Impegno civico locale e i cambiamenti globali

di Paolo Scattoni

È possibile un impegno civile locale per accompagnare le grandi strategie per i cambiamento? Troppo spesso ci sentiamo impotenti di fronte a questa prospettiva di mutamento. L’obiettivo di questo post è quello di delineare tale possibilità

Le ultime vicende mondiali chiedono ormai con chiarezza nuove strategie. Quando l’Unione Europea prospetta drastici mutamenti in tempi brevi richiede azioni non semplici. La transizione ecologica è forse la prima strategia da considerare.

Le attuali vicende belliche mostra quanto importante sia una robusta politica nel settore energetico. Abbiamo sperimentato sulla nostra pelle, o meglio sulle nostre bollette quanto difficile sia la risposta. Appena qualche mese fa il prezzo del gas era tre volte superiore a quella di prima della invasione dell’Ucraina. Oggi siamo tornati alla metà delle quotazioni prebelliche, ma abbiamo anche capito quanto pericoloso sia affidarsi ai soli meccanismi di una borsa europea del gas. A cascata ci sono problemi a scala globale per la siccità che mette in forse la produzione di cibo. Si potrebbe continuare a lungo.

Quello che interessa qui è dunque cominciare a capire come possiamo coniugare azioni possibili a livello locale.

A Chiusi abbiamo purtroppo visto come la politica locale sulla produzione da impianti fotovoltaici abbia miseramente fallito. Ne abbiamo scritto molto anche su chiusiblog. Lo stesso può dirsi sui trasporti e principalmente quello ferroviario. In maniera molto superficiale e assai pericolosa qualcuno prospetta più o meno ambiguamente una stazione in linea. Anche sull’approvvigionamento idrico si continua a non provvedere e sperare nella pioggia oltre a un impianto provvisorio di pescaggio più profondo dal nostro lago.

Poi ci sono i trasporti. La nostra scuola è pronta a formare meccanici per l’auto elettrica?

A livello locale ci sarà sempre più bisogno di installatori di impianti fotovoltaici al di là dell’albero di Natale illuminato da ciclisti che ci fanno riscoprire la dinamo per il fanale della nostra bicicletta di qualche decennio fa.

Si tratta invece di capire se ci può essere una seria strategia locale per il fotovoltaico. L vicenda SDM gestita molto “alla zitta” richiede un impegno di controllo da parte della cittadinanza.

Al di là delle suddivisioni politiche occorrerebbe creare gruppi d lavoro dove le competenze locali si possano confrontare soprattutto per meglio informare la cittadinanza e consigliare per l’azione.

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