ACEA. La risposta del Sindaco e un articolo dell’Espresso

di Paolo Scattoni

Nella seduta di Consiglio comunale di mercoledì 29 ci sono state due domande di cittadini in ambito question time. La prima di Gisella Zazzaretta ha riguardato le situazione (modalità tempi e costi) dell’accoglienza di stranieri anche in relazione a quella dei rifugiati ucraini.

La seconda interrogazione era stata presentata dal sottoscritto e del cui testo era stato preventivamente pubblicato su chiusiblog. Si sapeva da una precedente comunicazione del Sindaco che c’era stato un incontro in Regione fra l‘assessore regionale all’ambienta Monni, ACEA e Comune.  Si chiedeva di saperne qualche cosa di più. Poco è stato aggiunto se non che per il Comune erano presenti il Sindaco e i consiglieri Lottarini e Del Re. Una delegazione l’ha definita il sindaco, ma non si è capito delegata da chi. Non è stato stilato un verbale e quindi non pare che quanto successo abbia in qualche valore di atto pubblico.

Sui contenuti poco o niente se non che il “rappresentante” ACEA, l’ingegner Michele Zenato avrebbe escluso la realizzazione di inceneritori o carbonizzatori.

Niente di particolarmente nuovo sotto i sole. Intanto  due partiti della coalizione in Comune presenti all’incontro ci potranno dire se fra loro si è arrivati a un accordo.

Per chi scrive il problema è semplice: sia ACEA a presentare una proposta sulla base delle destinazioni consentite dal Piano Struttura e Operativo.

Nella politica locale si sta assistendo a un dibattito che sfiora il surreale. In un recente articolo apparso su Primapagina si ipotizzano contrasti locali derivati dai rispettivi partiti di riferimenti sul rigassificatore galleggiante di Piombino. Argomento legittimo per carità, ma che permette di evitare un dibattito sulla strategia di ACEA.

L’Espresso di questa settimana ci illumina con un articolo di Andrea Barchesi dal titolo “Rifiuti, il futuro di Roma dipende dai vicini. La capitale vuole rendersi autonoma ma intanto ACEA punta agli scarti del sud e si espande in Centro-Italia tra rpoteste e altolà”.

Lo avevamo capito da tempo, ma le forze politiche di maggioranza non si sono mai voluto confrontare apertamente su questo.

In attesa di poter mettere a disposizione su chiusiblog l’intero articolo per ora basti una citazione:

Resta il tema del potenziamento degli impianti anticipato dal piano industriale dell’Acea insieme all’implicita strategia di espansione. La società partecipata dal Comune capitolino intende investire nei prossimi tre anni 445 milioni nelle strutture dell’Italia centrale, acquisendo partecipazioni nelle società miste pubbliche private. Un onere eccessivo rispetto alle necessità degli abitanti e che si spiega con la necessità di sopperire alle esigenze della Capitale. Ma dopo? “Probabilmente quando Roma sarà autosufficiente, tutto quello che è stato migliorato nell’Italia centrale servirà ad accogliere gli scarti delle popolazioni del Sud”, osserva Alessandro Marangoni direttore scientifico Was- Waste strategy e Ceo Althesys”

Ben altro che un caffè a Firenze.

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