Il ricordo di un maestro elementare a cento anni dalla nascita

di Paolo Scattoni

Si contano sulle dita di una mano le pubblicazioni di post che negli ultimi dieci anni hanno riguardato la mia persona. Questo post si aggiunge a quella brevissima lista, ma forse oltre a chi scrive interessa molti altri a Chiusi. Si tratta del ricordo di mio padre Luigi nella ricorrenza del centenario della nascita.

Il 17 novembre 1920 nasceva nel comune di Città della Pieve. Primo di sei figli, padre ferroviere, ha vissuto in una casa all’altezza di Capozucca lungo la strada per Moiano. L’abitazione era quella di un poderetto che mio nonno aveva comprato.

Buona predisposizione allo studio, aveva frequentato la scuola tecnica a Chiusi. Mezzo di trasporto la bicicletta.

Frequentò poi la scuola magistrale ad Arezzo, grazie all’abbonamento gratuito che le Ferrovie concedevano ai propri dipendenti e ai loro familiari.

Durante la guerra frequentò la scuola ufficiali dell’esercito a Roma. Durante il passaggio del fronte incontrò la mamma, sfollata con la famiglia a Capozucca. Si sposarono nel 1948.

La prima scuola in cui ha insegnato è stata quella di Paciano. Poi il trasferimento a Montallese ed infine a Chiusi Scalo dove è rimasto fino alla pensione. È stato sempre impegnato nella vita locale, soprattutto per iniziative legate alla Cassa Rurale. È stato presidente della Coopersport nei primi anni di attività del Palazzetto.

Lo ricordo con nostalgia e ammirazione per il suo impegno di maestro elementare. Mi piace pensare di aver imparato da lui molto di quanto ho cercato di applicare nella mia esperienza di docente universitario. All’ora di pranzo il babbo raccontava molto spesso l’esperienza della mattina.

In primo luogo un’attitudine alla sperimentazione nell’insegnamento che si raggiunge con grande impegno. Ricordo quando preparava le quattro ore di attività del giorno dopo con l’aiuto della rivista per gli insegnanti elementari Scuola Italiana Moderna.

Un’altra lezione fondamentale è stata la costruzione di strategie di insegnamento personalizzate per ogni alunno. Essendo cresciuto in campagna conosceva le difficoltà di molti. Fino alla metà degli anni ‘60 le famiglie della mezzadria erano ancora molte. Senza scuolabus gli scolari dovevano spesso fare chilometri per andare a scuola e il pomeriggio lavoravano a “badare i maiali”.

Era anche molto bravo a riconoscere segni di stanchezza nella classe. Il tempo a scuola era una distribuzione di fasi di attenzione e di maggiore libertà. Devo riconoscere che nel mio insegnamento universitario non ho avuto la stessa capacità nelle mie due ore di lezione .

Lo sviluppo di tecniche di gioco di ruolo per l’insegnamento universitario dell’urbanistica trova probabilmente una motivazione su quell’esempio. Questo e molto altro ho ereditato dalla sua esperienza. Oggi sarebbe prodigo di consigli per il più giovane dei suoi amatissimi nipoti che ha intrapreso la non facile professione dell’insegnamento dell’italiano agli stranieri.

Quando incontro i suoi ex allievi mi raccontano delle gite scolastiche. Non tanto quelle a città come Roma e Venezia, ma quelle al “campo” che aveva avuto in eredità. Qui raccontava del suo lavoro di “coltivatore” e soprattutto di apicoltore che faceva con grande passione in collaborazione con un amico più esperto. Con un pizzico di commozione mi raccontano delle ciliege raccolte e mangiate. Era anche un modo per raccontare il susseguirsi delle stagioni e un contatto con la campagna. Il più bel ricordo.

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Inserisco qui a commenti ormai chiusi un ricordo di un suo coetaneo il ragioniere Orfeo Bardini

Carissimo Paolo ho ricevuto con piacere “il ricordo di un maestro elementare a cento anni dalla sua nascita”. Penso di essere rimasto in vita solo io ad avere conosciuto in treno nell’anno 1936 il futuro maestro Scattoni alla guida della pattuglia degli allievi maestri del Moiano (Scricciolo, Palmerini ecc). Dopo il mio ritorno da Roma ho avuto la fortuna di ritrovare il maestro Scattoni e la sua adorata moglie a Chiusi nel 1954.Le nostre famiglie crescevano con i rispettivi figli dando vita ad una amicizia durata sempre. Insieme fondammo la associazione Pro Chiusi scalo con lo scopo di valorizzare la crescita economica di tante aziende sorte per la fortunata venuta prima dell’Autostrada del Sole e poi della direttissima Firenze-Roma. La nostra associazione diretta dal maestro Scattoni ospitò nei locali della nostra Banca allora Cassa Rurale, illustri oratori , scrittori, giornalisti, docenti che furono ascoltati da tanti tecnici che per vari anni presero la residenza allo Scalo. Il maestro Scattoni organizzatore e presentatore fu molto apprezzato per la sua cultura e il suo impegno. Voglio ricordare ancora il maestro attivo nella Coopersport nel palazzetto sportivo edificato da noi soci fondatori. Costante e per tanti anni è stato il suo contributo attivo per la crescita della Cassa Rurale diretta dall’allora giovane Fuccelli particolarmente aiutato dal maestro. La stima, l’affetto, l’ammirazione mia per l’amico è stata sempre infinita per le sue doti morali, per la gentilezza del suo comportamento, per la sua cultura di educatore e per i suoi principi religiosi. Avendo seguito sempre nella mia attività imprenditoriale ho molto sofferto la sua scomparsa. 

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13 risposte a Il ricordo di un maestro elementare a cento anni dalla nascita

  1. pscattoni scrive:

    x Luca Scaramelli. Un piccolo angolo di Chiusi che ricordi il suo nome, magari vicino alla scuola dello Scalo, sarebbe un bel riconoscimento. Secondo me meritato. Ma io sono di parte.

  2. Luca Scaramelli scrive:

    Come ho già anticipato a Paolo (Scattoni), nella prossima commissione comunale per la toponomastica, proporrò di intitolare al maestro Luigi Scattoni una via o un’area verde del territorio di Chiusi.

  3. Emilio bianchini scrive:

    L’ho conosciuto quando insieme facevano parte del gruppo di ascolto biblico SHALOM.
    Uomo sereno tranquillo spontaneo sincero con cui era possibile instaurare un buon rapporto di amicizia vera.
    Io lo stimavo molto e con lui parlavo molto volentieri perchè sentivo che aveva vissuto una vita importante.
    Ciao Luigi

  4. Lucia Batani scrive:

    Era l’anno 1979 e l’incontro con il Maestro Scattoni, in quinta elementare, fu come un raggio di sole che squarcia un cielo grigio. Con il suo fare accogliente, gentile e rassicurante mi aiutò a superare le difficoltà di inserimento che avevo avuto l’anno precedente quanto, dopo il trasferimento da Torino, mi ero ritrovata in classe con un insegnante da dimenticare. Mentre l’anno precedente a noi bambini non era nemmeno consentito uscire in cortile per la ricreazione, il Maestro Scattoni ci propose la gita al podere dove ci fece vedere api, arnie e tanto altro, compreso lui munito di un buffo “scafandro” per la smielatura: da quel momento ho avuto sempre curiosità e interesse per tutto ciò che riguarda le api. Auguro ad ogni bambino di poter incontrare un “Caro Maestro” come è stato Luigi Scattoni per me. E’ stato bello leggere il ricordo regalatoci da suo figlio.

  5. Lucia Scattoni scrive:

    Il ritratto offerto da Paolo rispecchia perfettamente il ricordo che conservo del Maestro Scattoni, mio insegnante in V^elementare. Ho ancora in mente il mio orgoglio di alunna nel condividere il cognome con il Maestro, pur non essendovi alcuna parentela. Con sorpresa e commozione mi sono rivista insieme ai compagni di classe ed al Maestro proprio in quel podere di Moiano, intenta a fare una grandissima scorpacciata di ciliegie in una calda giornata di primavera. Il Maestro aveva pensato a tutto: chi voleva poteva raggiungere il “campo”con la propria bici mentre gli altri li accompagnava lui con la propria auto (che se non ricordo male era una 850 begiolina). Fu un anno scolastico trascorso in grande armonia, guidati da un memorabile Maestro.

  6. Lucia Mariani scrive:

    Grazie Paolo di avermi riportato alla memoria la figura di tuo padre! Non è stato il mio maestro ma era per me comunque il “maestro Scattoni” che mi ha accompagnato nelle attività extracurricolari che arricchivano la scuola elementare degli anni sessanta: teatro, giornalino, cori e balli. Lo ricordo per la sua autorevolezza e per la sua voglia di sperimentare sempre nuovi modi di fare scuola. Anche nelle attività legate alla Chiesa, come quelle parrocchiali o più tardi con la sua adesione al gruppo shaloom, si è sempre distinto per il suo desiderio di rinnovarsi e di confrontarsi con gli altri. Gran bella persona!

  7. ROSSELLA ROSATI scrive:

    Ti ringrazio per questo Tuo ricordo , non ho mai conosciuto il Maestro Scattoni , tuttavia la Sua figura mi era ben nota. Il Tuo racconto mi ha offerto l’occasione per ricordare i Maestri storici , quali il Maestro Vetralla , la Maestra Marzini , la Maestra Cherubini ……. Tra gli altri c’era anche mia zia, la Maestra Nuti , maggiormente nota con il cognome da sposata che non con quello di Fiorini , suo cognome da ragazza. Ha insegnato a mio padre , in quanto lui l’accompagnava con la bicicletta tutte le mattine alla scuola della Magnanella, trattenendosi poi per la lezione . Mio padre era un ragazzino e Lei giovanissima al suo primo incarico. Poi ha insegnato a me e successivamente , come doposcuola , ai miei figli: 3 generazioni!

  8. Raffaello Battilana scrive:

    ( continuazione)Ed è stato allora che sono stato in grado di cogliere meglio alcuni aspetti del suo carattere, che ormai mi erano entrati dentro e che tuttora conservo con cura. Se lo dovessi tratteggiare in poche parole, direi che il Maestro Scattoni è stato un maestro di vita, prima ancora che un bravissimo insegnante, dal carattere mite ma dai convincimenti forti, moderato politicamente ma radicale nell’affermazione del compito anche sociale della scuola, e non solo educativo in senso letterale. La prossima volta che andrò al cimitero di Chiusi a salutarlo, gli dirò che mi è stato di riferimento anche a distanza di sessanta anni. Da quando sono andato in pensione, mi sono cimentato con l’insegnamento dell’italiano a persone di nazionalità straniera e, non avendo mai insegnato prima, sono andato a ripescare le immagini delle sue lezioni negli anfratti della memoria alla ricerca di una modalità di insegnamento semplice e rispettosa. Grazie Paolo per avermi permesso di manifestare tutto il mio sincero affetto per tuo padre. Al cui rivolgo un ultimo commosso ringraziamento. (Mi scuso per la lunghezza).

  9. Raffaello Battilana scrive:

    Faccio parte di quella nutrita compagine di chiusini che hanno avuto la fortuna di aver iniziato le scuole con il Maestro Scattoni. Al di fuori della cerchia dei familiari più stretti, il Maestro è stata la persona più importante della mia vita. E’ un’affermazione che può sembrare retorica, ma così non è. La sua impronta, culturale ed umana, mi ha segnato per sempre. Ho iniziato le elementari nel 1963, e in quegli anni ancora molti insegnanti erano soliti avere atteggiamenti e metodi classisti. Forse anche per il suo non facile cammino, descritto bene nel post del figlio Paolo, cercò sempre di non far sentire le differenze di ceto in una classe dove c’erano differenze sociali, economiche e culturali abissali. Ai miei figli ho raccontato fino all’esasperazione quello che per me è stato l’esempio più significativo: convinse i genitori dell’alunno più ricco ad accogliere l’alunno più povero in casa loro, in modo tale che potesse studiare, essere ben nutrito ed essere assistito anche dal punto di vista sanitario. Ma era avanti anche su tante altre cose. Ricordo che ci portò al cinema a vedere Helga, un filmato dove si vedeva un parto. A distanza di una sessantina di anni credo che ancora siano pochissime le scuole dove si fa educazione sessuale. Molto tempo dopo la fine delle elementari ho avuto poi il piacere di diventare amico di suo figlio Paolo e di incontrarlo per fare due chiacchiere un po’ più mature. (continua)

  10. enrico goretti scrive:

    Tra i rari limpidi ricordi della mia infanzia c’è quel primo giorno di scuola del 1963. Era una grigia giornata invernale quando arrivai in classe accompagnato da mio padre. Provenivo dal collegio di Viciomaggio in provincia di Arezzo, dal loro banco i miei futuri compagni di classe mi guardavano silenziosi e incuriositi; l’anno scolastico era iniziato da alcune settimane. Ho capito più tardi che soltanto l’amicizia fra mio padre ed il maestro Scattoni aveva permesso il mio ingresso in quella classe. All’avvio di ogni ciclo scolastico elementare l’aula del maestro Scattoni era la più ambita dalle famiglie di Chiusi. Nel silenzio e nell’attenzione generale, mi accolse con una carezza presentandomi ai miei futuri compagni. Ero orfano di madre e ricordo ancora la sua commozione mentre indicava il banco a me assegnato. Abbracciò mio padre congedandolo. Sono stati anni stupendi. Un vero maestro, ha segnato le nostre vite accompagnandoci in quei primi difficili e stupendi anni con quel misto di competenza, autorità positiva e soprattutto autorevolezza che ne farebbero oggi un perfetto leader in ogni ambito sociale. Il controllo delle unghie con relativa bacchettata sulle mani è solo un piacevole ricordo…Ho passato i 60 anni, ancora oggi quella esperienza è viva e parte integrante della mia vita.

  11. Carlo Giulietti scrive:

    Onore a tuo padre e onore a tutti i maestri! Il maestro o la maestra sono una delle figure più importanti per la crescita del bambino. Da loro dipende, in gran parte, il successo o l’insuccesso nella formazione dei futuri cittadini. Questo valeva ancora di più in un periodo in cui gran parte delle famiglie non avevano basi scolastiche. Secondo me, è una figura che andrebbe molto più valorizzata, anche dal punto di vista economico e chi fa questa professione dovrebbe essere formato e selezionato accuratamente

  12. Maria Spina scrive:

    Bravo Paolo! Hai trasmesso un ritratto bellissimo e, per certi versi, istruttivo anche per chi non sa nulla di insegnamento e formazione. Ciao, Maria

  13. Giorgio Cioncoloni scrive:

    L’ho conosciuto ai tempi in cui, giovanissimo, ero insieme a lui nel consiglio della Coopersport e ho di lui un bellissimo ricordo. Una persona positiva, disponibile, sempre pronta a mettersi a disposizione a favore delle attività sociali del paese e con cui era facilissimo collaborare. Le sue idee erano sempre originali e il suo carattere conciliante aiutava a dirimere con facilità qualsiasi contrasto.
    Veramente una bella persona.

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