Produzione di energia elettrica, la proposta dei presidi potrebbe funzionare anche a Chiusi

di Paolo Scattoni

La Russia ha chiuso i rubinetti del gas. Ci vuole poco a capire che è una mossa del tutto strumentale legata alle vicende della guerra.  IL problema è globale e coinvolge tutta l’Europa e altri paesi extraeuropei. È però un problema anche locale. Cosa può fare la nostra comunità in questo contesto?  Purtroppo quello che abbiamo visto con le pensiline fotovoltaiche avute in diritto di superficie dal Comune potrebbe sconsigliare sul nascere qualsiasi tentativo. Infatti se le imprese concessionarie locali coinvolte hanno pagato il dovuto al Comune il maggior concessionario, un’impresa di Atri del salernitano deve pagamenti per circa mezzo milione di euro, con i media locali che sino ad ora se ne sono disinteressati del tutto. Il mancato pagamento ha riguardato la prima domanda fatta al question time, ma a parte chiusiblog la cosa non ha avuto alcun altro riscontro. Mezzo milione di euro sembra non dover fare notizia.

Ci sono però esperienze da prendere ad esempio: quelle delle comunità energetiche. Sono formate da cittadini che investono in queste cooperative e godono dei ritorni dell’energia venduta.

Perché non tentare? L’ispirazione per questo post è venuta da una presa di posizione dell’Associazione Nazionale Presidi che già il marzo scorso avevano proposto al governo di utilizzare per il fotovoltaico i tetti delle scuole. Se venissero utilizzati allo scopo si arriverebbe a produrre complessivamente l’equivalente di una centrale elettrica di media potenza con una sostanziosa diminuzione di importazione di fonti fossili.

È sicuramente una semplificazione perché una parte delle scuole insistono su aree vincolate  e troverebbero le resistenze delle soprintendenze, con le quali occorre trovare un’adeguata interlocuzione.

A Chiusi però esistono scuole in funzione o dismesse di proprietà comunale in aree non vincolate. Per dimensione c’è la scuola elementare di Chiusi Scalo, ma anche altre come quella di Montallese. È possibile pensare ad un piano comunale per la produzione di energia?

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Una risposta a Produzione di energia elettrica, la proposta dei presidi potrebbe funzionare anche a Chiusi

  1. carlo sacco scrive:

    I pensieri sono una cosa, i fatti sono altro. Non è un discorso filo Putin il mio ma forse qualcuno del governo non sapeva che le già esistenti sanzioni alla Russia,già prima di queste fatte in occasione della guerram avrebbero potuto portare a causa di questa una escalation di natura restrittiva sul problema energetico dell’Europa? Ed allora abbiamo visto il governo andare a mendicare fonti energetiche in Africa presso anche regimi mica tanto stabili ed inondare nello stesso tempo l’opinione pubblica col dire che almeno un 20-30 % si era trovato come fonte alternativa(poi una cosa è dirlo ed un altra avere la struttura e l’acquisizione già funzionante)Ma tutti capiscono che siamo arrivati fuori tempo per una azione riparatrice come questa ma ci sciacquiamo la bocca dicendo che in Europa siamo davanti a tutti per approvvigianamenti ecc ecc.
    Sono solo speranze queste,al fatto mi sembra che non vi sia riparo ed allora sposando pienamente senza nessun ostacolo e senza nessun pensiero contrario la tesi di chi voglia mazzolare la Russia a causa della guerra (quando esisteva già dal 2014 si badi bene) si è deciso di fare giù a corpo morto le sanzioni pensando che i russi stessero fermi e che subissero.Adesso mi appare alquanto risibile il fatto di poter piazzzare sulle scuole del comune come auspicio all’italia che dovrebbe fare secondo tale discorso la cosa simile e piazzare il fotovoltaico su ogni edificio.Ma siamo a questi punti?

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