A Chiusi c’è bisogno di una politica seria per la transizione ecologica

di Paolo Scattoni

Molto è stato scritto su chiusiblog su quello che si profila sempre di più uno scandalo. Se n’è parlato anche al “question time” del 31 maggio La ditta SDM, titolare in diritto di superficie di tre aree per pensiline fotovoltaiche per la produzione di energia elettrica. In cambio la SDM dovrebbe versare circa 67.000 euro all’anno. Ma dopo aver versato la prima annualità per il 2014 non ha più pagato. A fine anno quanto dovuto al Comune ammonterà a circa 520.000 euro.

Ma se la ditta campana riesce a non pagare per così tanti anni, dalla Campania invece ci viene un esempio su come le comunità locali possono avere un ritorno importante per i propri soci, che conferiscono una cifra di partecipazione e avranno in ritorno quanto guadagnato dalla vendita di energia.

È importante leggere sull’esperienza a San Giovanni a Teduccio, quartiere periferico di Napoli. Quella lettura mi ha ispirato la domanda “perché non provare qui da noi?“.

Si potrebbe partire proprio dal sequestro delle pensiline in base a quanto previsto dai contratti fra SDM- Comune. Gli investimenti potrebbero limitarsi alla sola sostituzione dei pannelli che in questi ultimi anni hanno migliorato la resa.

Ci sono poi alcune superfici di proprietà comunale  come le scuole elementari di Chiusi Scalo. Ci potrebbero poi essere messi a frutto alcune proprietà delle Ferrovie come il vecchio dormitorio, non utilizzato da anni, ma ancora ben conservato. Un’operazione che potrebbe essere fatta è una sorta di censimento delle aree (soprattutto tetti) potenzialmente adatte a un piano energetico locale.

Insomma sarebbe possibile contribuire alla tanto celebrata transizione ecologica con iniziative imprenditoriali dal basso.

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