Un articolo di Carlo Giulietti su un documento di archivio di vita cittadina

L’autore dell’articolo me lo aveva inviato per la pubblicazione, ma c’erano problemi con la documentazione fotografica. È stato quindi pubblicato su facebook. cco il link per una lettura completa https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2994816460764434&id=100007083287518

“CLUSIUM” NUMERO UNICO* 26/06/1938

IL 26 GIUGNO UN GIORNO STORICO PER CHIUSI CHE NEL 44 FU LIBERATA DAI TEDESCHI

Celebre, tristemente celebre, la cruenta battaglia del teatro, quasi tutti i chiusini la conoscono.

Ironia della sorte in questo stesso giorno, solo di alcuni anni prima, in piena epoca fascista, mentre si preparavano gli anni più bui della dittatura e stavano per essere pubblicate le vergognose leggi razziali, Chiusi inaugurava il suo NUOVO TEATRO, il TEATRO MASCAGNI. Ma non solo, perché, abbinando l’evento alla festa di Santa Mustiola, veniva inaugurato anche il busto a GRAZIANO DA CHIUSI e la “LUPA CAPITOLINA”, che era un “dono dell’Urbe” (così viene definita nel programma, che pubblicherò in seguito, insieme alla seconda parte di questa rivista) Quella originale, che poi è stata rubata qualche anno indietro.

Da un articolo si capisce che veniva inaugurata anche la “Casa del fascio”, per i pochi che non lo sapessero l’edificio accanto al museo etrusco, ma questo pare meno pubblicizzato…

Nell’occasione venne stampata questa pubblicazione, il cui contenuto condivido volentieri, consigliando di leggere le varie pagine (storia di Chiusi e di quel tempo) tutte interessantissime, pure le pubblicità.

Solo come esempio, sugli articoli “Grandezze di memorie” a firma Bartolomeo Nogara e “Attualità di Chiusi”, a firma Libero Blasi, ci si potrebbe riscrivere un testo adattabile alla Chiusi di oggi, e le attività pubblicizzate, mi pare, sopravvissero quasi tutte al passaggio della guerra, pur modificandosi in parte. (Carlo Giulietti)

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6 risposte a Un articolo di Carlo Giulietti su un documento di archivio di vita cittadina

  1. pscattoni scrive:

    Che storie! Pezzi di storia locale (e non solo) emersi dalla pubblicazione delle pubblicita su un vecchio numero unico del 1934!!!

  2. Rossella Rosati scrive:

    Per Carlo Sacco. I Bianchi ed i Lebole erano fratelli da parte della mamma. La mamma prima aveva sposato un Lebole e dopo un Bianchi da cui nacque Francesco Bianchi ” Checco d’Argante”. Checco d’Argante ed Erina , la sorella di mia nonna , scapparono insieme negli anni ’20 e la cosa fece grande “rumore” nella Chiusi dell’epoca . Erano tre sorelle Erina , Lavinia ed Elena . Mia nonna Lavinia raccontava sempre che “Quel giorno io ed Elena andammo a letto alle 6 del pomeriggio per paura del ritorno di nostro padre , perché quell’incosciente di Erina era scappata con Checco” . In realtà poi trascorsero tutta la vita insieme . Mentre la parte dei Lebole si trasferì ad Arezzo i Bianchi rimasero a Chiusi ed all’inizio l’abitazione ed il negozio erano dove adesso è la Guardia di Finanza, poi si trasferirono nel negozio di Via Leonardo Da Vinci , praticamente dove adesso è il Season. Successivamente mia nonna portò il negozio dove ora è ” La casa nella roccia” . Man mano, poi, sono andati tutti ad Arezzo. In quelle “inserzioni” degli anni 30 non solo ritrovo mio nonno con la vulcanizzazione delle gomme, processo inventato da Charles Goodyear nella prima metà del XIX secolo, ed i Lebole/Bianchi con i tessuti ed i vestiti , ma anche un’altra parte della mia famiglia quella legata al liquorificio Pianigiani ed alla “gazzosa con la pallina”, oggi bottiglia da collezione.

  3. carlo sacco scrive:

    Quella dei Lebole è stata una famiglia imparentata anche con i Bianchi che avevano un commercio di tessuti a Chiusi Scalo in Via Leonardo da Vinci. I figli di Francesco Bianchi soprannominato ” Checco d’Argante” erano Amedeo,Beppe(giocatore nella squadra del di calcio del Chiusi) e Carlo.Negli anni ’60 organizzarono una fabbrica di tessuti a Chiusi scalo che poi chiuse dopo scioperi a catena indetti dai sindacati.Ho conosciuto e frequentato la famiglia Lebole in occasione di un estate nel 1968 a Lido di Camaiore poichè amico della famiglia Lofranco anch’essa imparentata con i lebole. Celeberrima fu la pubblicità del sarto Litrico che disegnava vestiti per quella ditta ed altrettanto famoso su il suo slogan”ho un debole per l’uomo in lebole”che tutte le sere passava in TV nel Carosello delle ore 20”.Erano i primi degli anni ’60 e quella era un Italia diversa da quella odierna,un Italia dove le vie ed i mezzi di comunicazione segnavano il livello di sviluppo di un paese che esprimeva tutta la sua potenzialità creativa.Roba d’altri tempi…oggi si lotta per sopravvivere e Chiusi ha perso la memoria storica di ciò che conteneva.Ho una” deformazione professionale”,ma sarebbe molto bella una mostra fotografica su quegli anni e su ciò che succedeva a Chiusi,che riporterebbe alla vista di tutti le persone ormai scomparse,ciò che passava nella popolazione e le relazioni fra le persone che ne segnavano il livello di socialità.

  4. Carlo Giulietti scrive:

    L’immagine che allego, dal mio precedente post, pubblicato qui sul blog e su Facebook (https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2994816460764434&id=100007083287518) riporta tra le altre, la pubblicità di Lebole, molti neppure ricorderanno chi sia stato.
    Da questa famiglia ha avuto origine la grande azienda omonima che tra gli anni 60 e 80 ha avuto una grande fortuna ad Arezzo ,dove era riuscita a mettere in piedi una importantissima azienda di confezioni. Ricordo quando, con mia madre, andavamo ad acquistare in un loro negozio nel centro della città, la signora Gina ( persona apparentemente burbera), ci accoglieva come parenti e ci chiamava appositamente una commessa raccomandandole il massimo riguardo… Anche se poi, alla fine, l’anima del Commercio non dava scampo
    Ognuna delle immagini allegate al post meriterebbe commenti e racconti da parte di chi ha memorie più approfondite di me.

  5. Carlo Giulietti scrive:

    https://photos.app.goo.gl/fWgAmCeiqi9x9G6i7
    Purtroppo le pagine della rivista sono più grandi del normale A4, lo scanner non me le contiene, le foto vanno ridotte altrimenti non si caricano, avevo provato a farle col 108 Mp, ma venivano 20 mega a foto… quindi sono il meglio che ho potuto. Adesso da questo link si dovrebbero vedere direttamente su “Foto” di Google, comunque stamani ho provato e ho riletto un paio di articoli, riuscendoci anche col cellulare.
    COME HO SCRITTO ANCHE A COMMENTO DELL’ARTICOLO DEL PODESTA’ sopra l’immagine del teatro c’è una sua intenzione che mi ricorda quello di un recente amministratore, non so a voi.
    Ogni articolo se, anche a fatica, riuscirete a leggerli, contiene quelle che potrebbero essere utili indicazioni, insegnamenti, anche per gli amministratori futuri. Come si dice, la storia insegna sempre… detto un po’ a modo mio.
    Si intuisce che la situazione del 38 aveva delle cose in comune con quella di oggi, 8000 abitanti, turismo da potenziare, e si partiva allora come ora dalle grandi potenzialità e dalla grande storia della città con un’ambizione e delle aspettative forse esagerate. “…ma dono ancor più grande dell’altero nome è la possibilità di rialzarsi dalle miserie per riconquistare il prestigio perduto…”
    Rimanere coi piedi per terra, forse, oggi come allora, sarebbe più costruttivo

  6. enzo sorbera scrive:

    Molto interessante. La pubblicità riporta in vita botteghe e nomi ormai quasi dimenticati. La lettura degli articoli risulta però assai difficoltosa: ci vuole un po’ di ostinazione 🙂
    Un grazie di cuore a Carlo.

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