Stazione AV. Perché i cittadini dovrebbero essere “più realisti del re” .

di Rossella Rosati

In ragione dell’emergenza energetica ci siamo sentiti rivolgere raccomandazioni sul come caricare la lavastoviglie oppure sull’ottimizzazione del numero delle lavatrici , come se ognuno si divertisse a far partire la lavastoviglie con dentro una solitaria tazzina oppure la lavatrice con un calzino ……della serie “tanto la fattura non mi arriva”.

Quando, però, si deve parlare di fatti coinvolgenti l’intera cittadinanza o lo sviluppo di un territorio vige il “silenzio-sorpresa”, atto a distruggere qualsiasi capacità di reazione per scadenza dei termini.

Quanto sopra vale anche per l’edificazione della “stazione di linea” denominata “Mediaetruria”

Consideriamo due aspetti: l’uno riguarda il concetto di Alta velocità, per cui: “l’Alta Velocità deve avere grandi numeri, i treni non possono fermarsi ogni 30 KM per servire pochi passeggeri o raggiungere città che non hanno un sufficiente bacino di traffico”, l’altro inerisce la cattiva pratica del “gold plating”. Il primo concetto riguarda “i binari” , il secondo “le infrastrutture”: le due nozioni sono interconnesse anche se in apparenza non sembrerebbe.

Gold-plating è un termine utilizzato per caratterizzare il processo mediante il quale i poteri di una direttiva dell’UE vengono estesi quando viene trasposta nelle legislazioni nazionali di uno Stato Membro.

Da Nord a Sud Italia s’incontrano nuove stazioni ferroviarie su cui sono mancati del tutto controlli e sanzioni per eventuali costi impropri. Una delle poche, se non unica, audizione parlamentare sui costi straordinariamente elevati delle infrastrutture per l’alta velocità si è conclusa con la generica constatazione della eccezionalità del caso italiano rispetto agli altri paesi europei. Manca sovente una contabilità accessibile di confronto tra costi e ricavi, ancor più necessaria quando si parla di investimenti pubblici. Ciò accade anche perché le società “Grandistazioni” (oggi Grandistazioni rail) e “Centostazioni” (oggi tornata nuovamente in FS) avevano ed hanno obiettivi unicamente legati alla massimizzazione dei ricavi , non alla remunerazione delle risorse pubbliche impiegate. In parole più semplici, “la stazione-infrastruttura “ (surplus) è qualcosa di diverso dal “binario” (necessità di trasporto) divenendo, per le grandi stazioni , il luogo attorno al quale orbitano numerosi interessi commerciali, per cui, secondo le politiche industriali seguite , deve essere “attraente” ed “attrattiva” in quanto già si fonda su bacini di utenza fatti di numeri estremamente elevati (stazioni di Roma , Bologna , Milano etc) concepiti come viaggiatori che consumano all’interno della stazione.

Ma quando questo bacino di utenza non c’è?

La famosa Medio-Padana, considerata come la più bella stazione AV italiana, è costata 79milioni di euro, di cui 61milioni finanziati dalla Regione Emilia Romagna. Ante pandemia, dopo 7 anni dall’inaugurazione, poteva contare su 4000 passeggeri al giorno con 75 treni . Secondo la Gazzetta di Parma il 73% dei passeggeri che arriva alla Mediopadana ha come destinazione Reggio Emilia, ciò ha portato alla dimostrazione , da parte di Parma, della “inutilità” della Medio-padana per il proprio territorio , rivendicando la fermata di almeno un treno AV non esistendo l’ottimizzazione dei collegamenti ferroviari tra Parma e Reggio Emilia (38 Km , 32 minuti in auto ).

Il 13 aprile 2022 è stato sottoscritto un “accordo di programma” tra il Ministero delle Infrastrutture , RFI , Regione Emilia Romagna e Comune di Reggio Emilia per un ulteriore investimento di 11 milioni di euro , di cui 3 milioni a carico di RFI ed 8 milioni a carico del Ministero , per la realizzazione, all’interno della Mediopadana, di bar , ristoranti , farmacia , rent a car , luoghi d’incontro e la creazione di un nodo culturale con l’allestimento di spazi museali ed espositivi .

Perché, a questo punto , occorrerebbe esser più “realisti del re” almeno per il territorio in cui viviamo?

I fatti di cui è necessario prendere atto sono : è già stata decisa la politica industriale di RFI in merito all’edificazione della Media-Etruria ? Quali sono i costi? Quale dovrà essere l’intervento finanziario della regione o dello Stato? Quale sarà il bacino di utenza previsto? Se già ci stiamo muovendo su decisioni intraprese è possibile modificare la scelta? Se non è possibile cambiare indirizzo come s’intendono sviluppare i collegamenti con la nuova stazione? L’amministrazione comunale locale ha già conoscenza di eventuali scelte assunte? Le amministrazioni che rivendicano l’investimento nel loro territorio hanno già calcolato il coefficiente di ritorno in termini economici?

In ragione di tutto quanto sopra, e di ulteriori elementi , potranno essere valutate scelte a lungo termine adatte a dare un indirizzo ed una caratterizzazione dell’economia locale , senza perdere tempo in inutili elucubrazioni , nulla togliendo al fatto che i cittadini sono “reclamati” nella loro funzione di controllo ovunque siano le stazioni.

Personalmente ciò che mi aspetto dal sistema Trenitalia è la presenza di un treno comodo , puntuale , ordinato, silenzioso , pulito ed interconnesso, non solo internamente ma anche nella mobilità esterna di collegamento ed, aggiungendo la facilità di trasporto di bagagli e biciclette, credo che sia la stessa cosa che si aspettano i turisti , poi al bar ed a fare acquisti ognuno vada dove vuole , con ciò destinando fondi per lo sviluppo a quelle piccole e medie imprese che già caratterizzano i luoghi ove le stazioni sono presenti.

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Una risposta a Stazione AV. Perché i cittadini dovrebbero essere “più realisti del re” .

  1. carlo sacco scrive:

    Una domanda mi sorgerebbe spontanea essendo più malizioso del re più malizioso. Chi è che decide lo stabilimento all’interno delle strutture della stazione per quanto riguarda i servizi ai passeggeri ? ( parlo di Edicole, Bar, tabacchi e negizi vari, esercizi di ristoro ecc. ecc?) se non la politica in tal caso regionale? Dico questo perchè le giunte regionali che governano sono di determinati colori politici e la creazione di strutture organiche alle stazioni di carattere giuridico-amministrativo possono essere date in pasto a strutture come cooperative od altri enti creati ad hoc E’ prorio tale creazione ad hoc che può essere fatta appositamente per consentire un introito fisso al sistema cooperativistico ad esempio quando sappiamo bene come in italia funzioni anche dal lato fiscale e cioè che spesso colossi come grandi strutture cooperativistiche multiservizi evadono le tassazioni o pagano tassazioni del tutto trascurabili di fronte alla mole dei servizi espletati e spesso nemmeno rispettando i diritti del personale addetto.Tali cooperative per esempio rispondono direttamente ai partiti ingrassandoli,mentre la piccola struttura invece non può evadere,come il piccolo privato che s’impegna alla gestione in loco del servizio.Il nuovo governo sarà bene che in tali problematiche ci metta sin da subito le mano variando le legislazioni che attengono a quelli che fanno parte di quel complesso che io chiamerei ”ladri sociali legali”.

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