carlo sacco scrive:

    Anna, si vede che chi ride in maniera sarcastica quando parla la Primavera, fronte ”del no a tutto”, pensa che lo sviluppo economico nei tempi di recessione che viviamo passi prima dall’insediamento commerciale e dal proliferare di cubature abitative, unendo Chiusi Città con Chiusi Scalo.Se viene ritenuto questo-ma non credo che lo pensino-sono collusi con un modo di fare politica perchè ne hanno il tornaconto. Non è più tempo di ideali, con quelli non si mangia e la gente vuole
    mangiare, se poi consuma tutto, quando il sistema tracolla chi se ne frega,intanto hanno messo il loro stomaco al sicuro.Siamo alle porte di tutto questo e mi meraviglio delle persone che una volta dicevano di voler contribuire all’avanzamento dei deboli.Il sistema ha corrotto anche loro ma li porta nel baratro e l’incapacità di chi li guida è manifesta a tutti, perchè sono assimiltati agli altri che dicono di voler sostituire poichè inetti e distruttivi.I fatti li vediamo in televisione tutti i giorni.Ogni tanto mi ritornano alla mente le parole che disse ad un giornalista che lo intervistava sul tema della ricostruzione postbellica un dirigente militare comunista vietnamita di Hanoi dopo la sconfitta e la dipartita degli americani dal Sud-Vietnam :”purtroppo per la maggior parte della gente la sola ideologia che conta è quella dello stomaco pieno”. Non siamo in guerra, nemmeno in ricostruzione post be ….

  2. anna duchini scrive:

    “Le gioche” le fanno, ma quelle degli affaristi.
    Costruire case nel vecchio campo sportivo non mi pare che sia una scelta che avvantaggia i bambini.
    Lo spazio libero serve per il gioco libero, quel poco che abbiamo di spazio libero lo dobbiamo mantenere libero.
    Di campi di base se ne parla da decenni ma gli unici che abbiamo sono quelli dei centri parrocchiali e quello del “Crezzini”.
    Eppure anche nel Piano strutturale non viene previsto niente del genere.
    Non parliamo poi della piscina che il sindaco vuol costruire a Querce al Pino, perchè se davvero si vuole fare un impianto per la popolazione va localizzato dove la popolazione vive. Evidentemente hanno in mente ben altro, e secondo me è funzionale alla costruzione di qualche centro turistico-residenziale.

  3. luca scaramelli scrive:

    del concetto di unione di chiusi scalo con chiusi città attraverso la cotruzione di case ci sarebbe da ridere tanto è assurdo, se non fosse che probabilmente verrà fatto veramente, provocando un danno ambientale irreversibile. e proprio nell’irreversibilità dei danni ambientali è il dramma perchè molte scelte sbagliate possono essere riviste negli anni, ma i danni ambientali e al paesaggio rimangono per sempre. Sul campo sportivo molti bambini già pagano le conseguenze di una scelta sbagliata, perchè con i soldi buttati in quell’inutile struttura si potevano risolvere i problemi di carenza di strutture per tutte le attività sportive del nostro comune: due esempi tra i tanti che si potrebbero fare e che mi toccano personalmente: mio figlio che ha sei anni e una grande passione per il calcio, facendo il tempo pieno a scuola deve rinunciare al calcio perchè dopo le quattro e mezzo non ci sono strutture disponibili; secondo esempio da tre anni siamo costretti ogni settimana insieme a tanti altri bambini di chiusi ad andare alla piscina della stazione di montepulciano, quest’anno data la grande partecipazione ai corsi siamo relegati alla lezione delle 18.30 con il risultato che torniamo a chiusi alle 20.30, orario non proprio adatto per un bambino piccolo.

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