Come tu mi vuoi. Seminario di Amica donna

di Anna Duchini

L’Associazione Amica donna di Montepulciano promuove un seminario sul tema delle strategie del manipolatore nelle relazioni interpersonali, “Come tu mi vuoi”.

Il seminario, condotto da Cinzia Mammoliti, criminologa e formatrice, si propone di favorire l’autonomia decisionale e di pensiero delle donne vittime della violenza maschile nelle relazioni intime.

Il seminario, aperto a tutti, si terrà presso la scuola di lingue “Il Sasso” in via Gracciano del corso 2, a Montepulciano il 23 settembre dalle 15 alle 19.

L’incontro è pubblicizzato con uno splendido manifesto in cui è raffigurato un uomo che dipinge una donna in uno spazio di realtà.

Questa situazione nel mondo dell’arte di Magritte si chiama “Tentative de l’impossible”, nelle relazioni interpersonali uomo-donna invece ciò può essere una cruda realtà.

Questa voce è stata pubblicata in CULTURA, SOCIALE. Contrassegna il permalink.

3 risposte a Come tu mi vuoi. Seminario di Amica donna

  1. enzo sorbera scrive:

    Quindi, mi confermi nella mia ipotesi: tra uomo e donna si tratta di un corpo-a-corpo 🙂
    Scusa l’ironia: so che è un problema drammatico, con risvolti mortali (quanti “incidenti mortali” spacciati per domestici sono, in realtà, eccessi di qualche genere?) e che riguarda ed interessa tutti gli strati sociali (non è solo un problema “da poveri”). Resta comunque aperta la domanda del come si arrivi a un comportamento così diffuso e, in parte, accettato dalle vittime (il “Come tu mi vuoi” del titolo è proprio legato all’accettazione di comportamenti violenti). Probabilmente, occorre ancora interrogarsi e riflettere sull’idea di amore e quanto potere si nasconde sotto un sentimento.

  2. anna duchini scrive:

    Il perchè di una criminologa è suggerito dalla lettura di un bel libro che raccoglie le storie di un anno di ordinaria violenza sulle donne.
    Si tratta di “Amorosi assassini” della Laterza-2008

  3. enzo sorbera scrive:

    La lettura cui si presta il rapporto uomo-donna è fatta di una tramatura fittissima, per cui occorre provare a dipanare un singolo filo. Da sempre uomo e donna sono in dissidio: la posta in gioco è sempre il desiderio (dell’altro). Ed è un altro idealizzato, sempre tale da essere differente da quello che ci si aspettava: è il meccanismo di specchi dell’erotismo. Questo da luogo ad un gioco di rimandi e di conformazioni a modelli in cui viene ad essere rispecchiato ciò che l’altro si aspetta (il dover essere), ma a cui letteralmente non si può essere all’altezza – di qui le reazioni che possono sfociare anche in forme di violenza incontrollata (ch’è sempre una reazione volta al dominio, ma di ciò che sfugge alla razionalità) -. La femminilità, in questo gioco, è penalizzata da un dover essere secondo modelli doppi e contraddittori (la santa e la puttana) : la razionalità maschile si spaccia di tipo discorsivo, quella femminile è definita di tipo “emozionale”, ma la donna è idealizzata come portatrice di un sapere oscuro (Aspasia, la “dotta allettatrice” leopardiana, ad es.), un sapere di cui gli uomini possono solo sospettare ma di cui si sentono vittime. Ed è un sospetto tremendo: scatena la caccia alla strega. Sono incuriosito e spaventato di questa conferenza tenuta da una criminologa: significa che lo spazio di scontro è diventato ancora più cupo e alla seduzione si sostituisce la coercizione.

I commenti sono chiusi.